Che Universal e Apple fossero ai ferri corti si sapeva già da luglio, quando la casa discografica rifiutò di rinnovare il contratto di vendita della propria musica sul negozio online della Apple, iTunes Store. E ora arriva un nuovo capitolo, che tocca più da vicino gli appassionati di fantascienza - anche se per il momento solo americani.
La NBC Universal ha annunciato giovedì scorso di non voler rinnovare il contratto per la vendita delle serie televisive su iTunes. Tra le produzioni della NBC Universal, ci sono, ricordiamo, due delle serie fantastiche di maggior successo, anche nella vendita online, cioè Heroes (che va in onda in USA sulla NBC) e Battlestar Galactica (che va in onda su Sci Fi Channel, che appartiene a Universal). In un comunicato Apple afferma che la decisione di sospendere la collaborazione è stata causata dal rifiuto di Apple di accettare la richiesta da parte di NBC di raddoppiare il prezzo di vendita dei telefilm. NBC ha smentito il comunicato di Apple negando di voler raddoppiare i prezzi ma semplicemente di volere una politica sui prezzi più flessibile, e ha anche affermato che contrariamente a quanto dichiarato da Apple le serie tv NBC Universal continueranno a essere vendute su iTunes.
Anche nel settore musicale la causa dei dissapori è la stessa: Universal vorrebbe poter fare prezzi diversi vendendo i brani di maggior successo a cifre più elevate, mentre la politica Apple è di vendere ogni brano alla cifra fissa di 0,99 dollari. Si tratta comunque di un brutto colpo per il settore telefilm di iTunes: le produzioni NBC Universal rappresentavano circa il 30% del fatturato di quel settore.
Il gruppo NBC Universal è uno dei più grandi gruppi nel mondo dei media, comprendendo oltre alla Universal (una delle major nel cinema e nella musica) la NBC - la seconda rete americana - e a molti altri canali, incluso Sci Fi Channel. In Italia a livello televisivo la presenza di questo gruppo si riduce per il momento al canale Studio Universal su Sky.
La NBC ha certamente altri sbocchi sui quali vendere i propri prodotti televisivi, anche se le condizioni proposte agli utenti sono meno favorevoli di quelle offerte da iTunes e sono limitate non solo agli utenti USA (cosa che accadeva anche con iTunes per ovvi motivi di diritti) ma anche ai soli utenti di PC Windows e di Internet Explorer. E sicuramente differenziare i propri sbocchi sul mercato dei video è al momento più facile di quanto non sia fare altrettanto nel mercato musicale, dove com'è noto la leadership dell'accoppiata iTunes/iPod occupa la quasi totalità del mercato.
D'altra parte è anche chiaro che finché non si farà chiarezza nel settore e finché non comincerà anche qui a diffondersi l'idea della vendita senza DRM come sta piano piano accadendo nella musica, difficilmente il p2p potrà essere contrastato.
A oggi del resto USA a parte non esistono alternative legali: solo nel Regno Unito proprio in questi giorni stanno cominciando ad arrivare le serie televisive, per il momento solo produzioni del gruppo Disney (ABC, Disney) e Viacom (Paramount, MTV). Ma considerando la babele di leggi e diritti questo non significa affatto che gli altri paesi europei seguiranno a ruota in breve tempo.
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