Si parla da così tanto tempo della morte della fantascienza come letteratura, che sembrava quasi ora che si cominciasse a parlare anche della morte del cinema di fantascienza.
Ci ha pensato niente di meno che Ridley Scott, proprio il regista di uno dei film più famosi e importanti del genere, Blade Runner, del quale quest'anno ricorre il venticinquesimo anniversario. In una conferenza stampa al festival di venezia ha paragonato la fantascienza al western, sentenziandone la fine.
"Non c'è più nulla di originale. Sono tutte cose già viste. Già fatte. Già vissute." Qualcuno gli ha chiesto di fare qualche esempio, ma Ridley ha glissato rispondendo "Tutto, sì proprio tutto". Ridley ha poi ammesso che film come Matrix, Independence Day o War OF The Worlds sono ottimi per vendere biglietti, ma non c'è più nulla di comparabile al 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. Scott ha spiegato che 2001 è stato il capolavoro della fantascienza perché è riuscito a
coniugare al meglio fotografia, effetti speciali e atmosfera, e sebbene da allora ogni film di fantascienza abbia tentato di imitarlo, si è sempre caduti in un eccesso di effetti speciali a scapito delle sceneggiature, sempre deboli."
Indubbiamente, guardando la sfilza di seguiti e remake che hanno riempito le sale ultimamente, originalità se ne nota ben poca. Occorre anche dire che uno sguardo al cinema di fantascienza viene colpito inevitabilmente dal gran numero di film ad alto budget e a basso impegno, ma osservando meglio si possono trovare pellicole di valore e non prive di spunti validi, come Gattaca, Vanilla Sky, Eternal Sunshine of a Spotless Mind, I figli degli uomini. Anche se spesso questi film non sono immediatamente identificabili con la fantascienza dallo spettatore.
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