Un tema classico della narrativa di fantascienza è l’acquisizione, naturale o artificiale, di poteri ESP, come la telepatia. Un grande autore ribalta la prospettiva e ci presenta il dramma di un uomo che sta perdendo la sua capacità di leggere nella mente degli altri
Esce in questi giorni nelle librerie e campeggia nello stand della Fazi, alla Fiera del Libro di Torino, la ristampa di questo interessante romanzo di un grande autore: Robert Silverberg. Il romanzo in questione è Morire dentro (Dying Inside), scritto negli anni ’70 e che non ha perso un grammo della sua freschezza mantenendo intatta tutta la sua originalità.
Robert Silverberg viene considerato uno dei “grandi” della fantascienza. E’ stato un autore prolifico ma mai banale, affrontando di volta in volta argomenti interessanti, presentandoli inoltre da angolazioni diverse dal solito.
L’autore è nato a New York nel 1935 e al compimento dei settant’anni ha dichiarato che avrebbe rallentato il suo ritmo di lavoro. Un lavoro di scrittore che ha iniziato nel 1954 con il racconto Gordon Planet e ha mantenuto veramente frenetico per decenni avendo al suo attivo ben novantotto romanzi, quarantaquattro antologia personali, decine e decine di racconti sparsi in centinaia di antologie, saggi non di fantascienza e tanto altro ancora. Nella sua lunga carriera ha vinto quattro Premi Hugo, cinque Premi Nebula e nel 2004 è stato insignito del Premio Grand Master.
Sul numero 51 di Robot, in uscita a giugno, sarà presente un nuovo racconti di Robert Silverberg in anteprima mondiale.
La Fazi Editore, prosegue nella sua meritoria opera di farci “riscoprire” opere che da decenni non venivano pubblicate. ricordiamo che nel recente passato ha pubblicato Il libro dei Teschi e L’amore al tempo dei morti.
Morire dentro è stato pubblicato per la prima volta nella collana I libri di Robot n. 1 nel 1978 e successivamente ristampata nel 1989 nei Classici Urania.
Il protagonista di questo romanzo, David Serlig, apparentemente è una persona normalissima ma possiede un dono che lo rende unico al mondo. Infatti riesce a percepire le immagini mentali delle altre persone e questo gli permette in pratica di vivere senza lavorare. Ma il dramma che Silverberg ci descrive è dovuto al fatto che Selig si accorge che questo suo potere va scomparendo, e allora assistiamo a questo suo tremendo “morire dentro”.
Dalla quarta di copertina: Manhattan, anni Settanta. Il quarantenne David Selig conduce apparentemente una vita piatta: non ha un lavoro né relazioni significative. In realtà fin dall’infanzia David ha il dono e la condanna di saper leggere nei pensieri della gente e da anni impiega il suo potere per aiutare gli studenti dell’università, scrivendo per loro tesine personalizzate in base allo stile e al grado di intelligenza di ciascuno. Questa straordinaria capacità è tutto ciò che David possiede; per questo motivo, quando si accorge che la sta perdendo è come se iniziasse a morire. Si aggrappa allora ai ricordi più intensi della sua vita: i rapporti umani e lavorativi con gli studenti, la relazione con la sorella adottiva Judith, morbosa fin quasi ai limiti dell’incesto, l’incontro con Tom, un altro essere telepatico che però usa spregiudicatamente il proprio potere per fare carriera.
Morire dentro di Robert Silverberg (Dying Inside, 1972), traduzione di Stefano Tummolini, Fazi Editore, collana Le Strade 122, pag. 285, euro 16,50.
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