La buona notizia è che la seconda avventura cinematografica dei Fantastici Quattro è sicuramente superiore alla prima. La cattiva è che il tono complessivo è simile a quello del film precedente.
Il miscasting del primo film o, comunque, la scelta di seguire i Fantastici Quattro come un gruppo di 'post teen ager' si riverbera anche in questo secondo capitolo dove, fortunatamente, vediamo presentato il Silver Surfer: un personaggio carismatico che dona nuova linfa vitale alla narrazione troppo meccanica e "a corrente alternata" di Tim Story.
Reed Richards e Sue sono alle prese con il loro matrimonio: lui, scienziato pazzo con la testa tra le nuvole, lei donna con i piedi per terra che "sogna il momento più bello della sua vita". Intorno a loro ci sono gli amici di sempre: Johnny Storm tutto donne, macchine e ricerca di sponsorizzazioni e "La Cosa", gigantone dal cuore d'oro innamorato della sua "sexy & saggia" Alicia. Nel bel mezzo dell'addio al celibato (una sequenza da fenomeno di baraccone con Reed che balla allungandosi e snodandosi tra delle "bonazze") arriva un antipaticissimo generale dell'esercito che chiede a Richards di indagare su fenomeni climatici misteriosi come la neve sulle piramidi. Il dispositivo messo in piedi da Richards fa arrivare, nel bel mezzo del loro matrimonio, una creatura misteriosa che oltre a rovinare la cerimonia (povera Sue!) rischia quasi di uccidere Johnny.
Lo scontro tra i Fantastici Quattro e Silver Surfer (questo il nome dell'alieno dai poteri enormi) coinvolge non solo il ritorno del Dottor Destino, ma anche - una vera delusione per i fans - l'arrivo del Distruttore di mondi Galactus, che, però, "non si vede"...
Spettacolare e a tratti innegabilmente divertente e interessante, i Fantastici Quattro è una franchise che soffre di una forte crisi di identità.
Da un lato è una delusione per gli amanti del fumetto che non riescono a riconoscere negli attori scelti, nei dialoghi che si sentono pronunciare e nello sviluppo dei caratteri i beneamati personaggi di trenta anni di storie. Dall'altro, per chi non ha mai percepito la forza brillante dell'albo a fumetti, i Fantastici Quattro sembra avere qualcosa di irritante, in quanto è difficile capire il carisma di figure che si comportano come degli adolescenti troppo cresciuti pronti solo a frasi da soap opera.
Meno male, però, che c'è il Silver Surfer con il suo carico di disperazione personale e i suoi effetti visivi perfetti a risollevare complessivamente la seconda parte del film rendendola brillante e molto vicina allo spirito del fumetto.
Per il resto, a parte la bellezza di Jessica Alba, il ricorrente e divertente cameo di Stan Lee e l'affettazione un po' eccessiva di Julian MacMahon nei panni di Destino, c'è poco altro in un film sopra le righe, bidimensionale e - soprattutto - fastidioso quando vuole presentare i Fantastici Quattro come un semplice gruppetto di ingenui ragazzetti dotati di poteri straordinari. Era lecito attendersi qualcosa di più accurato, ma soprattutto di più maturo che potesse non solo essere letto bene da chi il fumetto lo conosce, ma che al tempo stesso riuscisse ad attrarre nuovi spettatori.
I Fantastici Quattro & Silver Surfer è un ibrido che non riesce a 'lavorare' su piani diversi: quello di chi il fumetto lo conosce e lo ama e quello di chi deve capire perché questi tizi siano davvero così 'fantastici'.
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