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1982 - 2002 Venti anni fa al cinema - Anni da paura
Il 1982 non fu solo l'anno del pacifico e amorevole messaggio di amicizia universale lanciato da E.T., fu anche quello degli spaventi. Un televisore che diventa una porta inter-dimensionale che permette a forze incorporee di rapire una bambina e trascinarla in un pauroso limbo ed un'astronave sepolta nei ghiacci da cui fuoriesce il più insidioso e letale degli invasori. Due storie molto diverse, due film molto diversi, due classici. Poltergeist e La Cosa.
LeggiValerio Evangelisti - Dall'inquisitore al pistolero stregone
In Francia vendono già più che in Italia, e stanno cominciando a conquistare l'Europa. Sono i tre autori lanciati dal momento magico del Premio Urania alla metà degli Anni Novanta, accomunati dal successo fuori dall'Italia e da orientamento politico simile, ma diversissimi nel modo di scrivere. Il primo è naturalmente Valerio Evangelisti, l'Atlante che ha sollevato e tutt'ora regge le sorti della fantascienza italiana.
Leggi6. Verso l'infinito... e oltre
Continua il grande ciclo di articoli di Giovanni Mongini che esploreranno l'intero sistema solare, osservando gli astri attraverso due diverse lenti, quella della scienza e quella, un po' deformante, del cinema di fantascienza. E superate le comete ci si lancia verso l'infinito...
LeggiDal mito alla fantasy tra metallo bianco e silicio
Notte
Racconto di Sandro Battisti
Come prima impressione, questo racconto sembra una sarabanda di termini più o meno cyber messi lì per impressionare, per far vedere che chi scrive è quanto meno un buon navigante letterario del cyberspazio. In realtà, come tutto il cyberpunk o similia, l'originalità ha un po' a desiderare e la trovatina conclusiva non fa certo saltare nella poltrona per la sorpresa. Tutto sommato, però, "Notte" è apprezzabile per un intenso sapore nero-cyberpunkiano fatto di colori, odori e suoni con sfumature molto vivide, quasi palpabili. Una porta che si apre dopo una seconda porta e che forse non ci fa vedere mai la stanza che c'è dietro, eppure riusciamo a intuire tutto, e quello che vediamo è ciò che vogliamo vedere, è l'effetto doppler applicato ai nostri sentimenti di silicio e metallo. Il che, per quanto mi riguarda, è abbastanza per meritare al racconto di essere letto, soprattutto tra le pagine di una rivista elettronica come Delos.
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