Le storie sulla licantropia hanno origini antichissime, il mito di un uomo che si trasforma in animale risalgono addirittura al re babilonese Nabucodonosor che, racconta la Bibbia, venne trasformato in lupo da Dio, che lo volle punire a causa della sua vanità.
Anche la diffusione geografica di queste antiche leggende è straordinaria, uomini che si trasformano in animali si ritrovano in culture lontanissime tra loro, dal circolo polare all'equatore, anche se diverse sono le belve in cui si trasformano.
Caposaldo delle storie horror, il lupo mannaro ha ispirato anche Jack Williamson per il suo romanzo Il figlio della notte, dove si presuppongono origini antichissime e tutt'altro che soprannaturali per questo terribile mostro.
La scoperta che tra di noi esistono persone che possono diventare animali avviene infatti grazie a una spedizione scientifica, di ritorno dalla Mongolia, il cui capo muore poco dopo essere disceso dall'aereo, mentre si apprestava a rilasciare una dichiarazione importantissima e sconvolgente.
Will Barbee, un giornalista amico degli studiosi, sospetta che la morte non sia accidentale, ma dovuta a una splendida giovane, April Bell, conosciuta in aeroporto.
Deciso a far luce sulla vicenda, ma nello stesso tempo fortemente attratto dalla ragazza, Will scopre ben presto l'orrenda verità.
la spedizione ha riportato dall'Asia le prove di una guerra, combattuta in un'epoca incredibilmente lontana, tra la razza degli uomini e quella dei licantropi, terminata con la vittoria dei primi.
Tuttavia i licantropi riuscirono a sopravvvivere, nascosti tra gli uomini normali, e ora agognano una riscossa da lungo tempo attesa, l'avvento del Figlio della Notte segnerà il ritorno della loro supremazia.
April è una rappresentante del popolo delle tenebre, ma anche Will si rende conto con orrore di avere gli stessi poteri della ragazza, e di non appartenere alla razza umana, da che parte si schiererà nell'ultimo duello?
Pubblicato in una versione ridotta sulla rivista Unknown nel 1940, poi ampliato per la versione da libreria del 1948, Il figlio della notte è un romanzo vigoroso, scritto in modo da mantenere la tensione dall'inizio alla fine, e a decenni dalla prima pubblicazione risulta ancora perfettamente godibile.
Nonostante i personaggi non siano molto caratterizzati e a volte le loro azioni risultino illogiche Williamson riesce a far passare questi difetti in secondo piano, rendendo convincente la spiegazione razionale alla licantropia e rendendo il lettore ansioso di conoscere la soluzione ai numerosi misteri e colpi di scena che si susseguono.
Nonostante le decine di opere che trattano lo stesso tema questo romanzo non è affatto invecchiato, forse da qualche landa desolata, proprio adesso, un aereo sta riportando alcuni studiosi e una misteriosa cassa verso la civiltà.
Un libro che non dovrebbe mancare agli appassionati di lupi mannari, ma che costituisce una valida lettura anche per chi non è particolarmente interessato al genere.
Nato nel 1908 John Stewart Williamson, o Jack Williamson, come preferiva farsi chiamare, è stato uno dei più famosi scrittori di fantascienza, con una carriera straordinaria iniziata nel 1928 sulla rivista pulp Amazing Stories.
Celebre per la serie della Legione dello spazio, opera fondamentale della space opera, Williamson ha pubblicato un gran numero di romanzi, alcuni dei quali scritti in collaborazione con altri famosi scrittori.
Tra la sua sterminata produzione possiamo ricordare il ciclo dell'antimateria, quello delle scogliere dello spazio, scritto in collaborazione con Frederik Pohl, il romanzo Gli umanoidi (The Humanoids, 1949) e il romanzo breve La Terra definitiva (The Ultimate Earth, 2000), quest'ultimo vincitore di un premio Hugo.
Nel 1976 Williamson è stato nominato Grand Master dalla SFWA, secondo autore a ricevere questo grande riconoscimento.
Williamson ci ha lasciato poco tempo fa, il 10 novembre 2006.
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