Star Trek ha quarant'annni. E con questo? Che cosa ha a che spartire una serie televisiva di fantascienza con la letteratura, sia pure di fantascienza? Tutti sanno che letteratura e televisione, ognuna acquattata nella propria buca, si controllano attentamente da dietro i mirini dei loro fucili! Al massimo, quando proprio dice bene, sono due universi paralleli che occupano lo stesso spazio ma in una dimensione differente. Quindi perché affrontare il discorso letteratura unito all'anniversario di Star Trek? Cos'altro è se non una provocazione?
E invece no. L'argomento c'entra e molto, c'entra perché Gene Roddenberry con fine intuito, volendo produrre una serie di solida fantascienza che si staccasse da prodotti come Lost in Space, chiamò intorno a sé alcuni dei più importanti autori di fantascienza del periodo, e stiamo parlando di nomi del calibro di Robert Bloch, Richard Matheson, Theodore Sturgeon, Harlan Ellison, e scusate se è poco. Gente che non aveva alcuna remora a considerare la fantascienza televisiva parte integrante della fantascienza in senso lato, un luogo in cui si poteva operare senza tema di sporcarsi le mani. Soprattutto gente, al contrario di quanto si sarebbe potuto immaginare, che non era specializzata nella Space Opera ma in una fantascienza di tipo umanistico, e questo è evidente dalle trame di Star Trek, dove a fianco dell'incontro con l'alieno troviamo sdoppiamenti della personalità, poteri psichici o il viaggio nel tempo. E giusto come inciso, City on the Edge of Forever, pessimamente tradotto come Uccidere per amore è forse una delle più belle storie sui viaggi nel tempo passate in televisione, e forse anche in letteratura, e questo non è un caso visto che proviene dalla penna di un maestro come Harlan Ellison.
Vediamo di passare in una breve rassegna gli autori che, provenendo dalla fantascienza scritta (anche se qualcuno di loro aveva già lavorato per la televisione e proprio per questo era stato scelto) hanno collaborato con Roddenberry. Ci limiteremo a prendere in esame soltanto gli autori che hanno scritto espressamente per Star Trek, tralasciando i soggetti puramente adattati da racconti preesistenti come Arena di Fredric Brown.
Jerry Sohl
The Corbomite Maneuver (L'espediente della Corbomite)
This Side of Paradise (Al di qua del paradiso soggetto come Nathan Butler)
Whom Gods Destroy (Il sogno di un folle) (soggetto)
Sebbene il nome di Jerry Sohl non sia proprio notissimo in Italia, dove è stato pubblicato spesso in passato ma molto meno in tempi recenti, ci troviamo di fronte a uno di quegli scrittori professionisti del periodo degli anni '50 che pur non raggiungendo una vasta fama hanno lasciato un loro segno nella storia della fantascienza. In effetti Sohl iniziò a scrivere fantascienza nel 1952 con il racconto The 7th Order e rimase in attività come scrittore a tempo pieno sino al 1958, anno in cui passò alla televisione, per tornare poi occasionalmente alla letteratura. Di lui si ricordano principalmente: Costigan's Needle, 1952 (Pionieri dell'Infinito, Millemondi n. 39, Mondadori, Milano, 2004) in cui un’invenzione apre casualmente la porta alla conquista degli universi paralleli; The Haploids (Morbo Orrendo, I Romanzi di Urania n. 50 Mondadori Milano, 1954) in cui c'è un complotto di donne per dominare il mondo e introdurre la partenogenesi; The Transcendent Man (Vampiri della Morte, I Romanzi di Urania n. 68 Mondadori Milano, 1955), dove scopriamo che lo sviluppo della specie umana è eterodiretto perché l'intelligenza ci è stata donata da una razza di alieni che sta comunque per riprendersela; The Altered Ego (Resurrezione, Millemondi n. 41, Mondadori, Milano, 2005) in cui facciamo la conoscenza di una Terra del futuro dove l'immortalità è possibile, basta guadagnarsela, o infrangere la legge per procurarsela con qualsiasi mezzo.
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