Halo è Halo. Halo 3, se possibile, lo è anche di più. Il coronamento di un concetto di gioco. Anche per questo, Halo 3 chiude un ciclo. Una trilogia che rappresenta tre stadi di un unico, strabiliante manifesto dello sparatutto 3D; di un particolare sparatutto 3D che, con l’ultimo capitolo, riprende l’esposizione a gran voce là dove si era interrotta, dopo i fraintendimenti dell’episodio di mezzo. Il riscatto di Bungie e il testamento di Master Chief.
Ci vuole coraggio. A gettarsi a capofitto nella battaglia e a scrivere la parola fine in una trilogia così di successo. Halo 3 potrebbe sembrare il classico blockbuster, un buon videogame dai tempi di sviluppo biblici e il budget hollywoodiano. Neppure perfetto. Per curiosità, la risoluzione video non risponde nemmeno alle specifiche minime dell'alta definizione. Potrebbe davvero sembrare il classico blockbuster a uno sguardo superficiale, prima di sprofondare nel fascino ineluttabile di un mondo bit dipinto e venire catturati dalla giocabilità cristallina. Il cuore di Halo, che non ha inventato niente, ma ha reinventato tutto. Mischiando un po’ ogni carta sul tavolo dei first person shooter, per creare la sua idea di sparatutto e guidare la cavalcata del genere su console. Il sistema di controllo, l’utilizzo dei veicoli, le limitazioni dell’arsenale e l'impeccabile sinergia della trinità di armi da fuoco, combattimento corpo a corpo e granate sono elementi che nel titolo Bungie hanno trovato corretta formulazione, costringendo chiunque altro a studiarne l’alchimia, quando non a ricopiare proprio.
Halo 3 non è un terremoto. Non ne ha bisogno. Tutto quello che doveva essere era già racchiuso nel titolo del 2001. Si è trattato di razionalizzare ed emozionare ancora di più. L'evoluzione della specie: uguale nonostante i cambiamenti, diversa senza tradire se stessa. Halo 3 è la raccolta straordinaria dei momenti più intensi della serie elevati al cubo eliminando le pagine meno riuscite, ripensando ogni attimo di game design. Come quella prima volta al Silent Cartographer, lo sbarco in Normandia versione SF di Halo che si concede una replica, il più luminoso dei tanti omaggi, degli innumerevoli riferimenti e citazioni di cui è disseminato questo atto finale dall'estetica ricercata, costruito con affetto per i fan. Risolutivo nella trama, che marcia inesorabile verso il compimento, e nell’esperienza di gioco, fioritura del seme piantato sei anni fa nel vivaio Xbox.
La serie riscopre il ritmo e l’epica che parevano perduti, riabilitando il discusso Halo 2, che acquista valore leggendo l’epopea di Master Chief nel suo insieme. Come d’altronde andrebbe fatto, essendo, prima che una trilogia, un’unica opera, specialmente gli ultimi due.
In Halo 3 c'è spazio comunque per sfumature inedite, il cui peso specifico nell’economia di gioco è direttamente proporzionale al livello di difficoltà selezionato. Si va da nuovi nemici a gadget che risucchiano l’energia degli scudi e innalzano bolle antiproiettile, accanto ad armi come il lanciafiamme e le torrette da sradicare stile Schwarzenegger, efficaci contributi all'allegro con brio delle sparatorie, che si appoggiano alla solita coinvolgente intelligenza artificiale suddivisa a ranghi. L'avventura, solitaria o cooperativa, sembra aver seguito il medesimo iter costituente di un’equilibrata sfida multiplayer. Naturalmente non mancano novità pure per il fronte della comunità online di Xbox Live cresciuta attorno a Halo 2, che in Halo 3 ha il successivo punto di riferimento, con qualche ciliegina fresca sulla torta delle ottime dinamiche di gruppo, come la possibilità di condividere istantanee e filmati dei match e della campagna. Come avviene da anni su Pc; più che su Pc, grazie alle comodità del sistema centralizzato.
Ma l’innovazione principale è la dimensione degli scontri tra eserciti umani e alieni che ora combattono sulla Terra. Con il senno di Halo 3, su Xbox si perpetravano scaramucce, su Xbox 360 è la guerra totale. Da sempre pallino dei progettisti Bungie, quel campo di battaglia digitale vivo è qui, più animoso ed esteso che mai. Non poteva esserci terreno migliore per intraprendere il "Grande viaggio" che chiude il cerchio aperto con Halo. Volontà che Bungie ha scelto di esplicitare con il monumentale capitolo finale di una trilogia che ha segnato la storia dei videogiochi e si congeda dagli appassionati attraverso una delle migliori pagine del digital entertainment.
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