Potremmo definire Joshua Tree Calvert, pseudonimo di Benjamin Krämer, uno scrittore d'altri tempi.

Come molti grandi della fantascienza del passato ha vissuto molte avventure, ha viaggiato in molti paesi lontani tra cui il Kyrgyzstan, le Filippine e l'Iran, dove è stato anche imprigionato.

Inoltre l'autore tedesco scrive una fantascienza militare che per certi versi ricorda molto quella di Larry Niven e Jerry Pournelle.

La vicenda narrata in Teleport inizia nel Maracaibo Lake, in realtà una porzione del mar dei Caraibi (a cui è collegato solo da un piccolo stretto) situata in Venezuela.

Quando la drilling ship Deep Sea Explorer inizia le operazioni di perforazione scoppia una tempesta e sotto gli occhi increduli di Anders Larsson, che guarda la scena dal ponte del supply vessel Dolphin, l'intera nave svanisce nel nulla.

Questo segna l'inizio di una vicenda che vede mescolarsi intrighi politici, il ritrovamento di un antichissimo manufatto e una terribile minaccia aliena.

Una trama intrigante, anche se mi sembra evidente che tra le sue tante esperienze Calvert non annovera il lavoro su una drilling ship, altrimenti non ne avrebbe messa una nel Maracaibo Lake.

Già la nave farebbe fatica a entrarci perché per passare sotto il ponte sullo stretto dovrebbero aver smontato la torre di perforazione, inoltre in 60 metri d'acqua (massima profondità del lago) avrebbe seri problemi a operare.

Insomma la Deep Sea Explorer era destinata a finire male, la speranza è che non faccia la stessa fine anche il resto dell'umanità.

Il libro

La gigantesca nave petrolifera Deep Sea Explorer si avventura in un’operazione che promette lauti guadagni.

Ma anche alti rischi, date le condizioni climatiche estreme dell’area: il fondale del Lago di Maracaibo, un piccolo mare interno situato sulla costa nord-occidentale del Venezuela, soggetto a frequenti tempeste elettromagnetiche.

Durante la notte, mentre la Deep Sea Explorer inizia le perforazioni, la natura si scatena: un temporale spaventoso avvolge l’intera flotta, con fulmini che sembrano concentrarsi attorno alla nave principale, causando strani fenomeni magnetici, fino a quando l’ingegnere Anders Larsson assiste con orrore alla deformazione e al collasso della nave, che viene risucchiata nel nulla, scomparendo in modo inspiegabile.

Ma c’è ben altro sul fondo del Maracaibo oltre alle risorse petrolifere. Un manufatto extraterrestre, sorgente di un’instabilità magnetica che distrugge tutti i dispositivi elettronici della regione.

Gli Stati Uniti inviano un team internazionale di ricercatori per indagare sul fenomeno e penetrare nella misteriosa camera interna del manufatto, che potrebbe nascondere la più grande scoperta dell’umanità… o la più grave minaccia contro la sua sopravvivenza: il segreto del teletrasporto.

Ma verso dove e, soprattutto, verso chi?

All’interno, il racconto “Dopo Maja” di Giovanni De Matteo. Ecco cosa racconta l’autore:

“Da dove nasce la creatività? Cosa determina la necessità creativa preposta all’esperienza artistica?” È un quesito che ha tenuto banco negli ultimi mesi per via degli esiti raggiunti dalle IA text-to-image (Dall-E, Midjourney, e le loro sorelle), fino a non molto tempo fa ritenuti impensabili. Ed è questo lo spunto da cui scaturisce “Dopo Maja”, un racconto su un microcosmo da cui si intravede la complessità del mondo sullo sfondo, che omaggia il cyberpunk di William Gibson, lo stile di Breece D’J Pancake e la musica di Cat Power. È anche uno dei racconti a cui sono più legato e spero che lasci qualcosa anche ai lettori.

L'autore

Joshua T. Calvert – Nato nel 1986 a Hameln, in Germania, si è laureato in gestione della comunicazione presso l'Università di Scienze Applicate di Osnabrück e per qualche anno ha lavorato come giornalista.

Nel 2017 ha iniziato ad autopubblicarsi su Amazon e ha incontrato un immediato successo.

Attualmente vive in Portogallo e si dedica a tempo pieno all'attività di scrittore.

Joshua T. Calvert, Teleport (Teleport, 2022), Mondadori, collana Urania Jumbo n. 61,  euro 9.90, ebook 7.99.