riscoperti da Lanfranco Fabriani

Ciò che s'incontra qui appartiene alla Grande Famiglia delle Tracce di Quaglia, cioè quella roba che avanza quando qualcuno che si chiama Quaglia esiste senza farne segreto.

The profiler

Comincia da questo numero una nuova rubrica, curata dal nostro "bibliotecario" Lanfranco Fabriani, che si occuperà di tracciare una serie di profili d'autore per permettere ai lettori che ancora non li conoscano di scoprire nuovi scrittori e conoscere i nomi più importanti e originali della storia della fantascienza.

Thomas M. Disch Per iniziare una nuova rubrica, dedicata ai profili di autori di SF e fantasy, non c'è niente di meglio che buttarsi sul difficile, certi che il facile si troverà successivamente la strada spianata.

In questo caso il difficile si chiama Thomas Michael Disch. Perché difficile? Per molti e diversi motivi: innanzitutto perché da alcuni anni le sue opere maggiormente caratterizzanti sembrano praticamente sparite dalla scena italiana e molti lettori non lo avranno sentito nominare, manca quindi quel substrato di conoscenza vaga, anche erronea, che in qualche modo però predispone a una conoscenza più approfondita. In secondo luogo, l'oggetto stesso Thomas M. Disch è quanto mai complesso, e basta spostare la luce per scoprire nuove superfici e angoli inaspettati.

E' arduo attribuire una qualsivoglia caratterizzazione univoca a Disch che sembra aver fatto di tutto per sfuggire a ogni classificazione. Nasce nel 1940 e sino al 1960 vive in una cittadina di provincia del Minnesota. Nel 1960 appunto si trasferisce a New York per frequentare l'università che lascerà in seguito alla pubblicazione nel 1962 del suo primo racconto, The Double–Timer. Per alcuni anni lavora prima in un'agenzia letteraria poi in banca e persino nel campo delle pompe funebri. Nel 1965 decide di compiere un viaggio in Europa e dopo aver visitato Francia e Italia, nel 1966 si stabilisce a Londra. Primo elemento di dubbio quindi: Disch va considerato autore americano o inglese? Anche se in effetti non è possibile tracciare una netta demarcazione tra le storie precedenti al periodo inglese e quelle successive, è indubbio che l'ambiente della new wave, che in Gran Bretagna si raccoglieva attorno alla rivista New Worlds diretta da Michael Moorcock abbia avuto pesanti influssi. E mentre nulla o poco si sa delle relazioni personali durante il periodo newyorkese, è attestato che Disch nel periodo londinese ebbe invece frequenti contatti personali con l'ambiente del fandom e con gli altri scrittori che gravitavano intorno alla rivista.

Un secondo significativo elemento che rende difficilmente delimitabile la figura di Disch in uno schema elementare è la sua attività non trascurabile come poeta, generalmente sotto il nome di Tom Disch. E' difficile, se non impossibile stabilire se Thomas M. Disch sia più importante di Tom Disch, e se tra i due non vi sia stato, come normale, un costante interscambio nelle tematiche e soprattutto nei toni espressivi. Sicuramente la fantascienza raramente ha avuto un autore di tono letterario come Disch e probabilmente non è un caso che Disch, dalla seconda metà degli anni settanta, si sia andato progressivamente staccando da un genere il cui pubblico non lo ha mai amato.

Le opere più rappresentative

Come molti autori di fantascienza, Disch è particolarmente versato nella narrativa breve, che raccoglie la parte preponderante della sua opera. Il motivo è abbastanza chiaro: con il florido mercato delle riviste del mondo anglosassone a cavallo tra gli anni 50–70, la forma lunga, per un autore di fantascienza era più un punto di arrivo che di partenza. Basta scorrere la bibliografia di qualsiasi autore americano per rendersene conto. Ciò è vero anche per Disch, tanto che in alcuni casi, i suoi romanzi rappresentano dilatazioni di un racconto lungo o sono essi stessi composti da racconti. The Genocides (1966 tit. it. Gomorra e Dintorni, Urania, 449) è la storia della fine dell'umanità, spazzata via da una razza aliena che decide di terraformare il pianeta per i propri scopi e quindi disinfestarlo dai parassiti umani. Il tono è freddo, non emotivo e proprio per questo raggelante. In questo romanzo l'uomo non viene sicuramente visto come il centro del creato; al contrario i tipici romanzi americani del periodo non riuscivano ad allontanarsi da una visione ottimista e avrebbero puntato tutto sulla narrazione di come i baldi eroi si sarebbero tratti d'impaccio. La mancanza di emotività dei personaggi, incapaci di affrontare qualcosa di molto più grande di loro, tornerà poi in Camp Concentration, 1968 (Campo Archimede, Galassia 160) dove Disch fa narrare in forma di diario la storia di un prigioniero in un campo di concentramento del prossimo futuro, sul quale vengono compiuti dei letali esperimenti di aumento del quoziente intellettivo. Il tipico personaggio di Disch non riesce ad opporsi allo stato delle cose, agli ostacoli che gli vengono opposti dalla società o dalla natura, ed in questo lo svolgimento della narrazione assume una valenza fortemente realistica. Il pessimismo e l'assenza di emozioni si rivela con forza ancora maggiore in 334, 1972 (334, Fanucci, Roma) forse il lavoro maggiormente letterario di Disch. In questo romanzo, costruito su una serie di racconti basati su diversi personaggi che tornano e si richiamano sottilmente tra loro, troviamo la descrizione di un condominio, il civico 334, undicesima strada est: un'immane piramide di oltre ottocento appartamenti affondata in una società, di poco futura rispetto a noi, dove impera un clima di violenza e disfacimento. L'essere umano, ritratto da Disch nei suoi vari sessi e nelle sue varie forme, non può fare altro che accettare e proseguire un gioco troppo grande per lui, ma la forza di Disch è proprio nel ritrarre in modo interessante e non piatto, personaggi e situazioni che a prima vista interessanti non dovrebbero essere.

Non si può concludere una rassegna delle opere di Disch senza toccare le sue antologie, la prima One Hundred and Two H Bomb è del 1966 e racchiude i suoi primi racconti, ma è stata nuovamente edita con una diversa scelta di racconti nel 1971, altre antologie sono Under Compulsion (1968) e Getting into Death (1973).

Fermo restando che è ormai praticamente impossibile compiere una ricerca esaustiva in rete, Disch non sembra essere un autore molto conosciuto e le pagine a lui dedicate si contano sulla punta delle dita, se non di una, di due mani.

Particolarmente completo è:

www.michaelscycles.freeserve.co.uk/tmd.htm

dove vengono conservati anche link ad alcune interviste rilasciate da Disch nel corso degli anni.

Molto particolareggiato dal punto di vista biografico è

www.wm.edu/SO/JUMP/fall95/disch.html

la pagina è comunque orientata principalmente sull'analisi di Disch come scrittore non di genere.

Per una recensione del suo romanzo di Disch, Il taumaturgo", in bilico tra horror e fantascienza, è possibile consultare

www.fantascienza.com/edf/recensioni/ disch-taumaturgo.html

Per una bibliografia completa in lingua inglese si consiglia:

www.sfsite.com/isfdb-bin/ exact_author.cgi?Thomas_M._Disch

Un'altra bibliografia con i link ad alcune copertine:

www.fantasticfiction.co.uk/authors/ Thomas_M_Disch.htm

Per la bibliografia completa in lingua italiana, rimandiamo naturalmente al Catalogo SF, Fantasy e Horror a cura di Ernesto VEGETTI, Pino COTTOGNI ed Ermes BERTONI

www.fantascienza.com/catalogo/ A0173.htm# 1633

Per maggiori approfondimenti si consiglia la consultazione della voce "Disch" su The Multimedia Encyclopedia of Science Fiction, Grolier

Disch in Italia

Possiamo quasi dire che l'arrivo di Disch in Italia sia avvenuto in tempo reale; la prima opera di cui si ha traccia compare infatti nel 1966 e si tratta del romanzo Gomorra e Dintorni (tit.orig. The Genocides, 1965) e alcuni suoi racconti compaiono in appendice a Urania. Per il secondo incontro di un certo rilievo tocca attendere il 1972, quando presso Galassia, viene stampato Campo Archimede, (tit. orig. Concentration Camp, 1967–68. Probabilmente all'editore non piaceva associare un libro di fantascienza ai campi di concentramento sin dalla copertina). Nello stesso anno, sempre in Galassia, sotto il titolo Thomas l'Incredulo, compare in Italia la prima antologia di Disch con sette tra racconti e romanzi brevi. Ancora Galassia insiste nel 1973 con l'antologia 102 Bombe H, che contiene alcuni dei racconti giovanili di Disch. Nel 1976 è poi la volta, nuovamente in Galassia, del romanzo Umanità al guinzaglio, (tit.orig. Mankind Under the Leash) e nel 1976 si arriva finalmente a 334, (tit. orig. 334, 1974 Fanucci, Roma, ristampato 1989). Bisogna invece attendere il 1978 perché Urania si decida di dedicargli un'antologia, sotto il titolo de: La Signora degli Scarafaggi (ristampata 1984), che contiene molti dei racconti già editi in Italia assieme a materiale non pubblicato. Nel 1989 compare nuovamente sul mercato Campo Archimede nell'edizione Classici Urania. Abbiamo un buco, tranne qualche racconto singolo all'interno di antologie, sino al 1996 quando esce il romanzo Le ali della mente (Tit orig. On Wings of Song, Urania, Mondadori) e nel 1999 presso Sperling e Kupfer il romanzo Il taumaturgo (The Owl and the Pussycat). Possiamo dire quindi che stranamente Disch è stato tutto sommato periodicamente stampato. Diciamo stranamente perché Disch è certamente un autore non facile e non fortemente coinvolgente per il grosso pubblico che da uno scrittore di fantascienza si aspetta ben altro. Resta il fatto in ogni modo che sono passati ben quattordici anni dall'ultima uscita di una sua antologia in Italia e undici dall'ultima ristampa di uno dei suoi romanzi principali, è quindi perfettamente normale che molti tra i lettori più giovani, praticamente un'intera generazione, scoprano che Disch, nelle loro mappe, è rappresentato da un'area completamente bianca.

Si ringrazia Ernesto Vegetti per l'uso del suo catalogo, gli errori bibliografici sono nostri.

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