Sempre su “Omni” appare nel 1982 La notte che bruciammo Chrome (Burning Chrome), che va a completare questo ideale trittico che verrà poi esteso dalla successiva trilogia dello Sprawl. Bobby Quine e Automatic Jack sono una coppia di hacker che si completano a
“Bobby era un cowboy, e l'ICE era il suo campo di azione: ice significava “Contromisure Elettroniche d'Intrusione”. La matrice era una rappresentazione astratta delle relazioni fra i sistemi di dati. I programmatori autorizzati si inseriscono nel settore della matrice appartenente ai loro datori di lavoro e si trovano circondati da luminose forme geometriche che rappresentano i dati della società.” ;Il racconto si è imposto all’attenzione della critica per una frase in particolare, che come spesso accade in Gibson racchiude una densità di significato straordinaria, una massa critica pronta ad esplodere per illuminare di consapevolezza il mondo reale del lettore. “La strada trova il suo modo di usare le cose, modi che l’inventore non aveva immaginato”: una massima che assurgerà a inno per un’intera generazione di musicisti di strada, rapper e deejay hip-hop che cominceranno di lì a poco a trasformare il più classico strumento di riproduzione (il giradischi) nel più diffuso e innovativo strumento di produzione musicale. Ma è anche l’ambientazione a costruire il fascino di La notte che bruciammo Chrome, con la continua alternanza dei due piani di realtà, quella squallida e lenta della strada, annegata in una notte senza stelle percorsa dai voli di falene condannate a bruciarsi le ali vicino alle
![](https://www.fantascienza.com/imgbank/halfpage/ARTICOLI/gibson_-_lanottechebruciammo.jpg)
![](https://www.fantascienza.com/imgbank/halfpage/ARTICOLI/gibson_burning_chrome_02.jpg)
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID