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Avances a Vance
Confessiamolo: il vantaggio forse più intrigante insito nell'imitare gli scrittori famosi è quello di sentirsi, anche solo per un istante, padrone dei loro segreti. E' un meccanismo mentale forse perverso, addirittura paragonabile al feticismo di chi ama travestirsi con abiti dell'altro sesso. In una famosa scena di 9 settimane e 1/2, la morbidosa Kim Basinger mascherava i suoi tratti da bambolona mediante un paio di baffetti posticci, e dichiarava con voluttà: "credo di aver sempre voluto essere un uomo". Be', questo mese indosseremo ironicamente i panni di uno scrittore che avremmo sempre voluto essere: John Holbrook Vance
LeggiGibson nudo!
La vostra rubrica preferita continua la cavalcata plagiatorio-dissacrante, iniziata il mese scorso, attraverso i miti della SF internazionale. Dopo Isaac Asimov, si mira ancora una volta al bersaglio grosso. La "vittima" di questa puntata di Sotto Spirito è infatti William Gibson, padre del cyberpunk, profeta visionario di Vancouver, vate dell'ICE, santone dei Cowboy dell'Interfaccia, cantore della Matrice e chi più ne ha più ne metta
LeggiUn occhiolino al Buon Dottore
Questo mese "Sotto Spirito" inizia, come promesso, una carrellata dissacrante e burlona di "mostri sacri" della SF internazionale. Il primo dei titani della fantascienza a cui la vostra rubrica preferita si permette di strizzare l'occhio è (scelta doverosa e pregna del massimo rispetto) il ciclopico "Buon Dottore" della scuola oltreoceanica, il celeberrimo, grafomane, immenso e (ahinoi) passato all'immortalità Isaac Asimov
LeggiQuod erat demonstrandum 2
Racconto di Pier Luigi Ubezio
Il secondo racconto presente in questo venticinquesimo numero di Delos è frutto di una mia scelta, ma a sua volta era stato inviato a Silvio per essere giudicato dal mitico direttore della nostra rivista (dovevo dirlo, soprattutto la faccenda del mitico, altrimenti mi aspettava la sedia... elettronica), e io ho deciso di inserirlo in questo numero più che altro per assonanza di atmosfere con il racconto di Colombo. Non è affatto male, un modo abbastanza suggestivo e originale (soprattutto personale) di rivisitare il vecchio cliché di Lucifero. Lo stile è pulito e secco, anche se un po' spartano, e in certi punti risente di cadute di tono a mio avviso imputabili all'inesperienza dell'autore (inesperienza professionale, intendo dire), ma nell'insieme è certamente godibile e ci riporta a una narrativa fantastica legata ai lavori di Thomas Dish o di L. Sprague de Camp, uniformandosi alle caratteristiche del racconto precedente e dedicando questo numero di Delos alle componenti più oscure e misticheggianti della letteratura del fantastico. Solo un'annotazione: io avrei cambiato il titolo, ma poi mi sono reso conto che quello che mi era venuto in mente era così bello che ho deciso di utilizzarlo per un mio racconto. Grazie a Ubezio per l'ispirazione, ma che non si parli di appropriazione indebita.
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