< Pensiero Stocastico | Sommario | Dune: Cronologia >
A beginning is a very delicate time. Know then that it is the year 10191.
The known universe is ruled by the Padishah Emperor Shaddam IV, my father.
In this time, the most precious substance in the universe is the spice
melange. The spice extends life, the spice expands consciousness, the
spice is vital to space travel. The Spacing Guild and its navigators,
who the spice has mutated over four thousand years, use the orange spice
gas which gives them the ability to fold
space. That is travel to any part of the universe without moving.
Oh yes, I forgot to tell you, the spice exists on only one planet in the
entire universe : a desolate, dry planet with vast deserts. Hidden away
within the rocks of these deserts are a people known as Fremen who have long
held a prophecy, that a man would come, a messiah, who would lead them to true
freedom.
The planet is Arrakis, also known as... DUNE. -- Princess Irulan
Introduzione.
Dune: le trame.
Dune: le fonti.
Dune: interrogativi e polemiche.
Dune: il film.
Dune: i giochi di ruolo ed i PC-Games.
Introduzione
Le classifiche dei migliori romanzi di SF di tutti i tempi, che periodicamente vengono
stilate nel mondo degli appassionati, in genere differiscono notevolmente l'una dall'altra.
Tuttavia, esiste almeno un'opera che ogni volta, invariabilmente, viene posta dagli
interrogati nelle primissime posizioni. Si tratta, inutile dirlo, del capolavoro di Frank
Herbert, Dune.
Ma quali sono le ragioni dello straordinario ed inesauribile successo di questo romanzo,
e della saga che esso ha generato?
Il punto, forse, è che non si tratta solo di un romanzo. Herbert, oltre che ideare una
trama eccelsa e dei personaggi affascinanti, ha creato un vero e proprio mondo, ha
descritto con incredibile profondità ed accuratezza l'ecologia di un pianeta, ha definito i
riti e la cultura di un intero popolo, ha tratteggiato una religione, una mitologia, un
sistema filosofico, il tutto all'interno della cornice di una civiltà futura, perfettamente
delineata, che si estende per l'intera galassia. Un'opera immane, che trascende i confini
di un semplice romanzo, che è divenuta giustamente un mito.
Le Trame
La saga di Dune comprende sei romanzi, pubblicati in Italia dall'Editrice Nord. Essi
compongono, a parte qualche lavoro minore, l'intera opera di Herbert. Come avviene a
quegli attori che entrano troppo nei loro personaggi e non riescono a liberarsene, lo
scrittore non seppe o non volle produrre nulla al di fuori dell'universo letterario che
aveva creato. E tuttavia, se non fosse stato per questa dedizione, forse Dune non
avrebbe goduto della cura e della ricerca del particolare che ne hanno fatto un autentico
capolavoro.
Dune: Romanzo vincitore del Premio Hugo e del Premio Nebula. La trama, come
riassunta dalla principessa Irulan nella scena d'esordio del film di David Linch, è la
seguente:
Anno 10191. La galassia è retta da un sistema feudale, con a capo l'imperatore Padishà
Shaddam IV. Arrakis, detto anche Dune, pianeta delle sabbie, spazzato da tempeste e
popolato da creature gigantesche, è il luogo più importante dell'universo, in quanto
unica fonte della sostanza più preziosa conosciuta, il melange, la Spezia, che consente
di distorcere lo Spazio e di viaggiare tra le stelle. In un turbine di cospirazioni, tra Gilde
Spaziali, sorellanze religiose, intrighi e tradimenti, Paul Atreides, il protagonista, diventa
il leader politico messianico dei Fremen, la popolazione di Dune, e li conduce alla
guerra santa per la libertà del loro pianeta.
Messia di Dune: Paul Atreides, il Qwisatz Aderach, l'essere supremo, prodotto dai
millenari piani genetici delle Bene Gesserit, è diventato imperatore della Galassia,
acquistando il controllo di Dune e sposando la figlia di Shaddam IV, la principessa
Irulan. Il suo potere, però, spaventa le Bene Gesserit, che si illudevano di poterlo
controllare. Viene così organizzato un complotto tra la sorellanza, gli scienziati del Bene
Tleilax, ed i dissidenti di Arrakis. Ma non è facile sconfiggere chi, bevendo l'Acqua della
Vita, ha la capacità di vedere il futuro.
Figli di Dune: Arrakis, una volta pianeta deserto, subisce un evoluzione ecologica sotto
la guida dei figli di Paul Muad'dib Atreides, morto di sua volontà al termine del "Messia
di Dune". Parallelamente, un mutamento genetico si compie sugli abitanti stessi di
Arrakis.
L'imperatore-dio di Dune: A duemila anni dalle imprese di Paul Muad'dib, il pianeta
Arrakis è governato da Leto Atreides II, figlio di Paul, divenuto immortale grazie ai
poteri della Spezia. Arrakis non è più un pianeta deserto, bensì un mondo fertile,
trasformato grazie ai piani dell'ecologo imperiale Liet-Kynes. L'immortalità di Leto, però,
comporta per lui la graduale trasformazione in qualcosa di non umano, in un ibrido
uomo-verme.
Gli eretici di Dune: Il pianeta Dune è noto adesso, millenni dopo il regno di Leto II, con
il nome di Rakis. Il miracolo ecologico che lo aveva riportato a mondo fertile si è
ribaltato, ed i vermi delle sabbie dominano di nuovo sul pianeta.
La rifondazione di Dune: Dune è stato distrutto, e con esso l'impero degli Atreides. Le
sorelle delle Bene Gesserit, uniche ad opporsi alle Madri Onorate, le violente e
sanguinarie donne a capo di una cultura aliena nata alla morte di Leto II, progettano di
ricostituire l'impero, costruendo sul pianeta della Casa Capitolare, il loro mondo
d'origine, un deserto popolato dai vermi della sabbia, in grado di produrre il
melange.
Le fonti dell'ispirazione
Cosa può aver ispirato Herbert nella genesi del suo Dune? Le citazioni contenute nel
romanzo sono precise e molteplici, e portano ad identificare i Fremen con i popoli arabi
che negli anni Sessanta lottavano contro le multinazionali petrolifere per il controllo e lo
sfruttamento dei giacimenti. Vediamo in dettaglio queste citazioni:
Il melange è un liquido prezioso celato tra le sabbie, indispensabile per viaggiare: un riferimento neppure troppo velato al petrolio. L'immagine suggestiva dei vermi che emergono dalle sabbie è con ogni probabilità figlia della visione degli immensi oleodotti che percorrono i deserti, a volte ricoperti dalle dune, altre volte affioranti appunto come enormi vermi sotterranei. Le tute da sabbia dei Fremen sono una citazione degli abiti dei Tuareg, anch'essi studiati per ridurre al minimo le perdite d'acqua e proteggere dal calore. Questo aspetto è molto più evidente nel libro di Herbert che nel film di Linch. Nel romanzo, viene detto esplicitamente che "a causa del sistema di riciclaggio delle feci e dell'urina, è impossibile resistere in una stanza chiusa in presenza di un Fremen in tuta da sabbia". La scena che dimostra magnificamente in qual modo la scarsità d'acqua abbia plasmato la cultura Fremen è purtroppo assente nel film: al primo incontro tra il duca Leto Atreides ed i capi delle tribù Fremen, uno di costoro si avvicina al duca e con solennità gli sputa ai piedi. Le guardie Atreides, irate per l'offesa, stanno per aggredirlo, ma il duca li ferma, spiegando che il Fremen gli ha reso il più grande omaggio che su Dune un uomo possa fare ad un altro, poichè gli ha donato la sua acqua. I termini ed i nomi usati da Herbert sono evidenti distorsioni di vocaboli arabi: Muad'dib (topo-canguro che diventa nome di battaglia di Paul Atreides), Inshi'ah (guerra santa), Shaj'ulud ("creatore", ovvero il verme), Feddaynkin (chiaro riferimento al Fedayn palestinese), Sayaddhina (la sacerdotessa), e molti altri. Il fatalismo, la religiosità, l'attesa messianica da parte dei Fremen sono caratteri tipici della cultura araba. Così come le tribù arabe, sotto la guida del profeta Maometto, furono capaci di unirsi, di sconfiggere ogni altro popolo e di creare un impero, così i Fremen attendono il Qwisatz Aderach, l'essere supremo, un leader politico e spirituale che li guidi alla conquista dell'universo.
Dunque la sanguinosa lotta per la nazionalizzazione dei pozzi petroliferi fu la fonte cui Herbert attinse per creare l'epica vicenda del suo romanzo. Non bisogna dimenticare comunque le citazioni medievali contenute in Dune (le Gilde Mercantili, le sette religiose, il feudalesimo), e neppure gli accenni al mondo classico (come viene evidenziato nei seguiti di Dune, la nobile casa degli Atreides discende direttamente dagli Atreidi di Omero: risalendo nei ricordi dei suoi antenati, Paul Muad'dib si imbatte nientemeno che in Agamennone!)
Interrogativi e polemiche
Perchè Dune è un deserto?
Nonostante l'assenza di precipitazioni, su Arrakis l'acqua non è assente, com'è
dimostrato del resto dalle ingenti riserve sotterranee dei Fremen. Eppure il pianeta è
quasi completamente costituito da deserti sabbiosi. Come mai?
Secondo l'ecologo imperiale Liet-Kynes, l'origine dei deserti di Arrakis è anche
parzialmente organica: in qualche modo la sabbia è un sottoprodotto del ciclo vitale dei
vermi giganti. Lo Shaj'ulud ed il deserto hanno un legame profondo: l'esistenza dell'uno
dipende strettamente da quella dell'altro. E' dunque la presenza stessa dei vermi ad
imporre al pianeta l'ecologia da deserto: questa è, probabilmente, anche la ragione per
la quale i Fremen si riferiscono al Verme delle Sabbie col nome di Creatore (come recita
la preghiera Fremen: "benedetto il creatore e la sua acqua...").
Che relazione c'è tra la Spezia ed i vermi?
Il film di Linch non chiarisce affatto questo punto, e del resto lo stesso romanzo di
Herbert lascia una zona di penombra sull'argomento. Il melange indiscutibilmente è un
prodotto organico dei vermi (ancora analogia col petrolio, prodotto dalla decomposizione
di organismi preistorici). Tuttavia, sembra che sia possibile ottenerlo anche dal verme
vivo. In realtà, i vermi producono più di una sostanza: solo i gas del melange in
evaporazione sono usati per distorcere lo Spazio.
La bava che i vermi neonati secernono quando vengono affogati (Occorre catturare un
verme neonato e raccogliere acqua a sufficienza per affogarlo! Basta questo per capire
quanto dovesse essere preziosa questa sostanza.) viene chiamata "Acqua della Vita".
Questa bava ha un potere terribile: velenosa per gli uomini, rende le sorelle Bene
Gesserit capaci di risalire indietro nei ricordi delle loro antenate, di leggere la mente, di
soggiogare la volontà altrui. Un solo uomo può bere l'Acqua della Vita e sopravvivere: il
Qwisatz Aderach. Egli sarà in grado di raggiungere il luogo dove le Bene Gesserit non
possono penetrare, ovvero i ricordi degli antenati maschi. Inoltre, egli riuscirà a vedere il
futuro.
Infine, nel romanzo è citata anche una forma solida della spezia, commestibile per
l'uomo (Paul Atreides se ne ciba in una scena del film di Linch).
Come fanno i Fremen a sopravvivere su Dune?
Parallelamente ai tuareg del Sahara, che sfruttano le oasi e le valli del massiccio
montuoso dell'Atlante, i Fremen raccolgono ingenti depositi d'acqua nelle zone rocciose
di Dune, in particolare nella regione del Polo Sud. Ivi essi praticano l'agricoltura, la
pastorizia, l'allevamento, e sostengono una popolazione numerosa, completamente al di
fuori dal controllo imperiale. Il circolo antartico di Arrakis è un luogo misterioso per i
dominatori stranieri: gli Atreides, e prima di loro gli Arkonnen, avevano richiesto
inutilmente alla Gilda Spaziale l'uso di un satellite per il controllo del territorio. In realtà
la Gilda mantiene un accordo segreto con i Fremen, e si è impegnata a non fornire mai
agli imperiali una simile possibilità.
Come si domano i vermi?
Mediante l'uso di un particolare rampone metallico, detto "Amo da Creatore". I vermi
hanno un'epidermide segmentata, ed i tessuti sottostanti molto sensibili: conficcando il
rampone alla congiunzione tra due segmenti e lacerando la pelle del verme, i tessuti
interni vengono a contatto con la sabbia rovente del deserto. Per il verme tale contatto è
doloroso, per cui esso, istintivamente, tende ad allontanare la zona ferita dalla sabbia,
contorcendosi e ruotando sul proprio asse. Il Fremen, mantenendo la presa sul
rampone, viene così portato "a cavallo" del verme, a decine di metri dal suolo. A questo
punto, per evitare che il verme si immerga di nuovo, l'uomo dovrà bloccare in posizione
aperta gli sfiatatoi del gigantesco animale, orifizi analoghi a quelli dei cetacei terrestri.
Agendo sugli sfiatatoi e mantenendo aperte le ferite con i ramponi, un gruppo ben
addestrato di Fremen può costringere il verme a portarlo ovunque, vera e propria "nave
del deserto".
Perchè la tecnologia dell'universo di Dune è così arretrata?
In stridente contrasto col futuro ipertecnologico di "Guerre Stellari" e di altre opere SF
ambientate in così remoto futuro, l'anno 10191 di Herbert è penosamente primitivo.
Primitivo sia dal punto sociale (in definitiva un sistema feudale), sia dal punto di vista
scientifico (e Linch ha reso bene questo concetto con scenari low-tech per il suo film),
privo com'è di computer, di robot, di tecnologie futuribili.
Herbert imputa tale status-quo ad avvenimenti antecedenti le vicende del romanzo.
Sembra che, secoli prima la nascita di Paul Atreides, sia avvenuta una sorta di crociata
politico-religiosa contro le macchine. Conseguenza di tutto ciò, nel mondo di Dune è
quasi un sacrilegio servirsi di strumenti tecnologici, e si preferisce addestrare computer
umani (i Mentat), viaggiare nello spazio per mezzo di una sorta di "magia" che nessuno
comprende, combattere con soldati in carne ed ossa, addirittura sfidarsi in duelli all'arma
bianca.
Prima di scoprire la Spezia, come si viaggiava tra le stelle?
Poichè, come dice Herbert, il melange si trova solo su Dune, è ovvio che i navigatori
spaziali non potevano conoscerlo prima di scoprire il pianeta deserto. Però, in qualche
modo, su Dune devono esserci arrivati, altrimenti... Sembra un problema ricorsivo:
l'unico modo di raggiungere Dune è usare la Spezia, ma la Spezia si trova solo su Dune.
La risposta a questo paradosso è la stessa della domanda precedente: prima della
crociata anti-macchine, probabilmente gli umani conoscevano altre tecniche per
viaggiare (l'iperspazio, l'ibernazione, ecc.). Essi hanno colonizzato la galassia mediante
queste tecniche, per poi perderne conoscenza nei secoli bui del nuovo medioevo.
Se Dune è così importante, perchè l'imperatore non lo controlla direttamente?
In realtà il potere dell'imperatore Shaddam IV è più apparente che reale: egli comanda le
terribili truppe Sardaukar, ma non le potrebbe impiegare se la Gilda Spaziale non gli
fornisse le astronavi per portarle da un capo all'altro del suo impero.
Dunque il vero potere è nelle mani dei navigatori della Gilda. Ma anche costoro hanno
un punto debole: hanno un continuo bisogno di Spezia, dalla quale sono fortemente
dipendenti. E' facile capire che, se l'imperatore controllasse direttamente l'estrazione
della Spezia, egli potrebbe ricattare la Gilda Spaziale e liberarsi dal suo giogo.
In conclusione, i navigatori della Gilda non possono permettere che Shaddam controlli
Dune: per questo l'imperatore è costretto a servirsi dei suoi poco fidati feudatari. E, nello
stesso tempo, Shaddam deve mettere i suoi vassalli l'uno contro l'altro, in modo che
nessuno di loro diventi abbastanza forte da minacciarlo.
Si tratta di un delicato equilibrio di poteri, magistralmente descritto da Herbert, un sottile
castello di carte che l'avvento del Qwisatz Aderach farà crollare rovinosamente.
Dune è un romanzo razzista?
Diciamo che Herbert fa di tutto per dimostrarlo. Le trame genetiche che le Bene Gesserit
tessono al fine di creare l'essere perfetto rimandano (neanche troppo sottilmente) ai
deliri hitleriani sulla "razza superiore". Tra le righe del romanzo si scorge senza alcuna
fatica un pensiero, se non proprio nazista, certo non particolarmente moderno: Herbert,
dopotutto, sembra approvare il sistema feudale; inoltre elogia Dune perchè, ambiente
aspro ed inospitale, forgia un popolo di guerrieri ben più aggressivo e virile dei
decadenti imperiali. Come dice Paul Atreides: "Dio ha creato Arrakis per addestrarvi i
suoi fedeli; nessuno può andar contro il volere di Dio."
Linch ha ben colto il sentore razzista della vicenda presentando nel suo film le dinastie
degli Atreides e degli Arkonnen ben riconoscibili dai tratti somatici. Feteci caso: gli
Arkonnen hanno tutti i capelli rossi, ispidi, il colorito malsano; sono, inutile dirsi, brutti e
cattivi. Il loro capo, il Barone Harkonnen, è addirittura omosessuale (riprovazione
massima!). Gli Atreides, viceversa, sono bruni, virili, le chiome liscie e curate, bellissimi
eroi senza macchia e senza paura.
Il razzismo è fin troppo evidente sulle pagine di Dune: c'è piuttosto da chiedersi se non
sia un effetto voluto. Dopotutto, Herbert avrebbe potuto mettere in luce tali aspetti
proprio per condannarli... Tuttavia, proprio il rifiuto della tecnologia presente in Dune
porta ancora acqua al mulino della tesi "Herbert-reazionario", in quanto lo scrittore
sembra preferire un futuro popolato da servitori e schiavi umani piuttosto che da
macchine che svolgano lo stesso lavoro.
Il film
Portare sul grande schermo una trama complessa ed intricata come quella di Dune,
densa di particolari e di vicende parallele, è impresa non da poco. Dopo qualche
tentativo abortito, il regista che accetta la sfida è David Linch. Corre l'anno
1984; Lynch ha al suo attivo il successo di "Elephant Man", ed è finanziato da un
colosso come Dino De Laurentis.
Il cast.
Linch, grande ammiratore dell'opera di Herbert, investe particolare cura nella ricerca dei
protagonisti per il suo film. Per la parte principale, quella di Paul Atreides, Linch sceglie
Kyle MacLachlan, giovane attore praticamente al debutto cinematografico. Regista ed
interprete instaurano un rapporto di lavoro eccellente, al punto che Linch decide di
portare MacLachlan con sè praticamente in tutti i film successivi (Velluto Blu, Twin
Peaks, Fuoco cammina con me).
MacLachlan racconta che il provino per la parte fu sorprendentemente facile:
si trattava di recitare la scena del Gom Jabbar, la prova durante la quale Paul, in
pericolo di morte, si salva ricorrendo alla litania per il controllo mentale insegnatole dalla
madre (Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte
che porta con sè l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura, non permetterò
che mi calpesti...). Poichè MacLachlan era all'epoca un fanatico di tecniche Yoga, la
cosa fu lui del tutto naturale.
Un giornalista accusò un giorno MacLachlan di essere soltanto una creatura di Linch.
- Non una creatura! - ribattè lui - Io sono il suo "totem cinematografico"!
La parte di Chani viene affidata a Sean Young, nota agli appassionati SF come la
replicante di cui si innamora Harrison Ford in "Blade Runner".
Per il ruolo di Feyd Rautha, l'acerrimo nemico di Paul, viene chiamata la famosa rock-
star Sting, che offre una prova inaspettatamente all'altezza.
Altra vecchia conoscenza per il pubblico, l'attore scelto per interpretare Gurney Halleck,
maestro d'armi di Paul. Si tratta di Patrick Steward, che sarebbe in seguito diventato
il capitano Jean-Luc Picard di Star Trek The
Next Generation. Curiosamente, Steward nasce come interprete shakespeariano, ed
approda al cinema di fantascienza in modo del tutto casuale, come egli stesso racconta.
Dopotutto, però, gli intrighi e le passioni epiche di Dune sono quanto di più
shakespeariano si possa trovare nella SF moderna: la caduta dei grandi uomini è difatti
un tema costante nelle tragedie del commediografo inglese.
La composizione della colonna sonora, grandiosa e vibrante come richiesto dalla
vicenda, viene affidata ai Toto. Particolarmente riuscito, il brano di Brian Eno, il ben
noto ed orecchiabile "Tema della profezia".
I "mostri" del film, indubbiamente impressionanti, sono opera di Carlo Rambaldi. Da
ricordare il disgustoso "navigatore di terzo stadio", pilota della Gilda Spaziale reso
deforme dagli effetti della Spezia, e gli immensi vermi delle sabbie, capolavori di
ingegneria meccanica prima ancora che di effetti speciali.
Perchè il film non ha successo?
Nonostante l'impegno, il film di Linch non decolla. Non si tratta di un fiasco, è vero, ma i
ricavati del botteghino non giustificano gli alti costi di produzione. Pubblico e critica sono
concordi nell'imputargli una certa pesantezza: le atmosfere della pellicola, in particolar
modo quelle degli interni, sono fosche, oppressive, in qualche modo "barocche". Linch
ha un tocco del tutto personale, che affinerà nelle opere successive, ma che per il
momento non sembra adeguato.
Chiunque abbia letto il romanzo non rimane soddisfatto dalla visione della pellicola. Tra i
numerosi rimproveri mossi a Linch, quello di aver introdotto un elemento del tutto
estraneo al romanzo, le mirabolanti armi soniche degli Atreides: ideate da Linch per
riannodare qualche filo sciolto dopo gli indispensabili tagli di trama, le armi soniche
smentiscono però l'assunto "niente high-tech" sottolineato da Herbert. Anche le tute da
sabbia, che Herbert pensava simili agli abiti Tuareg, sono troppo evolute e futuribili nel
film di Linch. Il loro design, opera di Jean-Gir, fa pensare più ai mondi di Flash Gordon
che al pianeta deserto di Herbert.
Infine, il gusto dell'orrido: in alcune sequenze, Linch sembra compiacersi nel disgustare
gli spettatori. In particolare, nei primi piani del viso del Barone Harkonnen e del
Navigatore di Terzo Stadio, nelle morti raccapriccianti di Beast Rabban e di Feyd
Rautha; la "valvola cardiaca" degli Harkonnen, invenzione gratuita di Linch, gli consente
di girare un paio di scene orride assolutamente non funzionali alla trama, utili solo per
sottolineare al pubblico quanto il cattivo sia carogna e malvagio.
In conclusione, Linch vince solo parzialmente la sfida di portare l'opera sul grande
schermo: per l'appassionato di SF, Dune rimane sempre e solo il romanzo di Frank
Herbert.
I giochi
L'opera di Herbert ha ispirato la nascita di una vasta ludoteca, a dimostrazione di quanto
questo romanzo sia entrato nel mito.
MUD:
Esistono almeno cinque MultiUser Dungeons&Dragons incentrati sulla saga di Dune.
Essi sono:
Dune MUD, Dune MUSH (entrambi ispirati al primo romanzo), Dune II MUSH (ispirato a "Figli di Dune"), Heretics MUSH (ispirato a "Gli eretici di Dune"), Revenant MUSH (ispirato a "Rifondazione di Dune").
Pc Games:
Primo computer game ispirato al romanzo, Dune I per PC, commercializzato dalla Virgin Games.
Si tratta di un adventure-strategico, dotato di una buona grafica, di suoni e parole digitalizzate. E' un
prodotto di ottimo livello, dotato di stupendi scenari rasterizzati (eccezionali i voli sul deserto di Arrakis).
Abbiamo poi Dune II, per PC e SegaCD, prodotto dalla Westwood Studios. Si tratta di
uno Strategy Game: l'utente può prendere le parti degli Atreides, degli Harkonnen, o di
un'altra nobile Casa, e lottare per il predominio di Arrakis.
Esiste infine un gioco da tavola ispirato alla saga di Herbert. Si tratta di "Dune",
prodotto dalla Parker Bros.
Il presente testo può essere letto in linea o
scaricato, e può essere diffuso per via telematica senza limitazioni.
Il testo è però di proprietà dell'autore e non
può essere utilizzato per scopi commerciali, pubblicato su riviste
commerciali o inserito in CD-Rom, senza la previa autorizzazione dell'autore.
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