In Italia gli appassionati di fantascienza lo conoscevano per le interviste ai grandi scrittori apparse sulla Robot degli anni Settanta, da Sturgeon a Ellison. Ma Patrice Duvic, nel genere – e anche fuori dal genere – ha fatto di tutto: è stato sceneggiatore, scrittore, curatore di antologie, di collana, fotografo, e grande conversatore. E probabilmente l’elenco è incompleto.
La notizia della sua morte, annunciata domenica, non è arrivata del tutto inattesa: nel giugno del 2005 aveva inviato agli amici una mail in cui narrava le sue “disavventure”, come le chiamava lui, mediche: dall’occlusione di un’arteria a una recidiva di cancro ai polmoni. All’ultimo evento pubblico a cui si è presentato, un incontro organizzato a Lione prima di Natale da Sylvie Lainé, in cui aveva esposto alcune sue fotografie, era apparso molto dimagrito.
Il mondo fantascientifico francese è rimasto però ugualmente sconvolto dalla notizia: Duvic aveva il doppio pregio di essere un serissimo professionista e un divertentissimo personaggio, molto amante dei piaceri della tavola, dei viaggi, e inseparabile dalla moglie Monique, altra persona gradevolissima.
Delos l’aveva intervistato in occasione dello speciale su Io, Robot. Negli anni Sessanta, infatti, Patrice Duvic aveva fatto un viaggio negli Stati Uniti che l’aveva portato a incontrare tutti i grandi della fantascienza dell’epoca, di cui aveva filmato le interviste. Tra di questi, Isaac Asimov. Ma “il grande intervistatore” aveva anche avuto l’onore di essere ospite per alcuni giorni di Philip K. Dick.
Se c’è un al di là, vien da pensare che se non altro Patrice sarà in ottima compagnia.
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