Joe William Haldeman, americano classe 1943 è l’autore dell’Urania n. 1523 in edicola questo mese con il titolo L’astronave immortale.
Haldeman è diplomato in fisica e astronomia e nel 1967 con la qualifica di “geniere” è stato mandato a combattere nel Vietnam, dove fu ferito. E’ stata indubbiamente una esperienza che gli ha lasciato il segno da cui trasse ispirazione per il suo primo romanzo, War Year.
Sempre l’esperienza di guerra gli ha suggerito il notissimo romanzo Guerra Eterna (The Forever War) con il quale ha vinto i premi Hugo e Nebula. Un romanzo che era un vero e proprio grido contro la guerra, quasi un'antitesi rispetto all'altro grande classico di fantascienza bellica, Fanteria dello spazio di Heinlein.
Dopo molti anni, nel 1997 e nel 1999, l’autore ha scritto altri due romanzi che sono in qualche modo dei seguiti di Guerra eterna: Forever Peace e Forever Free (in Italia Pace eterna e Missione eterna).
In questo lungo lasso di tempo Haldeman ha scritto molti altri romanzi, in prevalenza di genere tecnologico e sempre interessanti.
L’astronave immortale (Old Twentieth) è stato pubblicato nel 2005. Anche qui troviamo un tema che deve essere caro all’autore, uomini immortali o quasi che affrontano viaggi di millenni. Ma è chiaro che l’autore è troppo bravo per limitarsi a questo.
Su Urania è annunciata la prossima pubblicazione di un altro romanzo di Haldeman: Camouflage, che ha vinto il Premio Nebula del 2006, e anche una raccolta di suoi racconti dal titolo A Separate War and Other Stories pubblicata negli Usa nel 2006.
Dalla quarta di copertina: Scampato per miracolo alla battaglia di Gallipoli del 1915, Jacob Brewer non sa capacitarsi di essere vivo e illeso. Quando riapre gli occhi, nulla è più come sembra. Ma il soprannaturale non c’entra: siamo a bordo dell’astronave Aspera, in un viaggio che durerà mille anni, e l’immortalità è praticamente garantita. Quanto alla guerra, Jacob l’ha combattuta solo nella realtà virtuale, un passatempo come un altro. Ma è proprio vero che ormai gli uomini non possono più morire? E allora, come si spiega l’epidemia di semi-cadaveri che serpeggia a bordo dell’astronave? L’enigma sembra insolubile, finché la Macchina che governa la nave lo chiama a rapporto. Sono tre parole soltanto, eppure fanno temere il peggio: “Noi dobbiamo parlare...”.
L’astronave immortale di Joe Haldeman (Old Twentieth, 2005), traduzione di Annarita Guarnieri, Mondadori Editore, collana Urania n. 1523, pag. 312, euro 3,90.
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