Una delle voci più interessanti espresse dalla fantascienza degli anni Ottanta è stata senza dubbio quella di John Shirley. Texano, amico di William Gibson, Bruce Sterling e Rudy Rucker, cyberpunk ante litteram (il suo romanzo La musica della città vivente prefigurava nel 1980 uno scenario metropolitano altamente informatizzato e connesso), neuromantico della prima ora incluso in Mirroshades (l'antologia-manifesto curata da Sterling) con un romanzo breve molto politicizzato e ambientato nella scena rock del futuro, sceneggiatore per il cinema (suo è l'adattamento dal fumetto del film culto Il Corvo), musicista rock, Shirley si è sempre distinto dal resto della banda per il suo eclettismo e per il ritmo produttivo, forsennato al limite del parossismo. Dal fantasy alla fantascienza, passando per l'horror, il thirller e il noir, Shirley si è sempre mosso ad altissimi livelli, tanto da essere soprannominato "il Poe dell'era postmoderna". In Italia è stato da poco ripubblicato per i tipi di Hobby&Work il primo volume della sua opera più rappresentativa, la trilogia di Eclipse che dopo vent'anni e in un contesto internazionale totalmente mutato che ufficialmente sembra lontano anni-luce dalla tragica evoluzione della Guerra Fredda dipinta nel ciclo, continua ancora a far sentire il peso di una voce contestataria autorevole e scanzonata allo stesso tempo, come tutte le opere d'arte davvero rivoluzionarie prodotte dai giovani. E Shirley, che nel frattempo non si è fermato un solo momento, esce simultaneamente in America con un nuovo romanzo e una novella. E nuovi piani per il futuro.

 

Il romanzo annunciato lo scorso ottobre s'intitola The Other End ed è stato lanciato con uno strillo che è tutto un programma: "vi è mai capitato di avere voglia di fare un bel reboot al mondo?". L'importanza dell'evento è degna di nota, perché segna il ritorno di Shirley all'impegno dopo una serie di novelization e tie-in dedicati a celebri icone del fumetto trasposte sul grande schermo (da Constantine a Batman) e già si annuncia come un'opera in grado di far discutere, come spesso è capitato in passato. Come spiega lo stesso Shirley nella sua nota introduttiva, The Other End è un libro che nasce da un profondo dissenso da quello che si va consumando giorno dopo giorno nel mondo: guerre, carestie, disastri, terrorismo, schiavitù, sfruttamento dell'infanzia e altri accidenti. Il mondo sembra senza speranza, condannato irreversibilmente alla rovina, ma cosa accadrebbe se all'improvviso un Giorno del Giudizio senza niente a che vedere con Dio ma solo con la giustizia ci permettesse di ricominciare daccapo, senza certa gente? Nel romanzo di Shirley un'onda di luce manda in frantumi le certezze dell'umanità e i comportamenti delle persone subiscono una svolta. Il protagonista è Swift, un reporter alla ricerca di una figlia misteriosamente scomparsa che si trova d'un tratto a fronteggiare la venuta dei "Regolatori". Ma chi siano, se angeli o alieni, e da dove vengano, nessuno riesce a capirlo. Non sembrano intenzionati a operare la classica invasione e non rispecchiano le convinzioni cieche, dogmatiche e infantili di miliardi di credenti al mondo, ma si apprestano a compiere in ogni caso la loro missione: l'Armageddon.

 

Nel corso della sua carriera, oltre ai numerosi romanzi e alle

sceneggiature composte per il cinema e i fumetti, Shirley ha scritto una mole imponente di narrativa breve. Una sua novella è recentemente apparsa sul numero di ottobre di Weird Tales, storica testata dedicata all'horror, al gotico e al fantasy, in un numero a lui interamente dedicato. L'horror è fin dai suoi esordi una delle grandi passioni di Shirley, e non a caso ha fruttato alla sua lunga carriera i riconoscimenti di maggior prestigio: la raccolta  Black Butterflies gli valse nel 1998 il Bram Stoker Award, l'International Horror Guild Award e fu selezionato dal Publisher's Weekly tra i migliori libri dell'anno. Oltre a Buried in the Sky, storia che risente dell'influsso lovecraftiano e che trasporta gli orrori mitologici del Solitario di Providence nel XXI secolo, nelle vite di un gruppo di ragazzini di Los Angeles, la rivista ospita anche una lunga intervista all'autore, consultabile liberamente in rete. Un modo per ingannare il tempo, in attesa di vedere la nuova imminente antologia di Shirley annunciata per la prossima primavera, che dovrebbe evocativamente intitolarsi Living Shadows. E per ascoltare una volta di più una delle voci più originali della fantascienza contemporanea, malgrado il tempo trascorso capace ancora di esprimere una sana indignazione per come vanno le cose al mondo.