Scozzese di Edimburgo, Charles Stross rappresenta sicuramente uno degli autori più interessanti tra le nuove leve della fantascienza britannica e non solo. Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo breve nel 2004 e finalista nello stesso nonché in numerosi altri premi, si è fatto conoscere al grande pubblico, per ora solo di lingua inglese, con i suoi romanzi sul ciclo della Singolarità, nonché per l'interessante Accelerando e il suo seguito Glasshouse. In occasione della sua partecipazione all'ultima edizione del Philcon (Philadelphia Conference of Science Fiction and Fantasy), Stross ha parlato un po' di uno dei suoi nuovi progetti, Halting State, la cui uscita sul mercato USA è prevista per ottobre del prossimo anno nelle edizioni Ace Books.
Secondo l'autore, quest'opera andrebbe inserita in quella corrente fantascientifica definita, curiosamente, Mundane-sf, letteralmente: fantascienza mondana. Trattasi di un movimento letterario fondato tra gli altri dallo scrittore Geoff Ryman e che, per usare le parole di Stross, cerca di eliminare dal genere l'impossibile e l'inconoscibile per concentrarsi invece sul possibile e il pertinente. "Alieni, viaggi spaziali faster than light, macchine del tempo e intelligenze artificiali magiche sono out. Cambiamenti climatici globali, nanotecnologie, evoluzioni postumane e biotecnologie sono ok. Sia chiaro che per nanotecnologie intendo quel genere di cose che si possono trovare nelle tesi dei dottorati, non una bacchetta magica che permette autoreplicazioni come la polvere dei folletti."
Stross ha dichiarato di non aver scritto consapevolmente il romanzo affinché rientrasse nella Mundane-sf, ma di aver capito che ci rientrava solo dopo. "L'idea è partita" ha continuato, "sviluppando una parte della tecnologia attualmente esistente, e nella quale vengono investiti parecchi soldi proprio perché è uno sviluppo ritenuto possibile. Si tratta fondamentalmente del futuro degli attuali giochi di ruolo: gli MMORPG come World of Warcraft o anche meno strutturati, sistemi meno orientati al gioco e più simulativi come il recente Second Life, che costituisce il primo esempio di realtà virtuale multiplayer ad avere successo commerciale."
"Questi sistemi si stanno sviluppando molto in fretta" ha aggiunto Stross, "e non sappiamo dove potranno arrivare fra dieci anni. Potrebbero diventare grandi come internet o ancora più grandi, specie se si accoppieranno allo sviluppo di tecnologie del 'mondo reale' quali il posizionamento ubiquo (che ti permette di sapere dove sei), la cattura di immagini dal mondo reale e la loro mappatura tridimensionale. Non sappiamo se ci stiamo dirigendo verso il cyberspazio descritto da William Gibson in Neuromante oppure se andiamo incontro al Metaverso immaginato da Neal Stephenson in Snow Crash. Un gioco come Second Life è il nostro attuale Metaverso. Ciò che potremo vedere sarà il mondo virtuale collassare sul mondo reale, cambiando in maniera sottile la nostra percezione dello stesso; qualcosa di simile a quello che scriveva Karl Schroeder nel suo Lady of Maze, ma avverrà in maniera molto più rapida, massimo un decennio."
Una visione inquietante, per un futuro nel quale distinguere ciò che è virtuale da ciò che è reale diventerà sempre più difficile e sempre più soggettivo: in fondo ciò che un autore come P.K. Dick va dicendo da almeno quarant'anni.
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