E' stato un evento così scioccante che persino la Cnn, tra una bomba e l'altra, se n'è occupata.
E' successo nei giorni scorsi, nella miniserie chiamata Civil war, in cui si immaginava la messa in atto di una lista di supereroi, ovvero in cui i suddetti dovevano rivelare le loro identità, dopo che uno di loro aveva causato una catastrofe simile all' 9/11.
Steve Rogers aveva deciso di sfidare questa nuova legge, per poi arrendersi alla polizia ed essere scortato in tribunale. Dove però non sarebbe mai arrivato, un cecchino lo avrebbe colpito mentre saliva le scale del tribunale.
Fine di un eroe nato 60 anni fa, controverso, amato, con amici e nemici persino tra le fila dei buoni ma che comunque era entrato a fare dell'immaginario collettivo.
Persino il co-creatore del personaggio, Joe Simon (insieme a Jack Kirby), ora 93enne, non accetta la decisione. "oggi abbiamo bisogno di lui più che mai"
Ma Joe Quesada, l'editor in capo della Marvel, la pensa diversamente: "C'è stato un periodo in cui i supereroi morivano con motivazioni ridicole e tornavano in vita allo stesso modo".
Ma i tempi sono cambiati e la fine di Cap è diventata una metafora, aggiunge Quesada. " C'è molto da capire in questo evento, ma non sono il tipo di persona che dice ai lettori cosa devono pensare. Voglio che siano loro stessi a dare il proprio significato a questa storia". Certamente, in una serie che ha un deciso carattere metaforico sull'America dall'11 settembre al Patriot Act, la morte di Capitan America sembra avere un fortissimo significa simbolico.
Certo, rimangono delle domande: che fine a fatto il costume, visto che è stato Steve Rogers ad arrendersi, piuttosto che il suo alter ego.
E che ne sarà dei suoi amici e nemici storici?
"Questo", conclude Quesada, "potrete scoprirlo solo leggendo il fumetto".
Se volete saperne di più su Civil War potete andare al link su wikipedia riportato sotto.
E' davvero la fine di un supereoe?
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