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Italcon report: una cena "storica"...
Le cene di gala delle Italcon hanno sempre riservato strane sorprese: la leggenda ancora parla di misteriosi "triboli fritti" di una decina d'anni fa. Ma anche questo mito è destinato a impallidire di fronte a ciò che è accaduto quest'anno, che senz'altro sarà ricordato molto, molto a lungo...
LeggiSf made in Italy: Nirvana e gli altri
Il cinema italiano non ha mai prestato molta attenzione alla fantascienza. Scarsità di mezzi, forse, oppure semplicemente un riflesso del poco successo che questo genere ha sempre riscosso anche nel campo della narrativa. Eppure un certo numero di produzioni ci sono state, alcune anche molto dignitose. Umberto Guidi ne traccia la storia.
LeggiMatricole!
Ma è possibile, ci si chiede sempre ai convegni di fantascienza, che si debbano vedere sempre le stesse facce? Certo che è possibile! Lo prova questa piccola scelta di foto scattate nel corso di convention italiane dal 1977 ad oggi. Sempre le stesse facce, ma anche un po' cambiate...
LeggiGilgamesh 2
Può il fumetto sconfinare nel mondo letterario dell'epica? E' possibile utilizzare il medium delle nuvole parlanti per trattare in modo serio, magari anche con efficacia, i temi drammatici e vibranti della mitologia? Non affrettatevi a pensare a Hercules e a rispondere "no". Come sempre, è questione di mestiere, di misura e di talento. C'è chi ha lavorato con più sensibilità della Disney, qualcuno che ha pensato più al gusto che al botteghino, qualcuno che ha ricavato dal tentativo (certo non facile) un'opera oggettivamente notevole. Stiamo parlando di Robin Wood e Lucho Olivera, autori del fumetto mitologico-fantastico Gilgamesh.
LeggiTre per uno 1
Racconto di Vittorio Catani
Arriva sulle nostre pagine una vecchia gloria della fantascienza italiana, un autore che ha pubblicato moltissimo, sia sulle fanzine che su riviste professionali, mantenendo sempre un alto standard qualitativo, fino a vincere il Premio Urania col romanzo Gli universi di Moras. Il racconto che presentiamo è quasi una riflessione, che tira in campo diversi argomenti difficili e che certamente farà discutere.
LeggiGiochi di ruolo e fantascienza
Gli appassionati di narrativa del fantastico e gli amanti dei giochi di ruolo sono due categorie legate da un complesso (e a volte contraddittorio) rapporto di comunanza, da una singolare parentela non sempre riconosciuta, a volte persino ripudiata, ma dalla quale alla lunga è impossibile sottrarsi.
Come lontani cugini separati più dai reciproci sospetti che dalla distanza, il popolo della fantascienza e quello dei giochi di ruolo spesso ergono steccati a separare i rispettivi orticelli, disconoscendo le sorgenti comuni cui entrambi attingono linfa vitale. Questo articolo vuole essere una lancia spezzata a favore dell'incontro tra i due mondi. Lungi dal tentare una trattazione completa dell'argomento "Gioco di ruolo & Fantascienza" (per vastità, tale tema meriterebbe almeno un saggio), esso vuole semplicemente offrire una panoramica, un'istantanea dello stato attuale dell'arte, offrendo definizioni, chiarendo il significato di alcuni termini "da iniziati", elencando gli esempi più notevoli e interessanti provenienti dalla fusione tra i due mondi. Offrendo, in definitiva, l'unico elemento in grado di unire due realtà orgogliose della propria identità e sospettose l'una dell'altra, quando non addirittura in competizione: la conoscenza reciproca.
Intervista con Michael Whelan
Se siete lettori di fantascienza, vi sarà senz'altro capitato di soffermarvi affascinati sulla copertina del libro che avevate in mano, scrutando il volto del personaggio raffigurato e cercando di immaginarne i pensieri, e immergendovi in una situazione, in un'ambientazione resa sempre più reale da quei dettagli del disegno, scoperti man mano che lo perlustrate con lo sguardo. Se vi è capitata un'esperienza del genere, probabilmente l'autore della copertina del libro era Michael Whelan, forse il più bravo, e sicuramente il più famoso fra gli illustratori di fantascienza. Maurizio Manzieri, nostro prezioso collaboratore e artista lui stesso, ha realizzato questo speciale - completo di intervista - su questo mito vivente.
LeggiIntroduzione a Michael Whelan
Se siete lettori di fantascienza, vi sarà senz'altro capitato di soffermarvi affascinati sulla copertina del libro che avevate in mano, scrutando il volto del personaggio raffigurato e cercando di immaginarne i pensieri, e immergendovi in una situazione, in un'ambientazione resa sempre più reale da quei dettagli del disegno, scoperti man mano che lo perlustrate con lo sguardo. Se vi è capitata un'esperienza del genere, probabilmente l'autore della copertina del libro era Michael Whelan, forse il più bravo, e sicuramente il più famoso fra gli illustratori di fantascienza. Maurizio Manzieri, nostro prezioso collaboratore e artista lui stesso, ha realizzato questo speciale - completo di intervista - su questo mito vivente.
LeggiL'autostrada delle stelle
C'è un luogo dove le astronavi aliene atterrano ogni notte. C'è una strada dove ogni extraterrestre che si rispetti fa una corsa, e c'è un bar dove E.T. ama farsi una birra con gli amici. E c'è un'Area chiamata 51 che li aspetta. E Marco Spagnoli c'è andato!
LeggiDiscussioni
Questo spazio non sarà, assolutamente, uno spazio fisso. Tuttavia, visto che il nostro editoriale del mese scorso ha suscitato qualche dissidio, ci sembra giusto lasciare lo spazio per la replica al diretto interessato. Non vogliamo replicare punto per punto perché non ci sembra il caso di portare avanti ulteriormente la polemica, sebbene De Turris in qualche punto ci attribuisca affermazioni ben lontane dalle nostre. Un paio di cose le dobbiamo annotare: De Turris fa riferimento più volte alla nostra età, che non è così tenera come sembra supporre (le nostre prime fanzine di fantascienza risalgono a quasi vent'anni fa); ribadiamo inoltre che la nostra critica non era a De Turris come persona ma all'articolo di De Turris, che in quel contesto - un numero celebrativo di Urania - ci sembrava fuori luogo e abbiamo scritto perché. Per quanto riguarda poi l'accusa di vivere di ciberspazio e non accorgerci di cosa accade nel mondo dell'editoria, credo che rispondano bene i trentatré numeri di Delos sotto gli occhi di tutti. Infine perché non notare, nella nostra costante difesa del mezzo elettronico, che nessuna rivista cartacea avrebbe pubblicato integralmente una risposta di sei cartelle a un editoriale di poche righe? Per tutto il resto lasciamo il giudizio ai lettori.
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