un serial scientifico a cura di Giuseppe Lippi

 

IL PIANETA DELLA MALORA

"Tanto tempo fa, in una galassia puttana puttana..." Ecco dove si trova la Planète du Malheur di cui si fa gran parlare in questi giorni. Un mondo i cui abitanti sono pieni di vizi e affetti da un'invincibile passione per la fantascienza, genere letterario che lo scopritore del nuovo astro, il professor Franz Ego dell'Università di Grenoble, stima tra le principali cause di contrasto fra le sue genti (una delle razze più litigiose dell'universo). In questa rubrica il nostro corrispondente G. Lippi tradurrà periodicamente i rapporti del prof. Ego, con descrizione di usi, costumi e tribolazioni dell'Astro Nefasto. A questi reportage saranno alternati commenti e paralleli con il nostro mondo quaggiù, cercando di restare in tema. Buona lettura!

"Cher M. Lippi", scrive da Grenoble il prof. Ego, "non sono un esperto di fantascienza, genere che come saprà esiste anche sul Pianeta della Malora dove gode di enorme successo, ma mi sembra di capire che usi e costumi dei Maloriani siano influenzati in maniera diretta dalla passione fantascientifica. Né le donne, né il vino o il tabacco hanno altrettanto potere di avvincere gli abitanti di Malheur, e questo insano sport nazionale tocca il punto più basso nell'attribuzione dei relativi premi letterari. Durante le lunghe ore di osservazioni al telescopio ho fatto amicizia con una bella Maloriana che fa il mio mestiere lassù, e adesso ci mandiamo segnali subeterici con una certa frequenza. Le ho chiesto che scopo abbiano questi premi, e Malaura (la mia amica si chiama così) ha risposto che sono l'equivalente delle lotterie terrestri, un'anomalia inesistente da loro e che viene studiata col massimo interesse da anni, come simbolo della mediocre e degenerata cultura del nostro sistema solare.

"Ne ho dedotto, come scienziato, che i Maloriani abbiano un forte senso dell'ego e giudichino se stessi la più importante razza dell'universo; al confronto i terrestri - che vengono spiati da secoli - sarebbero in sostanza barbàroi, termine con cui traduco classicamente il loro volgare ma equivalente kakkiàz. Dunque, i premi letterari vengono banditi su Malheur per impinguare le casse dello stato. La tassa di lettura pagata dai concorrenti, infatti (un modesto millicredito), rimpingua l'erario per tutto l'anno, visto che i concorrenti non sono mai meno di sette-otto miliardi. Ciò cui i partecipanti ambiscono non è la vincita in denaro in se stessa, quanto la pubblicazione dei loro elaborati (romanzi, racconti, poesie, saggi, disegni, filmati, ologrammi, ecc.: esistono cinquantadue categorie premiabili) da parte dell'Università del Malanno, il più prestigioso editore del pianeta.

"Pensi che romanzi, racconti e poesie non vengono stampati su carta o diffusi come e-book, ma scolpiti sulle tavole di pietra dell'Università. Naturalmente, l'operazione è lunga: ci sono scalpellini che stanno ancora incidendo il capitolo LVIII del tomo II del romanzo che vinse quattro anni fa, Gli esploratori di Lunamorta, un'odissea spaziale in cinque volumi. Questa lentezza induce i Maloriani a parlare di malasanità e giustizia corrotta, perché ai loro occhi la ritardata pubblicazione è anticostituzionale ("contraria ai princìpi del Bando", in termini legali) e può indurre malattie professionali nei premiati. La potente corporazione dei mastri scalpellini risponde che si potrebbero velocizzare i tempi usando i robot, ma la Gilda degli Autori insorge: da secoli i vincitori del Premio Malora vengono immortalati da mani umane; le sacre tavole non saranno toccate da arti meccanici, per quanto perfezionati o edotti.

"Questo per quanto riguarda il Gran Prix annuale, ma naturalmente c'è una miriade di premi minori e settimanali. Si vince con l'ambo, il terno e la quaterna (e cioè con due, tre o quattro racconti "azzeccati"); la cinquina dà diritto alla pubblicazione di un'antologia personale. Il Lotto clandestino maloriano consiste nello scommettere sulle proprie (o altrui) probabilità di vincere al concorso legale, e i premi prevedono la pubblicazione su riviste semi-ufficiali che noi chiameremmo fanzine (in linguaggio maloriano, fogliàzz).

"Recentemente, dice Malaura, è scoppiato uno scandalo perché il presidente della Giuria 125, un remoto settore del pianeta comprendente la città di Uràzz, ha cambiato il titolo di un romanzo già premiato e prossimo alla pubblicazione sul più rinomato fogliàzz della circoscrizione, Kometàzz. La cosa è finita in uno scandalo, sono stati invocati i Giudici popolari e la stampa, e per un momento è sembrato che il Comitato degli Scrittori volesse deferire la Giuria tutta al Tribunale Tecnico, uno degli organi che controllano la costituzionalità dei provvedimenti adottati dai giurì periferici. Poi, all'ultimo momento, la denuncia non è stata sporta: un noto avvocato del Settore Centrale, Garbugliàzz, ha notificato al Comitato che il provvedimento è sì sgradevole, ma previsto dalla costituzione. Il Comitato degli Scrittori ha dichiarato che presenterà un disegno di legge affinché simili provvedimenti siano vietati in futuro, o almeno inclusi fra le clausole riservate, nel Bando, ai Diritti dell'Editore. La faccenda è ora allo studio della Camera Locale 125, da cui, seguendo il normale iter burocratico, risalirà su su fino al Parlamentàzz della malora.

"Come vede, gran parte della popolazione del pianeta lavora in uffici che hanno a che fare, direttamente o no, con l'attribuzione dei premi e lotterie."

Commento del traduttore. - A me sembra che il prof. Ego esageri. Premi e lotterie sono antichi quanto la civiltà, e avere trovato un pianeta monotematico (fantascienza, solo fantascienza) mi pare di per sé una bella scoperta. In cosa esagera, insomma, il poco solare astronomo francese? Nell'assumere l'atteggiamento apocalittico degli accademici, per cui sembra che certi costumi popolari (il popolo maloriano, in questo caso) debbano essere additati, per forza di cose, come esempi per fustigare i costumi nostri, terreni. Insomma, la vecchia fola della "metafora" che ormai non convince più nessuno. I Maloriani sono quel che sono, punto e basta; circa lo scandalo del titolo cambiato, anche a me, qui sulla Terra, è capitato qualcosa del genere e so cosa vuol dire. Mai minimizzare l'ira dell'hypocrite lecteur, né dell'auteur del resto. [Comunque, a me sembra che sia cominciata una serie istruttiva.]


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