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Deus ex machina 1
Qualche considerazione su serie tv e rispettivi finali, e angeli e dei. Occhio, se non avete ancora visto i suddetti e ci tenete a non saperne nulla, passate direttamente all'ultima pagina di questo editoriale.
LeggiUn fanta-thriller nell’universo di Osamu Tezuka
Naoki Urasawa mischia le carte: Astro Boy diventa lo spunto per un’originale caccia al serial killer in un manga che strizza l’occhio a Philip Dick.
LeggiL'occhio del sole
2 su 5
di Arthur C. Clarke e Stephen Baxter
Sunstorm, 2005, Editrice Nord, 2009
Segnali dal sole
4 su 5
di Jacques Spitz
Les signaux du soleil, 1943, Mondadori, 2009
L'occhio del tempo
3 su 5
di Arthur C. Clarke & Stephen Baxter
2004, Nord, 2008
2008: Viaggio nel cinema di fantascienza
A colloquio con Luca Bandirali e Enrico Terrone, autori del volume Nell’occhio, nel cielo. Teoria e storia del cinema di fantascienza edito dalla Lindau.
LeggiArrivano gli Heroes
Su Italia 1 approda la serie fantascientifica che ha totalizzato ascolti record in America. Si tratta di un mix di X-Men, 4400 e Lost. Occhio ai protagonisti e attenzione agli Spoiler
LeggiIncubi perfetti
4 su 5
di Jacques Spitz
La guerre des mouches et L'homme élastique, 1938, Mondadori, 2006
L'occhio amorevole
Racconto di Sergio Cicconi
Dopo la laurea in filosofia, un po' per amore un po' per studio, ho trascorso (e perso felicemente) anni errabondi in città d'Europa e degli USA. Ho scritto vari racconti (alcuni pubblicati su magazine negli Stati Uniti e in Italia) e due romanzi giovanili che più che incompiuti definirei malcompiuti. Un terzo romanzo invece l'ho appena ultimato, e non aspetta altro che vedersi stampato. Su Delos ho pubblicato Vita mentale di alcune macchine e Il canto dell'ultima voce. L'occhio amorevole è un racconto che nessuno capisce (nemmeno io) e che ciò nonostante è arrivato terzo al Premio Alien 2002. Nel 1998 con mia grande sorpresa mi sono ritrovato tra i finalisti del Premio Calvino con una raccolta di racconti intitolata L'accumulazione delle distanze.
Ma che tipo di roba scrivi? mi chiedono spesso. E io non so mai cosa rispondere; la fantascienza mi piace molto, ma poi produco fantascienza che è poco fantascientifica; e lo stesso capita con l'horror: il mio è horror soft, o soft-horror, che è come dire: horror non troppo horror. Ultimamente ho deciso di rispondere così: scrivo cose di confine. E chi vuole intendere...
Il romanzo appena terminato (di horror? di fantascienza?, di confine?) parla di mutazioni possibili, di un'idea di corpo metaforico e mutante, di arte del corpo e sul corpo e col corpo, e parla di carne, di tanta carne, di corpi pieni di carne, di poetesse in carne, di scorribande notturne di un tassista-trasportatore di corpi, di medici plastici con pruriti artistici, di una scultura di carne che aspira alla vita.
Insomma, per chi non l'avesse capito, la carne mi piace. In tutte le sue forme...