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Ridateci il ghetto!
a cura di
Franco Forte
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E' scoppiato un alto dibattito ricorrente, questa volta sulle pagine di Urania,
ovvero: esiste o non esiste una via italiana alla fantascienza? Per quanto mi riguarda direi che la questione può essere liquidata analizzando due semplici punti.
Il primo è che non credo affatto che gli editori siano coalizzati in un subdolo complotto per rifiutarsi di pubblicare i romanzi degli scrittori italiani di fantascienza. Il problema è che di questi scrittori in realtà ce ne sono ben pochi, e quei pochi non sono sufficientemente motivati a produrre romanzi di qualità in un numero tale che si possa parlare di una via italiana alla fs.
Il secondo punto è forse un po' più tragico: a quanto pare la via italiana alla fs (ma anche quella americana e mondiale) non esiste affatto, in quanto tutta la fantascienza sta passando un momento di crisi così forte da metterne in dubbio non solo la vitalità ma, appunto, l'esistenza stessa. Che sia vero? Forse in parte sì, ma a mio parere per un motivo ben preciso. Gli editori più importanti, a partire dalla Mondadori, stanno convergendo verso un'idea editoriale dall'incerto significato (e ancora più incerto futuro), ovvero la commistione dei generi.
Sempre di più sono i romanzi che utilizzano senza problemi temi raccolti sia dalla fantascienza che dall'horror, dal nero, dal thriller e dal giallo, ma adesso anche le stesse collane delle case editrici vanno in questo senso. La Bompiani ha realizzato, per esempio, gli "Squali", in cui escono a braccetto romanzi di tutti i generi citati prima, compresi i fumetti. La Mondadori, con i "Blues", compie un'operazione analoga e fa uscire David Brin con James Ellroy, tralasciando qualsiasi etichetta o distinzione. Sta al lettore districarsi in tanta confusione e nella giungla di titoli.
Questo è un bene o un male? Non lo so. Ma posso vedere quali sono le prime conseguenze.
Ovvero che se fino a ieri gli amanti della fs non facevano che gridare all'ingiustizia perché la loro letteratura preferita era confinata in un "ghetto", adesso la mancanza di etichette e definizioni rischia di nuocere più del dovuto, provocando di fatto la scomparsa della fantascienza. Un esempio pratico? La Mondadori è pronta a breve a sopprimere tutte le sue collane da edicola per la letteratura di genere (dunque Urania, il Giallo, Segretissimo) per far confluire il tutto in una collana analoga ai "Blues".
Un'operazione di questo genere decreterà forse maggior prestigio per gli autori pubblicati, e la tanta acclamata uscita dal "ghetto", ma anche paradossalmente la scomparsa pratica della fantascienza, che non essendo più distinta si amalgamerà al gran calderone della letteratura di genere.
Starà al lettore, a questo punto, rimboccarsi le maniche e darsi da fare per trovare il libro che più si confà ai suoi gusti.
Sob. Arridatece er ghettone!
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Ridateci il ghetto!
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