Saremo in presenza di una droga in grado di esaltare istantaneamente – nel senso di istante t0 – le nostre potenzialità? Sì, potrebbe essere. Sarebbe la droga della conoscenza, dell'esaltazione psichica e cerebrale, del lampo di genio; un piccolo sfiorarsi la pelle usando un chip di contrabbando, come una zaffata di sintetico da inalare su per il naso, ed ecco la fulminea risposta dell'organismo, l'impressionante colpo di frusta che scuote l'intero essere e che dà l’esatta percezione del continuum che si ha intorno, delle altre dimensioni celate e che, con un rapido calcolo matematico inumano, possono rappresentarsi di fronte allo schermo cerebrale naturale: l'immaginazione. Il risultato sarebbe un lavorio grafico imponente, immane, rendibile tramite piccoli sforzi visibili sulle tempie, un lieve rigonfiamento delle stesse che aumentano il rossore del volto.Salendo nella scala dell’aggregazione, l'unione di più organismi con al loro interno una complessa rete di computer nanotecnologici (magari a tempo) può presentare problemi di sinergia, di protocolli comunicativi e, soprattutto, elaborativi. Può diventare difficile gestire una catena di dieci organismi in contatto fisico, ognuno potenziato in un modo, alla fine, diverso, perché esasperando le potenzialità di ciascuno vengono fuori i limiti strutturali, diversi nei dettagli da umano a umano – o, se preferite, da postumano a postumano.

Tecnologia d'assalto, quindi, che ci traghetta verso un lido evanescente, ma già capace di proiettarci a ridosso di un nuovo orizzonte degli eventi e che sarà in noi tramite l'assunzione biologica della tecnologia stessa: questo è il quadro che vedo aprirsi dalla notizia riportata da Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/iniezioni-indolori/iniezioni-indolori/iniezioni-indolori.html). Questo è il senso che mi pervade pensando ad altre commistioni di natura sociale: le nostre città saranno piene di tossici dotati di chip sempre nuovi e illegali? Su quali piani si svilupperà, allora, l'evoluzione dei chipset? E saranno a base biologica, proteica, così da favorire una sorta di maggiore empatia organica con noi umani o postumani?

Un’ulteriore cavalcata immaginifica da proporre: ci troviamo a studiare i movimenti urbani di un gruppo di giovani junkies del digitale gassoso, sommersi dall'atto dello sfiorarsi la pelle con i chips e i microaghi, capaci di donare loro estasi da immagazzinare nei PC nanotecnologici precedentemente iniettati, per poi essere estratti per essere venduti sul mercato nero dello sballo: drogati non più in debito ma assoldati dalle mafie e dai cartelli per produrre sogni da rivendere sul mercato nero delle emozioni, iniettabili sempre con quel chip a microaghi, rivoluzione dello sballo postumano.

The needle and the damage done, la song con cui Neil Young cantava i dolori per l’abuso di droghe che aveva finito col danneggiare la vita di suo figlio, potrebbe assumere in futuro un significato del tutto nuovo, che lo stesso Young non avrebbe mai e poi mai immaginato. L'interazione tra fisico – reale - e gassoso – virtuale - con tutto il danno possibile che ne potrebbe derivare, forse assumerà un significato d'interattività empatica inedito, mai sperimentato e difficilmente immaginabile prima di adesso: tutto perché 150 piccoli canali di comunicazione sfoceranno nel nostro presente; un nuovo paradigma sociale nascerà dall'intersezione tra il fisico e l’ideale, tra l’esaltazione cerebrale e la necessità d’essere più incisivi nel salvaguardare la vita biologica. Saranno castelli di sabbia costruiti sulle molecole carboniche trascendentali?