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Sindrome di Nomoski
Racconto di Giovanni Burgio
Giovanni Burgio è relativamente nuovo dell'ambiente, ma in breve tempo ha dimostrato di saper crescere parecchio come autore, sfornando racconti sempre migliori, sempre più calibrati e sempre più vicini agli standard qualitativi che segnano il passaggio del confine tra amatorialità e professionismo. Un suo racconto ha vinto l'ultima edizione del premio Courmayeur, e nelle passate edizioni del premio Alien ha sempre fatto bene, come con il racconto che segue, che si è piazzato tra i finalisti. Sono sicuro che Giovanni continuerà a crescere, perché ha dalla sua due armi molto importanti: la modestia e la capacità di mettersi in discussione. Solo così si può continuamente migliorare.
LeggiMira contro gli scarafaggi
A Hollywood c'è chi - come Jeff Goldblum - si trova a lottare contro dinosauri enormi, ma c'è anche chi come la bella e affascinante Mira Sorvino, si trova a lottare contro dei piccoli insetti resi enormi e potenti da un esperimento genetico andato male. Così capita in Mimic di Guillermo del Toro, che la povera entomologa Mira Sorvino debba salvare un'intera città da sola o quasi.
LeggiThe Fifth Element
Ventitreesimo secolo, New York. Una porta che si apre ogni cinquemila anni sta per mettere in contatto due dimensioni. In una c'è la vita (quel famoso elemento, quinto rispetto ai quattro della cultura filosofica greca: aria, acqua, terra e fuoco), nell'altra la morte. C'è un eroe che può salvare il mondo e questo eroe è Bruce Willis.
Il film diretto da Luc Besson (Nikita, Leòn) è costato novanta milioni di dollari e - solo nelle prime settimane di programmazione negli USA - ha incassato circa il doppio.
Delos ha intervistato il regista e il protagonista del film.
Daneel
Racconto di Alessandro Vietti
Okay, lo ammetto, non ho ancora avuto modo di leggere Cyberworld, il romanzo d'esordio di Vietti con cui si è aggiudicato un'edizione del Premio Cosmo della Nord. Del resto, che volete, seguire la parte della narrativa di Delos mi prende quasi tutto il mio tempo libero, e io... okay, okay, va bene, giù le spranghe, la smetto di dire boiate, è solo che quel titolo mi prendeva male, così ho deciso, prima di affrontare il romanzo, di leggere qualche racconto di Vietti. Uno mi è piaciuto abbastanza, è quello che segue, lo mettiamo in linea così potete servellarvi con commenti personali, critiche feroci, elogi spassionati, lacrimoni da coccodrillo. Io dico solo una cosa. Dopo aver letto questo racconto mi è venuta una certa voglia di andare a prendere dallo scaffale anche Cyberworld. Ma cavolo, quel titolo...
LeggiL'ombra di Spawn
Il Tenente Colonnello Al Simmons muore durante una missione in Botswana, lasciando l'adorata moglie Wanda. Al momento della morte, Al stringe un patto col Diavolo al fine di rivedere almeno una volta la moglie. In cambio, il soldato offre la propria anima. Cinque anni dopo, Al Simmons ritorna sulla Terra. Ma tutto è cambiato. Wanda si è felicemente risposata con il miglior amico di Al ed ha una bellissima bambina di nome Cyan. Anche Al è cambiato. Ha perso a sua insaputa ogni sembianza umana ed è divenuto un Hellspawn, un generale del futuro esercito del Diavolo nella guerra dell'Armageddon. Questa, a grandi linee, la trama del popolare fumetto fantahorror americano Spawn, creato, scritto e disegnato dalla superstar canadese Todd McFarlane.
LeggiInvasione alternativa 1
E' il ciclo di maggior successo degli ultimi mesi: durante la Seconda Guerra Mondiale, la Terra viene invasa da una bellicosa razza aliena, i Rettili. Gli Stati Uniti di Roosevelt, la Germania Nazista e l'Unione Sovietica di Stalin si alleano per respingere il nemico comune. Uno scenario grandioso che Harry Turtledove descrive in tre grossi volumi. E questo mese esce il quarto.
LeggiScacco doppio
Racconto di Lino Aldani
Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.
LeggiLino Aldani e i suoi racconti
Se un uomo legge un migliaio di libri è fottuto: un'analisi critica dei racconti di questo autore, le cui opere, alcune delle quali risalenti a quasi mezzo secolo fa, sono tuttavia così attuali e vicine a molti di noi.
LeggiQuod erat demonstrandum 2
Racconto di Pier Luigi Ubezio
Il secondo racconto presente in questo venticinquesimo numero di Delos è frutto di una mia scelta, ma a sua volta era stato inviato a Silvio per essere giudicato dal mitico direttore della nostra rivista (dovevo dirlo, soprattutto la faccenda del mitico, altrimenti mi aspettava la sedia... elettronica), e io ho deciso di inserirlo in questo numero più che altro per assonanza di atmosfere con il racconto di Colombo. Non è affatto male, un modo abbastanza suggestivo e originale (soprattutto personale) di rivisitare il vecchio cliché di Lucifero. Lo stile è pulito e secco, anche se un po' spartano, e in certi punti risente di cadute di tono a mio avviso imputabili all'inesperienza dell'autore (inesperienza professionale, intendo dire), ma nell'insieme è certamente godibile e ci riporta a una narrativa fantastica legata ai lavori di Thomas Dish o di L. Sprague de Camp, uniformandosi alle caratteristiche del racconto precedente e dedicando questo numero di Delos alle componenti più oscure e misticheggianti della letteratura del fantastico. Solo un'annotazione: io avrei cambiato il titolo, ma poi mi sono reso conto che quello che mi era venuto in mente era così bello che ho deciso di utilizzarlo per un mio racconto. Grazie a Ubezio per l'ispirazione, ma che non si parli di appropriazione indebita.
LeggiIntervista con Ivan Reitman
Dopo "Indipendence Day", dopo "Primo Contatto", dopo "Mars attacks" la Terra è di nuovo in pericolo. Tutta? No, solo alcuni suoi famosi abitanti come Bugs Bunny, Gatto Silvestro e Duffy Duck. Per salvarli i più grandi giocatori della pallacanestro NBA sfideranno gli alieni in una partita di basket all'ultima risata. Tutto questo nel nuovo film firmato da Ivan Reitman.
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