Il dettaglio di ciascun racconto sarà meglio lasciarlo a ciascun lettore: qui ci limitiamo a segnalare un mosaico che sembra emergere, quello dei racconti di ambientazione pugliese. Riproposti insieme, formerebbero un bel volume da leggere. Fra i tanti, segnaliamo La vacanza (1986, già riproposto in Chimere senza tempo, Kipple 2005): ambigua e libertaria, inattesa e inafferrabile, una delle poche vere utopie della letteratura italiana.Gran parte dei racconti di L’essenza del futuro sono suddivisi tematicamente: politica, amore, sesso, umorismo, musica, ecologia, oltre quelli iniziali (fra cui alcuni inediti) e le collaborazioni con Eugenio Ragone. L’introduzione di Ugo Malaguti fa l’esempio di Theodore Sturgeon come autore amante della forma breve, con uno stesso approccio “umanistico”. Il paragone è giustissimo e alto, con un autore che, scrivendo quasi solo racconti, ha contribuito a rendere la SF (continuo imperterrito a ritenerlo) la più sofisticata fra le forme della letteratura popolare.

Aggiungerei due cose. Una è la dimensione “dell’impegno”. Come in Vonnegut e pochi

V. Catani: "L'eternità e i mostri"
V. Catani: "L'eternità e i mostri"
altri, anche nei numerosi momenti più leggeri e scanzonati la fantascienza di Vittorio Catani è mossa da una indignazione che ha una profondità e una lucidità molto superiore a quasi chiunque altro, in qualunque genere. Ce ne accorgiamo dai tasselli dell’informale “Storia futura libertaria” qui presenti, figli delle tensioni e delle speranze della fine anni 70. Anche allora, le antenne letterarie di Catani erano ben ferme sul mondo: sarebbe bello, prima o poi, vederli tutti riuniti in volume.

L’altro aspetto è che le narrazioni di Catani si sviluppano sempre in un modo che prende sul serio la scienza e la tecnologia. In altre parole, anche le storie più sociologiche e umanistiche sono sempre chiaramente storie di fantascienza. Al centro è, sempre, la diversità del mondo: altrimenti, cosa avrebbero di diverso da dire i suoi personaggi?

Nel corso degli anni, a dimostrarlo sono stati gli sketch brevi pubblicati su giornali e riviste, già riuniti in Accadde domani (2001) e Storie dal villaggio globale (2004), molti dei quali sono riproposti qui. Sarebbe sbagliato considerarli minori: gli esperimenti della science fiction sono soprattutto fatti di scenari.

La scienza e le sue conseguenze psichiche erano già state il nucleo fondante dell’unico romanzo Gli universi di Moras, uscito su Urania nel 1990 e che ci auguriamo di veder presto riproposto. E ancor più sembra esserlo nel frammento del work in progress, dal titolo Il quinto principio, che conclude il volume: ancora una volta, è ai nuovi futuri che si rivolge l’immaginazione di Vittorio Catani.