Un tema classico della fantascienza è alla base del romanzo di Giuseppe De Felice che ha vinto il premio Fantascienza.com del 2005.
Il pianeta di Bachman è la storia di una spedizione determinata ad arrivare su un pianeta inaccessibile, sul quale sono state costruiti veri e propri sistemi teologici, una lusinga irresistibile per alcuni, luogo proibito per altri.
Ramón Chabor, un pilota reduce di guerra che si è seppellito in un oscuro spazioporto, viene contattato da Miller, ricchissimo impresario e avventuriero, che gli offre il posto di pilota su un vascello dalle caratteristiche eccezionali, destinazione il pianeta di Bachman.
Situato in un sistema da incubo, tra l'attrazione di un gigantesco buco nero e quella di una stella morente, con un'orbita che sfida le leggi della gravitazione questo pianeta impossibile è al centro di forze cosmiche devastanti, che rendono l'atterraggio impossibile.
O quasi impossibile, dato che Igor Bachman, una figura ormai leggendaria, è riuscito a sbarcare, inviando una incomprensibile trasmissione dalla superficie, guadagnandosi così l'onore di dare il nome al pianeta.
Da allora trentadue spedizioni si sono susseguite, alcune di pazzi irresponsabili, altre di scienziati, altre ancora di esperti lupi dello spazio, ma tutte con un solo risultato, la distruzione dell'astronave prima di ragiungere la meta.
Il punto di partenza di tutti i tentativi è Thule3, Thule al cubo, l'altro pianeta di quello strano sistema, ultimo rifugio per fanatici religiosi, sbandati, pazzoidi o semplici curiosi.
L'equipaggio messo insieme da Miller raggiunge l'ultimo avamposto prima dell'ignoto, per scoprire che non solo lo spazio profondo nasconde terribili pericoli, non tutti sul pianeta sono infatti felici della loro presenza.
Questo romanzo è una felice rivisitazione di una delle idee classiche della fantascienza, il pianeta misterioso dal quale nessuno riesce a tornare, letta in decine di opere, ma rinnovata in modo egregio.
I personaggi sono ben delineati, e la descrizione della società nata su Thule3 risulta affascinante, paradossalmente la parte che riguarda i pericoli dello spazio e quello che potrebbe attendere la spedizione rimane sullo sfondo.
Il mistero costituito da quello che si trova sul pianeta di Bachman ben presto lascia il passo ad altri interrogativi, Ramón e Miranda De Voort, la giornalista protagonista femminile della storia, avranno altro a cui pensare, perché niente è quello che sembra su Thule3.
Ma anche il pilota spaziale nasconde qualcosa, un segreto terribile che lo ha spinto a seppellirsi in un esilio volontario dal quale solo una sfida estrema lo ha convinto a uscire, ed è proprio la sua storia a emergere su tutto il resto.
La vicenda di Ramón mi ha richiamato alla mente Lazarus Long, l'eroe di molte opere di Heinlein, idee classiche raccontate in modo moderno, dicevamo, e anche in questo caso De Felice si spinge un poco oltre quello scritto dallo scrittore californiano.
Un romanzo decisamente avvincente, un'ottima opera di un autore che dimostra di avere tutte le carte in regola per inserirsi nella pattuglia sempre più nutrita dei giovani autori italiani.
Giuseppe De Felice ha 39 anni, napoletano dalla nascita. Lavora nel campo della fotografia e della grafica digitale, ma il suo interesse principale è scrivere.
Quando non si tratta di romanzi o racconti, per i quali ha ricevuto diverse segnalazioni a premi importanti come il Lovecraft nel 1994, sono recensioni musicali, tutte pubblicate sul sito www.aorarchivia.com.
Fra i suoi autori preferiti Zelazny, Moorcock, Delany, Vance, Lafferty e tutto il fantastico sudamericano (Bioy Casares e Cortazar in particolare).
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