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Ritorno al futuro per Buck Rogers
Per quasi un secolo Anthony “Buck” Rogers ha calcato le scene di ogni media disponibile, ora è il momento di tornare in grande stile sulle pagine del fumetto dove, fin dall’inizio, si è fatto le ossa.
LeggiIl dolore del marmo
Racconto di Enrica Zunic'
Enrica Zunic' (pseudonimo di Enrica Lozito) si è imposta all’attenzione del mondo fantascientifico nel 2002, con la pubblicazione dell’antologia Nessuna giustificazione (Solid Books), grazie alla quale ha vinto il Premio Italia nel 2003. Ma il suo percorso letterario era iniziato ben dieci anni prima, con la pubblicazione del racconto Il dolore del marmo – che riproponiamo in quest’antologia –, pubblicato sul numero 3 della rivista Space Opera, datato 1991.
La Zunic’ è nata a torino, dove vive e lavora. La sua è una fantascienza originale, saldamente legata al fatto di essere attivista di Amnesty International. La tematica dei diritti dell’uomo, dunque, si fonde con una science fiction che potremmo definire classica e che in qualche modo ricorda il miglior Joe Haldeman, soprattutto quello di Guerra eterna (The Forever War).
Altri suoi racconti sono apparsi nelle antologie Universo privato e altre storie (Keltia Editrice, 1994), I mondi di Delos, (a cura di Franco Forte e Ubik, Garden Editoriale, 1999) e Sette anni alieni. Il meglio del Premio Alien (a cura di Franco Forte e Franco Clun, Solid, 2002). Il suo racconto Ain del nome dei numeri e della riparazione del cielo è stato pubblicato su Robot n. 53 (Delos Books, 2008).
In Il dolore del marmo, l’orrore della guerra e della tortura passa inevitabilmente per l’anima delle vittime e dei carnefici, lasciando tracce indelebili. È quello che accade anche ai protagonisti della storia, che siamo sicuri appassionerà e regalerà intense emozioni a chi lo leggerà per la prima volta, o a chi coglierà quest’occasione per rileggerlo, nella speranza che l’autrice torni presto a regalarci altre storie dello stesso tenore.
Due donne in riva al lago
Racconto di Vittorio Curtoni
In quest’antologia formata da primi racconti c’è una sola eccezione: Vittorio Curtoni, di cui presentiamo Due donne in riva al lago, apparso nel 1969 su Oltre il Cielo 153. Il primo racconto di Curtoni è Danzate, morituri!, apparso sempre su Oltre il Cielo nel 1966. Ogni regola ha sempre un’eccezione e per un nome come quello di Curtoni ci è sembrato giusto farla, anche perché il racconto che proponiamo è davvero molto bello e intrigante.
Vittorio Curtoni (nato a San Pietro in Cerro, Piacenza, nel 1949) non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse in pochi sanno che il Vic nazionale fin dalla giovinezza scriveva racconti ballardiani – in alcuni casi con espressa autorizzazione dello stesso James Graham Ballard in persona -, ispirato e rapito dalla bellezza narrativa dello scrittore inglese.
Oltre a essere traduttore sopraffino, editor, saggista e curatore di Robot (dal 1976 al 1979 pubblicata da Armenia Editore e dal 2003 dalla Delos Books), la più bella rivista di fantascienza, Curtoni è per molti – critici e lettori - uno degli scrittori più interessanti della cosiddetta seconda generazione della science fiction italiana. Andatevi a rileggere, se ne volete una prova concreta, i racconti delle sue antologie - La Sindrome Lunare e altre storie (Speciale Robot 6, Armenia Editore, 1978), Retrofuturo (Shake Edizioni, 1999) e Ciao futuro (Urania n. 1406, Mondadori, 2001) - e il suo unico romanzo, Dove stiamo volando (Galassia 174, La Tribuna, 1972).
Dei due racconti apparsi su Oltre il Cielo, Due donne in riva al lago ci è sembrato il più significativo, evocativo, quasi metafisico, in cui i temi cari a Ballard si fondono con la sensibilità di un allora giovane scrittore italiano di fantascienza, che in barba al tempo è rimasto sempre giovane.
Deus ex machina 1
Qualche considerazione su serie tv e rispettivi finali, e angeli e dei. Occhio, se non avete ancora visto i suddetti e ci tenete a non saperne nulla, passate direttamente all'ultima pagina di questo editoriale.
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Racconto di Silvia Castoldi
Silvia Castoldi è nata e cresciuta a Milano, dove vive tuttora. Laureata in Filosofia all’Università statale di Milano, ha al suo attivo collaborazioni con molte delle principali case editrici italiane, come redattrice e traduttrice. Collabora stabilmente con la redazione di Urania. Tra i libri da lei tradotti: A noi vivi di Robert Heinlein, Creature dell’Inframondo di John Shirley, Galaxy Rangers di Harry Harrison, nonché, al di fuori della fantascienza, testi di Gore Vidal, Dawn Powell, Paula Fox, James Lloyd Carr, Anthony Powell, Donald E. Westlake, Daphne Rooke e altri autori contemporanei. Ha pubblicato il racconto Anniversario, comparso sul numero 56 della rivista Robot, curata da Vittorio Curtoni ed edita da Delos Books.
LeggiMassima entropia
Racconto di Anna F. Dal Dan
Anna Feruglio Dal Dan, vive a Londra con una gatta di nome Zip, due Mac, e diverse orchidee rassegnate, ma non ancora defunte.
È nata nel 1966 a Udine, e siccome anche la sua incredibile forza di volontà ha dei limiti, ha ormai compiuto trent'anni. Ha lavorato per vent'anni come traduttore per Mondadori, Nord, Sperling&Kupfer e Meridiano Zero, tramutando narrativa inglese in narrativa italiana con l'aiuto di sinistre arti magiche e copiose quantità di caffeina.
Nel 2003 ha frequentato il Clarion West, dove è stata definita "incandescente", il che le ha permesso di accumulare un numero notevole di lettere di rifiuto entusiaste dai più grandi nomi dell'editoria di fantascienza mondiale. Ha venduto racconti a Farthing, Ficiton e Strange Horizon.
Ha lavorato per le forze più sinistre del capitalismo internazionale nella City, ma ha poi preferito una dignitosa povertà al mercato della propria anima, aiutata in questo dalla perdita del posto di lavoro. Al momento scrive, dipinge, fotografa, infila perline, si prende cura di cani e gatti, e studia da strizzacervelli.