Dal cuore della Siberia, torniamo alla provincia rurale americana con Cronache del dopobomba (1965), titolo emblematico di Philip K. Dick che nell’originale Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb si rifaceva in maniera esplicita al capolavoro kubrickiano Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, tratto nel 1964 dal romanzo Red Alert di Peter George (1958). Scritto nel 1963, Cronache del dopobomba reca gli echi della crisi missilistica cubana del 1962 e rappresenta l’opera più emblematica di Dick


Il fratellino di Edie e l’astronauta-deejay sono, ciascuno a modo suo, l’alter-ego di Dick: nel primo si manifesta infatti la sua ossessione – mai sopita, anzi ripresa con maggiore vigore in opere successive come il malinconico Scorrete lacrime, disse il poliziotto del 1978 – per la prematura scomparsa della sua gemella (Jane Charlotte Dick), morta a sole cinque settimane dalla nascita; nell’altro assume forma e concretezza tutto l’estro eclettico dell’autore, lettore onnivoro, appassionato di musica classica e filosofia e grande conoscitore della cultura popolare moderna. Ma tutti gli altri personaggi incarnano in qualche misura elementi ricorrenti nella sua opera, dalla natura fredda e calcolatrice delle donne al contrasto sociale per un qualche tipo di diversità.
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