È vero c'è una prima volta per tutto, però un Premio Urania con due vincitori non me lo aspettavo proprio.
Può capitare che una giuria si trovi in imbarazzo nella scelta dell'opera migliore, più raro che decida di non decidere, premiando i due romanzi e lasciando la scelta al lettore.
Ho atteso con impazienza Il sangue e l'impero, il numero di Urania nelle edicole a novembre, in modo da poter capire il perché di una scelta così insolita, ben sintetizzata dalla splendida copertina di Franco Brambilla.
Il primo dei due romanzi è L'impero restaurato, opera di Sandro Battisti, un'altra tessera del grande mosaico che forma il ciclo dell'Impero Connettivo, la smisurata entità postumana governata con pugno di ferro dall'imperatore alieno Totka_II.
Il primo capitolo si apre con una citazione che mette subito le cose in chiaro, Battisti ha modellato l'Impero Connettivo su quello romano ma con L'impero restaurato ha fatto un passo avanti, protagonista della storia è adesso l'impero bizantino, come dire da Asimov a Turtledove.
A questo punto devo dire che Battisti mi ha tirato un (inconsapevole) colpo basso, la citazione è tratta da Storia dell'impero bizantino di Georg Ostrogorsky, un libro che ho amato, letto e riletto, testo fondamentale per capire cosa sia stato veramente un impero di cui normalmente si conosce ben poco.
Questo ha immediatamente stimolato la mia curiosità, perché Totka_II si interessava a Bisanzio e cosa sarebbe saltato fuori dall'incontro tra il lontano passato e il remoto futuro?
Come l'impero bizantino anche l'impero connettivo ha innumerevoli nemici e confini smisurati da difendere, l'aquila bicipite simbolo di Bisanzio ben si adatta anche a un impero esteso sia nello spazio che nel tempo.
In un momento di crisi Totka_II decide di estendere la sua influenza anche al continuum spazio-temporale dominato da Giustiniano I, ma le cose non vanno come previsto.
L'incontro con Teodora e il diffondersi di una grave epidemia tra le sua truppe mettono l'imperatore alieno in una situazione difficile, l'intero impero connettivo è in pericolo e Totka_II si rende conto di aver sottovalutato le capacità degli antichi bizantini.
Mentre il romanzo di Battisti è sospeso tra passato e futuro quello di Francesco Verso è ambientato nell'immediato presente, dove lo stato italiano chiede il sangue dei cittadini, ma non in modo figurato.
I cittadini sono infatti tenuti a versare fisicamente una certa quantità di sangue, se non lo fanno gli esattori ematoriali intervengono con aghi, flaconi e pessime maniere.
Nel mondo degradato di BloodBuster Alan Costa è un emoesattore, ligio alle procedure e integrato, che crede nel sistema, almeno finché non incontra Melissa.
La giovane è una donatrice che mette a rischio la propria salute per dare il suo sangue gratuitamente, questo la rende una fuorilegge ma le procura la protezione del Robin Blood, un movimento anarchico di resistenza che distribuisce il sangue gratis ai poveri.
Costa si troverà implicato in una complessa vicenda in cui difendere la vita di Melissa diventerà più importante che sconfiggere i Robin Blood e mantenere la legalità, una strada pericolosa che lo cambierà per sempre.
Difficilmente si sarebbe potuto mettere insieme due romanzi tanto diversi, una storia che parla di imperi passati e futuri contrapposta a una satira rovente sull'attualità italiana, un linguaggio ricercato e rarefatto a confronto con uno immediato e pieno di neologismi, una trama complessa di fronte a una semplice e immediata, un capitolo di una serie ormai abbastanza corposa e un romanzo "stand alone" (almeno per il momento).
L'unico tratto che accomuna le due storie è che sono affascinanti e in grado di catturare il lettore.
Dato che L'impero restaurato fa parte di un ciclo chi affrontasse per la prima volta l'impero connettivo necessiterà di un piccolo sforzo per entrare nelle pieghe spaziotemporali governate da Totka_II, fatica compensata dal facino che emana la citta dove, per dirla con Guccini, al mare non importa essere azzurro o verde.
BloodBuster nasce da una (grande) idea fondante su cui Verso ha costruito un mondo simile al nostro ma visto attraverso una lente deformante, con un linguaggio "sporco", anch'esso non facilissimo ma coinvolgente.
La prossima volta che pagherete le tasse con il solito versamento bancario non lamentatevi, i versamenti in futuro potrebbero essere molto peggio.
In definitiva due storie di ottima fantascienza, tutto sommato possiamo perdonare la giuria del Premio Urania per non aver scelto e averci offerto l'opportunità di trovarle nello stesso volume.
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