Contagiato, come tanti negli anni trenta, dalla lettura di Austounding Stories l'autore e critico James Benjamin Blish cominciò la sua carriera nel 1940, nel pieno dell'età dell'oro della fantascienza.
Le sue opere appartengono al filone della space opera, anche se le suggestioni metafisiche e le speculazioni filosofiche non mancano, come in Guerra al grande nulla (A Case of Conscience, 1953) o in Il seme tra le stelle (The Seedling Stars, 1957).
La tetralogia che racconta la storia delle okie, le città volanti, è la sua serie più celebre e ha il respiro cosmico delle storie future sulla scia di Isaac Asimov o R. A. Heinlein.
La serie racconta di come le città terrestri abbandonino una Terra ormai preda di regimi dispotici; protette da una cupola e spinte da generatori ad antigravità le città terrestri si avventurano nello spazio.
Le città vengono chiamate okie come i braccianti agricoli del sudovest degli Stati Uniti, descritti magistralmente da John Steinbeck in Uomini e topi e Furore; libere e vagabonde come loro le città volanti cercheranno la libertà nelle profondità dello spazio, di fronte all'ignoto e a pericoli inimmaginabili.
Il libro
Ed essi avranno le stelle (They Shall Have Stars, 1954)
Nel capitolo che getta le basi dell’intera saga, sullo sfondo di un mondo stretto nella morsa delle “Pace Fredda”, epoca di repressione e instabilità, alcuni individui lottano per dare all’umanità un’alternativa tramite tecnologie mai viste prima. Tra i protagonisti della vicenda troviamo il caparbio Senatore Bliss Wagoner, il suo amico, dottor Giuseppe Corsi dell’Associazione Americana per il Progresso della Scienza, l’astronauta Colonnello Paige Russel, l’ingegnere Bob Helmut, impegnato nel progetto del Ponte di Giove, e Francis Xavier MacHinery, direttore dell’FBI (ora diventata un’istituzione ereditaria).
Una vita per le stelle (A Life for the Stars, 1962)
Un secolo dopo gli avvenimenti del primo libro, le città volanti viaggiano tra le stelle commerciando con le colonie umane in giro per il cosmo, ma mentre alcune “Okie” riescono a prosperare, altre rimangono sempre ancorate ai problemi del passato. In questa epopea spaziale proiettata verso le profondità del cosmo, seguiamo le avventure del giovane Chris DeFord e il suo tentativo di migliorare il proprio status sociale.
Il ritorno dell'infinito (Earthman Come Home, 1953)
Continua la diaspora delle città volanti, che vanno incontro a un universo abitato da molteplici culture, ognuna a uno stadio di sviluppo differente. Personaggio di punta della storia è John Amalfi, sindaco della Okie New York da più di cinquecento anni…
Il trionfo del tempo (The Triumh of Time, 1958)
Sulla Nuova Terra gli scienziati hanno scoperto l’esistenza di un universo basato sull’antimateria, in rotta di collisione con il nostro. Entro tre anni, se non si troverà una soluzione, la vita come la conosciamo sarà destinata a scomparire per sempre.
L'autore
James Blish, (1921-1975) è considerato un maestro della fantascienza. Dopo gli studi di biologia, Blish serve nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua carriera da scrittore inizia nel 1940, con la pubblicazione di alcuni racconti.
Assieme a Isaac Asimov, Damon Knight, Frederik Pohl e altri grandi scrittori, fa parte del gruppo dei “Futurians“.
Il ciclo delle “Città volanti“, la tetralogia scritta tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è stata l’opera che lo ha fatto balzare agli onori della cronaca. In seguito ha pubblicato diverse opere di genere fantasy e horror. Inoltre, Blish ha scritto numerosi romanzi legati all’universo di Star Trek.
Con “Guerra al grande nulla” (A Case of Conscience, Urania Collezione n. 196) ha vinto il premio Hugo 1959 come miglior romanzo dell’anno.
James Blish, Le città volanti, Mondadori, Urania Jumbo n. 9, traduzione di Grazia Alineri, Franesco Franconeri, Guliana Iscaki e Vanna Signorini, – Euro 9,90, ebook Euro 4,99
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