Se è vero che mal comune mezzo gaudio, allora, o italiani amanti della fantascienza, gioite a metà! I cugini francesi non navigano in acque migliori delle nostre.
“La fantasy vende, la fantascienza no”. È un ritornello che si sente ripetere un po’ da tutti. Qualche esempio? Michel Pagel, scrittore: “La fantasy funziona abbastanza bene, anzi le grandi saghe fantasy diventano dei best seller in Francia esattamente come negli Stati Uniti, mentre la fantascienza vende molto meno, per cui gli editori tendono a privilegiare la fantasy, perché vogliono fare soldi. Questo è comprensibile, ma chi ha voglia di scrivere fantascienza ha difficoltà a farsi strada, e soprattutto ha difficoltà a vendere”.
Markus Leicht, libraio, editore, scrittore, webmaster e chi più ne ha più ne metta – “bevitore di caffé”, aggiunge lui –, è più lapidario: “La fantasy vende decisamente di più. Penso che si debbano almeno moltiplicare per tre o per quattro le cifre della fantascienza”.
Ma c’è anche chi la pensa diversamente. André-François Ruaud è, tra l’altro, il fondatore di una casa editrice, nuova ma già più che rispettabile e ampiamente rispettata. Per lui: “La fantasy non va proprio così bene. Per una casa editrice piccola come i Moutons Electriques, non è affatto una panacea, perché il mercato in Francia è occupato principalmente da Bragelonne, e al di fuori di Bragelonne è difficile vendere libri fantasy. Perfino Calmann Lévy non vende mica tanto bene. Vende comunque con dei grossi numeri, penso fra le 3mila e le 5mila copie. Ma solo perché hanno dietro di sé il grosso macchinario di Hachette. La fantascienza invece sta sollevando un po’ la testa. La space opera ha il vento in poppa, non è certo un segreto, anche Bragelonne ha una collana di space opera, e questo vuol dire che a livello commerciale c’è un risveglio”.
Una posizione contro corrente? Solo un punto di vista diverso. Perché sul “risveglio” della fantascienza in Francia, nonostante l’apparente pessimismo, in molti si trovano d’accordo. Pagel continua ad avere una visione negativa: “Vedo sì muoversi qualcosa, ma nella direzione sbagliata. Vedo collane che chiudono, vedo vendite crollare, ma – aggiunge – questo è un aspetto comune a tutto l’ambiente editoriale”.
E questa sembra essere la chiave: l’editoria va male in generale. Lo stesso Pagel ci dà una spiegazione condivisa da molti: “Mancano i soldi, da un lato, quindi la gente compra meno libri. E poi, si legge meno, semplicemente perché un tempo quando ci si voleva distrarre si prendeva un libro, mentre oggi abbiamo un’infinità di soluzioni, abbiamo 300 canali televisivi, abbiamo il lettore DVD, abbiamo la Playstation, abbiamo un mucchio di distrazioni, e quindi, fatalmente, finiamo col leggere meno”.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID