Si stima che la fantascienza italiana possa contare su un bacino di lettori di sole 5.000 unità: tre o quattro volte di meno di quanto avveniva solo nel 2000, come fa giustamente notare Valerio Evangelisti nella sua eccellente e puntualissima introduzione a U.S.S. Ma la fantascienza, genere glorioso e vituperato, non può rassegnarsi a cedere il passo e allora eccola vendere cara la pelle, mentre come un organismo metamorfo cerca nuovi travestimenti per confondersi nella folla che asfissia il mercato editoriale, tenendo duro e continuando a spargere in giro i suoi semi immaginifici. Dalla narrativa al fumetto, il passo non è poi così lungo. Non è quindi un caso che una delle opere più interessanti nate in seno alla fantascienza italiana in questi ultimi anni venga proprio dal mondo dei comics. E' il caso proprio di questo U.S.S. - Ultima Stazione di Servizio, composto da tre storie che si sviluppano intorno a una stazione di servizio, ora su un asteroide abbandonato, ormai lontano dalle rotte interplanetarie più battute, ora nella pericolosa periferia di una megalopoli terrestre del prossimo futuro, ora su un pianeta di frontiera, in mezzo a un deserto popolato da tribù nomadi di discendenti degli antichi coloni terrestri. Tre storie, quindi, che si rifanno a moduli estranei alla fantascienza - nella fattispecie, noir, satira e western - che usano la fantascienza come uno sfondo, senza però mai relegarla a un piano di semplice contorno, ma nobilitandola anzi di riflesso con il coraggio di una scelta che si rivela sempre cruciale nello svolgimento delle storie. Come nel caso di Rusty, il protagonista della prima avventura, che si serve del dono innato di leggere e manipolare i sogni e i desideri altrui per guidare le scelte del prossimo e sconfiggere a poker i suoi avversari; almeno, fin quando qualcuno non scopre il suo segreto e decide di servirsene per compiere la sua vendetta. Discorso analogo per Henry Lance, genio dell'informatica e dell'alta finanza che imbastisce il suo piano segreto per conquistare il mondo mentre il suo gemello sguazza negli onori tributatigli dagli adepti del culto da lui fondato, una religione dell'estasi ipercalorica che si fa allegramente beffa delle mai sopite tendenze new age. E lo stesso vale anche per il misterioso Cacciatore sulla cui sfuggente figura è costruito l'episodio conclusivo, una storia di frontiera come si diceva poc'anzi, che combina con perizia magistrale le atmosfere esotiche di Dune e il ritmo di uno spaghetti-western. Sorretta dalla sapiente scrittura di Alberto Conte, magnificamente illustrata da Luca Rossi e colorata da Andrea Piccardo a ricreare i toni malinconici di un futuro decadente, U.S.S. è un esperimento coraggioso e perfettamente riuscito, un tentativo ardito di sdoganare la fantascienza fuori dai suoi soliti canali di diffusione, ormai sempre più congestionati da un'offerta mediocre e omologata. Una lettura consigliata a tutti gli appassionati del genere, sia quelli che non si sono ancora stancati di cercare la sua essenza, sia quelli che non esitano a intonare lamenti funebri sulla tomba della fantascienza che, come insegna questo trittico del futuro, per fortuna è e restera ancora a lungo vuota.