Visibilmente ispirato dalla forza immaginifica e talentuosa di pellicole come Solaris e 2001 Odissea nello Spazio, Sunshine è un film emozionante ed enigmatico.
Una pellicola di fantascienza 'pura' dove una deriva 'New Age' è controbilanciata da una narrazione lenta e, in un certo senso, perfino 'addolorata', quasi insolita per un film di fantascienza del ventunesimo secolo.
La missione dell'Icarus II è scagliare una serie di bombe atomiche nel cuore del Sole morente. L'unica speranza è che questo carico sia sufficiente a riattivare il processo di fusione atomica e - così - salvare la Terra da una fine certa.
Dopo sette anni di viaggio, l'astronave capta il messaggio di S.O.S. dell'Icarus I, la prima nave spaziale mandata in missione con destinazione Sole e che sembrava, ormai, misteriosamente perduta per sempre.
L'avvicinarsi dell'astronave al relitto della missione precedente cambierà, però, per sempre i destini del suo equipaggio.
Visivamente eccitante, Sunshine è una pellicola che - un'altra volta ancora - mette in luce il talento psichedelico del suo autore Danny Boyle. Un regista straordinario che pur pronto ad omaggiare Kubrick e Tarkovsky, rilegge con originalità gli elementi più insoliti di una trama in grado di coniugare spiritualità e tematiche dalla profonda umanità. Quando, ad un certo punto, tutto sembra precipitare e il film assume i connotati del thriller, ecco che il cinema di Boyle diventa un veicolo perfetto per raccontare in maniera visionaria ed originale una trama dove non tutto risulta chiaro e in cui razionalità e talento per il mistero sembrano andare di pari passo. Boyle dirige gli attori in maniera interessante e non prevedibile, con un cast multietnico in grado di rendere al meglio e con grande sensibilità le inquietudini e le lacerazioni di un gruppo di uomini e donne, di fatto, abbandonati nello spazio e - soprattutto - irraggiungibili dagli altri.
Non tutto è chiaro fin dall'inizio e - man mano che la trama si dipana - lo spettatore si sente sempre più vicino ai protagonisti di cui condivide ansie e paure. Lo spazio silenzioso e magnifico mostrato mostrato da Danny Boyle con rispetto e passione non è quello quasi inestistente e un po' cafone di tanto cinema americano dove sembra fare solo da sfondo.
La quiete siderale, il miracolo del Cosmo, la trascendente natura delle Stelle sono i grandi protagonisti di un film in cui l'incertezza della navigazione spaziale, la rassegnata disperazione del gruppo di astronauti riporta ancora una volta l'uomo dinanzi alla grandezza sconfinata di un Universo se non ostile, certamente silenzioso e indifferente alle sorti dell'umanità.
Un film da non perdere.
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