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Due donne in riva al lago
Racconto di Vittorio Curtoni
In quest’antologia formata da primi racconti c’è una sola eccezione: Vittorio Curtoni, di cui presentiamo Due donne in riva al lago, apparso nel 1969 su Oltre il Cielo 153. Il primo racconto di Curtoni è Danzate, morituri!, apparso sempre su Oltre il Cielo nel 1966. Ogni regola ha sempre un’eccezione e per un nome come quello di Curtoni ci è sembrato giusto farla, anche perché il racconto che proponiamo è davvero molto bello e intrigante.
Vittorio Curtoni (nato a San Pietro in Cerro, Piacenza, nel 1949) non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse in pochi sanno che il Vic nazionale fin dalla giovinezza scriveva racconti ballardiani – in alcuni casi con espressa autorizzazione dello stesso James Graham Ballard in persona -, ispirato e rapito dalla bellezza narrativa dello scrittore inglese.
Oltre a essere traduttore sopraffino, editor, saggista e curatore di Robot (dal 1976 al 1979 pubblicata da Armenia Editore e dal 2003 dalla Delos Books), la più bella rivista di fantascienza, Curtoni è per molti – critici e lettori - uno degli scrittori più interessanti della cosiddetta seconda generazione della science fiction italiana. Andatevi a rileggere, se ne volete una prova concreta, i racconti delle sue antologie - La Sindrome Lunare e altre storie (Speciale Robot 6, Armenia Editore, 1978), Retrofuturo (Shake Edizioni, 1999) e Ciao futuro (Urania n. 1406, Mondadori, 2001) - e il suo unico romanzo, Dove stiamo volando (Galassia 174, La Tribuna, 1972).
Dei due racconti apparsi su Oltre il Cielo, Due donne in riva al lago ci è sembrato il più significativo, evocativo, quasi metafisico, in cui i temi cari a Ballard si fondono con la sensibilità di un allora giovane scrittore italiano di fantascienza, che in barba al tempo è rimasto sempre giovane.
I sogni della fantascienza
Con il professor Carlo Pagetti, storico e critico della science fiction e docente di Letteratura Inglese contemporanea all'università di Milano, abbiamo parlato della science fiction delle origini e di quella moderna, ma gettando anche uno sguardo al futuro.
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Non una vera terza stagione, ma una miniserie in cinque puntate. Ciò che rimane del team Torchwood dovrà affrontare il nemico più spietato: il governo inglese.
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Racconto di Anna F. Dal Dan
Anna Feruglio Dal Dan, vive a Londra con una gatta di nome Zip, due Mac, e diverse orchidee rassegnate, ma non ancora defunte.
È nata nel 1966 a Udine, e siccome anche la sua incredibile forza di volontà ha dei limiti, ha ormai compiuto trent'anni. Ha lavorato per vent'anni come traduttore per Mondadori, Nord, Sperling&Kupfer e Meridiano Zero, tramutando narrativa inglese in narrativa italiana con l'aiuto di sinistre arti magiche e copiose quantità di caffeina.
Nel 2003 ha frequentato il Clarion West, dove è stata definita "incandescente", il che le ha permesso di accumulare un numero notevole di lettere di rifiuto entusiaste dai più grandi nomi dell'editoria di fantascienza mondiale. Ha venduto racconti a Farthing, Ficiton e Strange Horizon.
Ha lavorato per le forze più sinistre del capitalismo internazionale nella City, ma ha poi preferito una dignitosa povertà al mercato della propria anima, aiutata in questo dalla perdita del posto di lavoro. Al momento scrive, dipinge, fotografa, infila perline, si prende cura di cani e gatti, e studia da strizzacervelli.
Il modo più bello
Racconto di Selene Verri
Selene Verri nasce a Milano nel 1971. Giornalista, si diverte a scrivere racconti per hobby. Vive a Lione, dove lavora per l'emittente televisiva europea Euronews, accanto a collaborazioni saltuarie con testate italiane di vario genere. Il virus della fantascienza gliel'ha iniettato suo padre da piccola, tanto che ha finito per laurearcisi, con una tesi (correlatore niente meno che Carlo Pagetti) dal titolo Politiche parallele: potere e scrittura nella fantascienza di lingua inglese (1945-2000). Collaboratrice di Fantascienza.com, Urania e Futuro Europa, in Francia ha realizzato diversi servizi per la rivista Lunatique, dove è stato pubblicato anche il suo racconto «Les brioches rêvent-elles de brebis farcis ?», traduzione e adattamento di «Le brioche sognano pecore ripiene?» apparso nell'antologia Donne al futuro edita da Flaccovio. Ha fondato con l'amica Flo (Florence Cirio) il podcast in francese “Les Lyonnes de la SF”. È anche la fondatrice orgogliosa del Cenacolo milanese di fantascienza. Odia scrivere questo genere di autobiografie, quindi potrebbe aver scordato qualcosa di importante, ma tanto voi sopravviverete lo stesso. E anche lei.
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Sono uscite in DVD, grazie a Dolmen Home Video e Yamato Video, le prime due stagioni - entrambe in un box da collezione con extra inediti - di Survivors, la serie televisiva inglese creata da Terry Nation.
LeggiLa biopolitica in James Ballard
Da Un gioco da Bambini a Super Cannes: gli studi di Michel Foucault negli scritti dello scrittore inglese.
LeggiAmerica's Best Comics
Non è una serie a fumetti l'argomento principale dell'appuntamento mensile con Fantasia&Nuvole, bensì la nuova etichetta creata dal pluridecorato Alan Moore. L'autore inglese, di cui abbiamo parlato a più riprese (soprattutto in Delos 33 e 49), non sembra conoscere pause e ha messo in cantiere nove (!) serie più o meno regolari sotto il marchio America's Best Comics. Diamo uno sguardo a questo ricco calderone orchestrato da Mr. Moore.
LeggiL'inglese
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The Limey, USA, 1999, Drammatico
di Steven Soderberg con Terence Stamp Lesley Ann Warren Luis Guzman Peter Fonda
Il mio Dick
I più malvagi tra di voi avranno creduto di cogliere nel titolo di questo articolo un triviale gioco di parole. Nello slang inglese, come si sa, "dick" è il nomignolo con cui a volte viene indicato ciò che di pendulo caratterizza i maschi umani (e che, per molti, è la causa prima di tutti i mali che ci affliggono, nonché responsabile ultimo di tutte le nostre decisioni). Be', in questo caso, miei cari perfidi lettori, siete in errore. Con tale titolo la vostra rubrica preferita (e chi scrive) vogliono solo estrinsecare lo sconfinato affetto e ammirazione (imperitura e sincera) verso il personaggio-vittima di questo mese, che tanto indegnamente osiamo mettere nel vasetto "Sotto Spirito": il grande, leggendario, celeberrimo e beneamato Philip Kindred Dick
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