Fazi Editore sta pubblicando tutte le opere del grande scrittore americano Gore Vidal, e Duluth è l’ultimo romanzo in ordine di tempo ad arrivare sugli scaffali delle librerie.
Gore Vidal è nato nel 1925 nello stato di New York all’Accademia Militare degli Usa dove suo padre, Eugene Vidal, era istruttore aeronautico. Il suo nome era Eugene Luther Vidal ma in seguito lui adottò come nome il cognome del suo nonno materno, il senatore democratico Thomas P. Gore.
Da ragazzo ha vissuto a lungo insieme al nonno cieco e leggeva spesso per lui.
Si laurea alla Phillips Exeter Academy e dopo aver militato nel Pacifico settentrionale come volontario durante la Seconda Guerra Mondiale, debutta come scrittore nel 1946 con Williwaw che racconta le sue esperienze belliche.
La sua notorietà esplode con il romanzo The city and the Pillar (La statua di sale, Fazi Editore) dove per la prima volta veniva presentata l’omosessualità negli Usa in chiave molto realistica.
Gore Vidal ha trascorso moltissimi anni in Italia a Ravello (Costiera Amalfitana) e attualmente vive nei d’intorni di Los Angeles.
Indubbiamente Vidal resta uno dei più prolifici scrittori contemporanei e certamente uno dei più politicamente schietti.
Dalla quarta di copertina: Duluth è una Venezia del Minnesota, illuminata dal neon degli anni Ottanta. Vi si incrociano personaggi surreali, quando non impossibili: una tenente ninfomane che pretende strip-tease da clandestini messicani mentre è alla ricerca spasmodica del nero Big John, spacciatore e criminale professionista; un terrorista azteco; un giornalista che fa da ghost writer alla donna più mondana della città; un redivivo Napoleone “flagello d’Europa”; un sindaco corrotto con la sorella lesbica che, pur morendo nelle prime pagine, finisce però dentro una serie Tv intitolata Duluth; e perfino un manipolo di extraterrestri.
Se le vicende narrate siano realtà o immagini di una trasmissione televisiva — l’allusione è a Dallas, la più celebre fra le soap opera — è il mistero racchiuso in questo libro. Considerato da Italo Calvino un capolavoro del burlesco, Duluth è non solo uno spietato iper-romanzo in cui l’American way of life reaganiana è deformata e sbeffeggiata, ma anche, decenni prima di Fargo e Truman Show, il libro più ingegnoso e profetico di Vidal, una sorprendente satira, piena di effetti speciali, sulla dipendenza dalla fiction e sulla dittatura televisiva.
Duluth di Gore Vidal (Duluth, 1983), traduzione di Alberto Cellotto, Fazi Editore, collana Le Strade 123, pag. 398, euro 17,50.
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