Ci sarà la “fine del mondo” a causa del sole, ma l’artefice di ciò è la misteriosa razza dei Primigeniti
Arthur C. Clarke e Stephen Baxter hanno scritto e stanno scrivendo insieme la serie Time Odyssey di cui L’occhio del sole è il secondo volume. La trilogia sarà composta dai seguenti titoli: Time's Eye (2003, L’occhio del tempo, Editrice Nord 2005), Sunstorm (2005, L’occhio del sole) e Firstborn previsto per il 2008.
L’occhio del tempo è stata una vera novità accolta con gioia dai tanti estimatori dei due autori in quanto erano molti anni che in libreria non si vedevano più nuovi titoli di Arthur C. Clarke.
E’ veramente straordinario vedere questo mito della fantascienza che alla non tenera età di 89 anni inizia a scrivere una nuova serie di romanzi. A suo tempo i due autori hanno dichiarato che Time Odyssey non vuole essere un prologo oppure un epilogo alla famosa serie Odissea nello spazio ma si pone rispetto a questa ad angolo retto e si può definire un “ortologo”, poiché conduce a quelle premesse in una direzione diversa.
Nel primo romanzo l’azione si svolge tra l’Afganistan e l’India, siamo nel 1885 e durante uno scontro tra truppe britanniche e ribelli, avviene un collasso temporale che scardina e ricompone la storia in tante tessere senza alcuna logica apparente, creando, in pratica un nuovo pianeta, Mir formato da migliaia di “schegge temporali”. E così in quella zona appare un primate preistorico e poi atterra un elicottero dell’ONU che poco prima era in missione nel 2037. Il tutto sotto gli occhi due inviati molto speciali: Rudyard Kipling e Joshua White.
Sono “tutti” naufraghi temporali, ma non sono soli in quanto in quella zona stanno convergendo anche le armate condotte da Alessandro Magno e le orde di Gengis Khan.
Nel secondo volume la scena cambia totalmente e una protagonista dopo aver passato ben cinque anni su Mir all’improvviso si trova nel suo appartamento e sulla Terra del 2037 è passato appena un giorno...
Arthur C. Clarke, nato nel 1917 è conosciuto da tutti come un grandissimo scrittore e anche chi non legge fantascienza ne conosce il nome non fosse altro per il successo mondiale del film 2001: Odissea nello spazio.
Stephen Baxter è nato in Inghilterra nel 1957, è laureato in matematica e in ingegneria ed è uno degli autori inglesi più affermati. Ha vinto vari premi e ha scritto complessivamente oltre trenta romanzi. Purtroppo in Italia sono state tradotte pochissime sue opere.
Dalla quarta di copertina: Dopo L’occhio del tempo, queste due menti eccezionali si sono unite di nuovo per creare un romanzo che affronta i temi del nostro futuro.
Dopo cinque anni passati su Mir, il pianeta costruito dalla misteriosa razza dei Primogeniti con migliaia di «schegge temporali» prelevate dalla Terra, Bisesa Dutt si ritrova improvvisamente nel suo appartamento di Londra. Per lei sono trascorsi anni, ma per la Terra è passato un giorno solo. E proprio quel giorno, il 9 giugno 2037, il Sole investe il nostro pianeta con una tempesta di radiazioni letali. Ma questo è soltanto il prologo di uno spaventoso cataclisma che, secondo le previsioni degli scienziati, si scatenerà nell’aprile del 2042, quando il Sole proietterà un fascio d’energia tale da bruciare la Terra e da annientare ogni forma di vita...
Bisesa Dutt è l’unica a sapere che la tempesta solare non è un evento naturale, bensì un atto aggressivo da parte dei Primogeniti, un nemico che ha deciso di cancellare l’umanità, come ha già fatto con altre razze, per il semplice motivo che gli esseri viventi consumano troppo in fretta l’energia dell’universo...
L’occhio del sole di Arthur C. Clarke e Stephen Baxter (Sunstorm, 2005), traduzione di Gianluigi Zuddas, Editrice Nord, collana Narrativa 286, pag. 351 - euro 18,60.
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