Delos 12: L'aspirante scrittore
manuale per
l'aspirante scrittore

PRIMA PARTE

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...tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul mondo dell'editoria e non avete mai osato chiedere...

di Francesco Grasso

Introduzione

Scopo del presente manuale è quello di fornire un "aiuto in pillole", una sorta di breviario o vademecum per i nuovi autori. Esso è dedicato con rispetto, ammirazione e profonda solidarietà a chiunque decida, seguendo un malsano impulso momentaneo o un più duraturo desiderio masochista, di imboccare la perigliosa ed impervia via dello scrittore.
Il presente manuale non ha la pretesa di di fornire consigli letterari agli autori in erba. Non si prefigge d'insegnare come scegliersi uno stile, come delineare un intreccio, come abbozzare i personaggi o affrontare un dialogo plausibile. In definitiva, non tenta di spiegare a chicchessia come scrivere un libro.
Al contrario, esso tenta di mettere per iscritto una summa di ciò che il curatore e tanti suoi colleghi scrittori hanno appreso in anni di attività. Verrà presentato un quadro crudo e realista del mondo editoriale italiano, verranno poste sotto i riflettori le verità evidenti e quelle nascoste, verranno spiegati i motivi del comportamento talvolta incomprensibile degli editori, dei curatori di collane, dei traduttori, degli articolisti, dei critici letterari. Verranno evidenziate con schiettezza e senza ipocrisia le odierne possibilità di successo per un autore esordiente. Con la massima modestia ed onestà, si tenterà di mettere in mano ai lettori delle "armi" adatte ad affrontare la sfida del mercato editoriale. Non si pretende di fornire risposte a tutte le domande. Non ci si illude di dare conoscenza completa, nè verità assolute. Ci si contenterà, parafrasando un grande autore del passato, di lasciare il lettore un po' più ricco di come lo si è trovato.

Cosa scrivere

Il dato di fatto, è inutile illudersi, è che gli italiani al giorno d'oggi non leggono.
Le statistiche parlano chiaro, e non è neppure necessario consultarne i risultati per rendersene conto, tanto questa realtà appare evidente. Le uniche letture per la stragrande maggioranza degli italiani sono rappresentate dai quotidiani. E neppure dai quotidiani per intero: molti leggono soltanto le pagine sportive, al limite l'oroscopo, il resto è troppo faticoso. Una piccola minoranza della popolazione consuma (se si può usare questo termine) qualcosa di diverso dai giornali, ed anche in questo caso si tratta di riviste, di settimanali, di periodici in genere.
A leggere narrativa, racconti o romanzi che siano, è una minuscola percentuale degli italiani. Ancor meno persone si interessano di saggistica, o di poesie; un sottoinsieme di questa percentuale acquista regolarmente più di due volumi l'anno. Infine sono realmente pochissimi, vere mosche bianche, gli italiani disposti ad acquistare libri di autori esordienti.
Se poi, dopo il quanto, guardiamo a cosa gli italiani leggono, il quadro che ci si presenta agli occhi è ancor più desolante.
Da un lato ci sono i successi commerciali (centinaia di migliaia di copie vendute) di romanzi di autori famosi (Umberto Eco, solo per fare un nome). Questi romanzi, benchè in sè ottimi lavori, in gran parte vengono acquistati solo perchè tenere sugli scaffali della propria libreria un nome famoso è gratificante, è indice di sensibilità alla moda, fa sentire colti di fronte agli amici...
Naturalmente non c'è poi bisogno di leggerli realmente, questi romanzi.
O meglio, a leggerli veramente è soltanto la piccola percentuale di cui parlavo prima, i consumatori abituali. Gli altri comprerebbero anche volumi dalle pagine bianche, purchè forniti di una bella copertina col nome famoso messo bene in evidenza, magari accompagnato dalla foto dell'autore in posa plastica.
Dall'altro lato ci sono i libri-spazzatura, questi sì letti, anzi divorati dal grosso pubblico, mai sazio di simili capolavori. Si va dalle rivelazioni sulla vita sessuale dei futuri regnanti ai romanzi scandalistici sugli ex-divi di Hollywood, dalla raccolta di vignette e/o monologhi umoristici dei più gettonati comici televisivi ai ricordi dei primi quarant'anni d'attività di prostitute d'alto bordo... Queste opere sono capaci di polverizzare in pochissimi giorni ogni record di vendita, cosa che porta alla nausea ed alla disperazione tanti validi giovani scrittori, e li fa pensare di aver scelto il mestiere sbagliato.
L'impressione comune è che la gente, almeno la maggioranza, entri in libreria con le idee meno che chiare, sotto il totale condizionamento del "grande fratello" televisivo, e questo li porta a scegliere il nome del personaggio che ha già visto sul piccolo schermo, quasi che l'andare o meno in onda promuova o bocci automaticamente un autore.
Apparire in una trasmissione televisiva, diventare un "volto" conosciuto, meglio ancora partecipare a trasmissioni-contenitore, a salotti televisivi, far polemica davanti alle telecamere, oggigiorno è molto più importante di qualsiasi attitudine letteraria. Non c'è bisogno di citare i vari Roberto d'Agostino, Giobbe Covatta, Pazzaglia o Francesco Salvi per chiarire l'esempio.
Questa è la situazione. Può apparire giusta o sbagliata, in questa sede non importa. Uno scrittore esordiente, ancora in cerca del proprio stile, dei propri temi, della propria identità artistica, deve allora porsi il problema di quali siano i propri fini, le proprie aspirazioni, i propri traguardi. Per cosa vuole scrivere? E per chi?
Se aspira a diventare un autore letto, di successo, o più modestamente a mantenersi con i suoi scritti, dovrà accettare più di un compromesso. Dovrà seguire i gusti del pubblico, mantenere il proprio lavoro su standard commerciali, curare la propria immagine, far di tutto per apparire al Maurizio Costanzo Show, o comunque in televisione. Il suo lavoro sarà molto più complesso che adagiare parole sulla carta.
Se invece scrive, o aspira a farlo, per soddisfare le proprie personali inclinazioni, per il gusto di farlo, perchè solo così riesce ad esprimere le passioni ed i conflitti che si porta dentro, perchè in definitiva tenta di comunicare qualcosa di sè al mondo, si tolga dalla testa di poter diventare ricco. Anzi, si tolga dalla testa di riuscire a tirare avanti con i suoi guadagni letterari. Per farlo non dovrà essere solo molto bravo, ma anche tanto, tanto fortunato.
Non è cinismo, non è amarezza rancorosa. E' una semplice constatazione, ed è un monito che doverosamente va fatto agli autori principianti.
Dunque cosa scrivere? La domanda è meno oziosa di quanto si potrebbe pensare. Molti giovani autori sono convinti che la cosa migliore sia specializzarsi in un settore particolare della narrativa. I gialli, ad esempio, o i romanzi rosa, o l'horror, l'avventura, il noir. Spesso capita che l'aspirante scrittore, per i primi tentativi, si limiti al genere letterario verso cui ritiene di essere portato, quasi non osasse avventurarsi fuori dal piccolo recinto in cui si sente sicuro. Ed a volte, nonostante gli insuccessi, capita che ci si impunti sul genere prediletto, ignorando completamente altre strade magari più agevoli per il medesimo traguardo.
Il primo consiglio che questo manuale ha la pretesa di dare è di non commettere questo errore. Non tarpatevi le ali da soli. Limitarsi ad una "nicchia" letteraria in genere è negativo. Lo è doppiamente se questa "nicchia" è angusta, senza sbocchi nè prospettive.
Lo scrivere è un'attività che può dare soddisfazioni comunque, a prescindere dal modo in cui si sceglie di farlo. Del resto, le classificazioni date ad un'opera, le "etichette" imposte dall'esterno sono, appunto, etichette e nulla più.
Il consiglio dunque è tentare. Prosa, poesia, saggi, mainstream, fiction, cronaca, costume, humour. Cimentarsi in più direzioni. Si scoprirà che le stesse tecniche, gli stessi stili, finanche gli stessi argomenti e tematiche, in breve tutto ciò che si ha da dire, può essere detto ovunque e comunque si scelga di farlo.
In più, diversificando la propria produzione, l'aspirante autore non si chiuderà nessuna porta. Al contrario, avrà a disposizione molte più opportunità, e forse, benchè possa sembrare grottesco, gli accadrà di scoprirsi molto più bravo a trattare un genere che gli era sconosciuto piuttosto che quello che lo ha sempre attratto.

Ma il problema più arduo, comunque, resta quello di trovare un editore. E sarà proprio questo l'argomento principale della prossima puntata.
Il presente testo può essere letto in linea o scaricato, e può essere diffuso per via telematica senza limitazioni. Il testo è però di proprietà dell'autore e non può essere utilizzato per scopi commerciali, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom, senza la previa autorizzazione dell'autore. Inizio pagina | Sommario | Thread | Departments | Columns | Views | Script | Delos Home