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Sindrome di Nomoski
Racconto di Giovanni Burgio
Giovanni Burgio è relativamente nuovo dell'ambiente, ma in breve tempo ha dimostrato di saper crescere parecchio come autore, sfornando racconti sempre migliori, sempre più calibrati e sempre più vicini agli standard qualitativi che segnano il passaggio del confine tra amatorialità e professionismo. Un suo racconto ha vinto l'ultima edizione del premio Courmayeur, e nelle passate edizioni del premio Alien ha sempre fatto bene, come con il racconto che segue, che si è piazzato tra i finalisti. Sono sicuro che Giovanni continuerà a crescere, perché ha dalla sua due armi molto importanti: la modestia e la capacità di mettersi in discussione. Solo così si può continuamente migliorare.
LeggiChiedete di Bierkovitz
Racconto di Giovanni Burgio
Giovanni Burgio sta crescendo. A passi sempre più veloci e decisi si sta guadagnando un posto di rispetto tra gli autori italiani del fantastico nazionale. Personalmente lo conosco bene per aver letto alcuni dei suoi migliori racconti che hanno partecipato ai premi Lovecraft e Alien, ma ormai il suo nome ha cominciato a girare da quando, all'ultima Italcon di San Marino, l'abbiamo visto salire sul palco a ritirare la palma d'onore del "Premio Courmayeur", che ha vinto con il racconto BabyLight. Ma non e' tutto qui. Perche' molte altre sue opere usciranno presto in antologie prestigiose, dando a Burgio il merito che si è guadagnato scrivendo racconti piacevoli e ricchi d'inventiva come questo che segue.
LeggiDigipainting '97
Ovvero, Il lato fantastico di un fantastico modo di dipingere. Nella mostra internazionale che ha avuto luogo a Roma in maggio, dedicata alla pittura digitale, un'arte che diventa sempre più sofisticata e richiesta anche nel mondo della sf, gli artisti fantastici, tra i quali il nostro Maurizio Manzieri, hanno avuto la loro parte di successo. Maurizio ci racconta com'è andata.
LeggiThe Prisoner - Il Prigioniero
Un uomo guida una macchina sportiva (una Lotus 7) per il centro di Londra. La scena cambia: ora egli è in un corridoio poco illuminato; l'espressione è tesa ed aggressiva. In pochi istanti irrompe in un ufficio dove, dopo un violento alterco con quello che sembra essere un funzionario, consegna una lettera di dimissioni e se ne va. Nuovamente in auto, questa volta l'uomo si dirige verso casa; in parallelo, assistiamo alla distruzione del suo dossier da parte dell'organizzazione per cui lavorava.
Ora l'uomo è nel suo alloggio, dove prepara in fretta le valigie; è chiara la sua intenzione di abbandonare tutto, forse per sempre. Non si accorge però di essere stato pedinato: qualcuno immette nella serratura della porta un gas narcotizzante, che tramortisce quasi istantaneamente il protagonista.
Al risveglio, l'uomo si trova ancora nel medesimo appartamento, solo l'esterno è cambiato. Londra è scomparsa, al suo posto un villaggio.
Il mondo di Zoe
Racconto di Riccardo Vigilante
Avevo letto altri racconti di Riccardo Vigilante, e avevo sempre notato il germe nascosto di qualcosa di oscuro, una capacità narrativa non indifferente e l'utilizzo di un linguaggio non casuale, lontano dagli stereotipi tipici degli esordienti quanto lo sono le sue trame complesse e spiraleggianti. Questo "Il mondo di Zoe" è una delle più belle cose che ho letto di recente, non solo di autori italiani, soprattutto per il coraggio di non voler spiegare, di non volersi rendere del tutto evidente al primo passaggio degli occhi del lettore. Provate a rileggerlo, dopo la prima volta. Scoprirete nuovi piani e nuove dimensioni in cui affondare il vostro interesse, come se vi trovaste di fronte a una sorta di universo escheriano fatto di prospettive ingannevoli e in continua trasformazione. Eppure Vigilante ci vede perfettamente chiaro, e alla fine tutti i nodi tornano al pettine, sciogliendosi con una semplicità che ha del miracoloso. Leggere per credere.
LeggiIllustratori e megabyte
Un tempo computer e creatività sembravano pianeti lontani anni luce. Negli ultimi anni, sempre di più, l'informatica viene in aiuto agli artisti che la sanno utilizzare. Ma quali sono le problematiche tecniche più comuni per chi vuole diventare un illustratore digitale? Giorgio Ginelli, esperto di fantascienza e giornalista di informatica, delinea un panorama della situazione.
LeggiScacco doppio
Racconto di Lino Aldani
Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.
LeggiE' sempre tempo di eloi
Una cronaca personale - e come potrebbe essere altrimenti - della XXIII Italcon. Quattro giorni, dal 1 al 4 maggio, all'insegna degli eroi, e, soprattutto, degli Eloi.
LeggiViaggiare nel tempo 1
La tematica dei viaggi nel tempo è una delle più affascinanti di tutto il genere fantascientifico. Da sempre gli scrittori di science-fiction si sono prodigati nel realizzare opere che parlassero di paradossi temporali, tempo alternativo correlato al mutamento storico e via dicendo. Tant'è che in questo breve articolo vengono tracciati solo alcuni percorsi narrativi e non un'intera disamina di tutto il materiale letterario proposto al riguardo di questo tema suggestivo. Attività, per altro, che necessiterebbe sicuramente più "tempo" rispetto alle poche ore che ho a disposizione prima di andare in linea con questo nuovo numero di Delos Science Fiction!
LeggiLa bella e la bestia
Racconto di Lanfranco Fabriani
Con questo racconto approda su Delos uno degli autori più interessanti della fantascienza italiana degli Anni Ottanta. Dopo l'esordio sulla mitica fanzine padovana "The Time Machine" Fabriani, system administrator della rete informatica alla Facoltà di Lettere dell'Università La Sapienza di Roma, ha scritto poco, ma tenendo sempre uno standard qualitativo molto alto. Questo racconto è uscito in origine nel 1988 sulla fanzine vercellese "The Dark Side".
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