Con questa premessa Kim Stanley Robinson ha scritto in modo molto convincente una storia della civiltà a partire appunto dal dopo peste sino ai giorni nostri. Il titolo del romanzo, molto atteso dai lettori, è Gli anni del riso e del sale.
Kim Stanley Robinson non è un autore prolifico, ma è un ottimo autore che sa costruire trame avvincenti e descrivere apocalittici scenari futuri e con poche opere ha vinto numerosi premi. Purtroppo in Italia ha avuto un trattamento veramente indegno, con pochissimi romanzi e qualche racconto tradotto, ma quello che è veramente grave è il fatto che ben due sue serie non sono state poi completate. Infatti della serie “Mars” (Red Mars, Green Mars e Blue Mars) è stato pubblicato solo il primo volume (Il rosso di Marte – Mondadori 1995); della serie “Orange County” (The Wild Shore, The Gold Coast e Pacific Edge) sono stati pubblicati solo i primi due e della terza e più recente serie “Capital Code” non è stato tradotto nulla. Ricordiamo che un solo suo romanzo è stato pubblicato dalla Editrice Nord nel lontano 1986, titolo: Icehenge.
L’autore è nato nel 1952 in Illinois, laureato, ha girato per il mondo e attualmente vive in California. La trilogia Mars gli ha dato grande fama, è frutto di un lungo studio delle possibilità tecniche e scientifiche del momento per una colonizzazione di Marte, con descrizioni minuziose del paesaggio marziano e una splendida caratterizzazione dei personaggi.
Nel romanzo ora in libreria, partendo appunto dalla totale scomparsa della civiltà europea, l’autore narra l’ascesa di due superpotenze che non saranno “oppresse” dagli europei: la Cina e l’Islam.
Anno dopo anno, secolo dopo secolo ci descrive diversi personaggi dei due popoli, ed è bene notare che i personaggi sono reincarnazioni dei personaggi precedenti, facendoci così conoscere, in maniera originale, una storia alternativa.
Dalla quarta di copertina: La Morte Nera, la terribile epidemia di peste, si abbatté sull’Europa nel quattordicesimo secolo con conseguenze devastanti: circa un terzo della popolazione del Vecchio continente fu annientata. Ma cosa sarebbe accaduto se la pestilenza avesse ucciso il 99 per cento della popolazione? Come sarebbe cambiato il mondo? Questo romanzo esplora proprio ciò che sarebbe potuto accadere nello svolgersi dei secoli: il sorgere e il tramontare di nazioni, il flagello di orribili carestie e i progressi legati alle grandi invenzioni, in un mondo in cui il buddhismo e l’Islam sono le religioni più diffuse e influenti, mentre la cristianità è soltanto una nota al margine. I protagonisti, soldati e re, esploratori e filosofi, schiavi e studiosi, condividono, nelle successive reincarnazioni, gli “anni del riso e del sale”, ovvero gli anni della vita terrena distinti da quelli in cui l’anima è disincarnata e non necessita di cibo. Alternando azione e riflessione, Kim Stanley Robinson illumina di una straordinaria luce temi come il potere, la religione, la cultura e l’amore, in questa audace invenzione che è insieme un passato di fantasia e un monito a guardare con altri occhi il presente e il futuro.
Gli anni del riso e del sale di Kim Stanley Robinson (The Years of the Rice and Salt, 2002), traduzione di Barbara Corda e Francesca Toticchi, collana Nuova Narrativa Newton 70, pag. 606, euro 11,90.
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