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Viaggi nel tempo, continua il dibattito
Cari amici di Delos
non sono ancora un fisico ma (tocchiamo ferro!) lo sarò a Novembre. Infatti stò curando ora il mio lavoro di tesi, trovandomi così a metà strada, se vogliamo, tra la condizione di fisico vero e proprio e quella di studente universitario.
Vi scrivo, come avrete forse immaginato, per parlare un poco di macchine del tempo e di Tommaso d'Acquino. Secondo me il vero problema è specificare un po' cosa vuol dire "macchina del tempo". Se pensiamo ad una specie di cabina del telefono che ci trasporti nel 1200, beh, effettivamente stiamo muovendoci spinti dall'amore per la fantascienza più che da basi scientifiche. Tuttavia sono ben noti fenomeni fisici che prevedono trasmissione di informazione più veloce della luce e quindi all'indietro nel tempo, vedi ad esempio i potenziali avanzati della meccanica quantistica ("paradosso" EPR, etc.).
Inoltre la Teoria della Relatività prevede che non si possa viaggiare più veloci della luce perché è sviluppata a partire da questo postulato (notare il termine) (o da uno equivalente, invarianza di ds).
La cosa che invece mi preoccupa è aver avvertito una certa dose di "fondamentalismo" ai riguardi. Prese di posizione ferree su quelle che dopo tutto sono teorie portano spesso a risultati drammatici ben noti ai fisici. Pensiamo a come Einstein abbia "commesso il più grande errore della sua vita",come dice egli stesso, introducendo termini arbitrari nelle sue equazioni perché la visione dell'universo che ne scaturiva cozzava con le sue idee su Dio e sul creato.
Quanto a S. Agostino, beh, che tristezza! Il senso comune è basato sulla nostra esperienza quotidiana ed è facile realizzare esperimenti, anche banalissimi, che lo mettano in discussione (ricordo un mio professore con un paletto di ferro, un perno e ed una ruota di bicicletta...). Non vedo come farne una pietra di paragone.
Spero di avere portato un piccolo contributo alla discussione e vi saluto, ringraziandovi per le buone cose che sempre ci regalate (cosa non comune ma che ormai, grazie alla rete, sta diventando più frequente).
Tanti saluti e a risentirci
Riccardo Rando,
Salve, sono un lettore di Delos.
Innanzitutto complimenti per il prezioso contributo alla rivista, veramente ottimo ed esauriente sull'argomento.
Solo una piccola nota: il cosidetto "Paradosso dei Gemelli" che è conosciutissimo da tutti, in realtà è assolutamente mal interpretato da tutti, te compreso (scusa, non lo dico con cattiveria, ma solo come osservazione oggettiva dei fatti). Ovvero, così mi hanno insegnato al corso di relatività all'univeristà, il paradosso non è quello che tu descrivi.
Silvio rimane fermo sulla Terra, e quindi vede Luigi allontanarsi da lui a velocitè prossime a quella della luce. Quindi, dal punto di vista di Silvio, due eventi che accadono sull'astronave di Luigi a un minuto di distanza (intervallo), accadranno per Silvio a (diciamo) due minuti l'uno dall'altro
(dilatazione dei tempi).
Ma andiamo a vedere cosa fa Luigi: per simmetria anche Luigi vede Silvio allontanarsi da lui, insieme a tutta la Terra, a velocità prossime a quella della luce, che vale sempre c anche nel suo sistema di riferimento. I due sistemi sono totalmente intercambiabili (la Relatività ha questo nome proprio perchè non esistono sistemi di riferimento privilegiati, come si pensava prima di capire che c vale uguale dappertutto).
Quindi, per lo stesso ragionamento, due eventi che accadono sulla Terra, vicino a Silvio, a un minuto di distanza (per Silvio), accadranno per Luigi a due minuti l'uno dall'altro (dilatazione dei tempi).
Qui sta il paradosso: in base a questo ragionamento, sia Luigi che Silvio, dovrebbero vedere il tempo l'uno dell'altro che si allunga. Quindi alla fine nessuno dei due invecchierebbe più dell'altro.
Invece (paradosso!) Luigi torna a casa più giovane di Silvio.
E' questo il paradosso: superficialmente, dalle equazioni di Lorentz, si direbbe che i due, concordemente con la relatività di Einstein, dovrebbero invecchiare uguale, il tempo dell'uno e dell'altro allungandosi uniformemente, mentre non lo fanno, contrariamente a quanto sembrerebbe suggerire la relatività.
Il paradosso dei gemelli non è un paradosso verso la meccanica classica, il buon senso comune, ma verso la Relatività!!!!!
Il paradosso in realtà si spiega in quanto abbiamo trascurato il fatto che le due situazioni non sono perfettamente simmetriche. Cioè, Luigi per raggiungere la velocità di crociera, nella quale viaggia a velocità costante prossima a c rispetto a Silvio, ha dovuto affrontare una lunga accelerazione.
Ora il principio di Relatività di Einstein afferma che tutte le leggi della fisica sono indistinguibili tra sistemi di riferimento inerziali. E quindi, le trasformazioni di Lorentz, che di tale principio sono diretta conseguenza, valgono solo per trasformazioni tra sistemi di riferimento inerziale. Durante l'accelerazione e la successiva decelerazione di Luigi, non valgono più tali equazioni, e la simmetria di cui prima è rotta. E' qui che si realizza lo scarto di età tra i due gemelli, non durante il viaggio a velocità quasi-luce.
Ecco. Volevo solo dire questo, e precisare che non volevo fare certo polemica, il tuo è un articolo davvero bello e completo, e proprio per questo ho pensato che ti sarebbe potuto interessare un piccolo contributo a rendere l'argomento ancora più esauriente e preciso.
Ciao, e buon lavoro!
Matiz 'TIZ' Alessio,
ExistenZ sottovalutato?
Gentile redazione di Delos,
Non sono allineato alla recensione di eXistenZ fatta da Marco Spagnoli. In primo luogo quello che viene definito un freddo esercizio di stile a me pare una esercizio di coerenza di cui ce ne sono pochi (guardatevi bene in giro e ve ne renderete conto). La cosiddetta freddezza dell'Autore è la sua cifra stilistica (vedi il personaggio di Twilight zone). E' come se Cronenberg facesse e rifacesse lo stesso film, così come P. Dick sembra aver scritto un unico megatesto, "in progress". Il film di Cronenberg parla al cervello e al subconscio laddove Matrix si rivolge ai sensi in modo diretto con
effettoni spettacolari supermiliardari. eXistenZ ha un qualcosa che ti si appiccica dentro: non ti molla, ti ha toccato da qualche parte. Ma poi, è davvero necessario giudicare l'opera di Cronenberg sul metro di una produzione quale quella di Matrix? Il finale di eXistenZ viene definito irrimediabilmente scontato, ma avete in mente il finale di Matrix? con vittoria dei buoni sui cattivi per merito di superpoteri e un "non-finale" adeguato alla possibilità di produrre un sequel per incassare altri soldi? Uffa, in realtà Matrix mi è piaciuto, ma se noi appassionati di cinema fantastico parliamo male di eXistenZ ci facciamo del male da soli: perchè massacrare le opere di rara intelligenza?
Stefano Cambiaghi,
Forse, in un panorama obiettivamente dominato dalla mediocrità, da grandi registi come Cronenberg si finisce per aspettarsi molto di più. (SS)
Il lieto fine di Mononoke
A proposito della recensione del mese su Mononoke Hime...
In molti sono rimasti delusi dal finale di Mononoke, a loro dire troppo buonista, quasi da favoletta o da film Disney. Io non sono della stessa opinione perché non vedo la storia poi così "a lieto fine" come la vedono gli altri: quasi tutto distrutto, frotte di morti, Eboshi senza un braccio (il minimo...) e San ed Ashitaka che praticamente pur amandosi si rendono conto di non poter convivere. Direi proprio il classico Happy End!
E questo, NONOSTANTE l'adattamento occidentale apportato da Gaiman (lo possino...!) su "suggerimento" Disney. Perché nella versione ORIGINALE giapponese, le cose vanno ancora diversamente. Molto peggio, se possibile... e con una notevole differenza di significato PROFONDO racchiuso tutto in poche battute. Più sotto potrete leggere con i vostri occhi i dialoghi originali e farvi un'idea del TOTALE cambiamento di senso del finale.
Ora invece, qui sotto, riporto un altro brano direi significativo, che invece nella versione occidentale è stato snaturato e storpiato per oscuri motivi a me sconosciuti.
Ricordate Kaya? No, eh? Manco io... il nome, no... comunque, Kaya è la ragazza che si avvicina ad Ashitaka in partenza, prima di lasciare il villaggio e che, nel salurarlo, misteriosamente, chiama "fratello". Ecco il dialogo originale:
Kaya: Signor primogenito!
Ashitaka: Kaya! E' vietato camminare in giro di notte in questo modo.
Kaya: Subirò la punizione, ma, per favore, accettate questo dono come un sostituto della mia presenza!
Ashitaka: Questo... questo è il tuo prezioso pugnale di cristallo.
Kaya: Ho messo dentro una magia per proteggervi durante i vostri viaggi.
Kaya: Voi sarete sempre nei miei pensieri, e un giorno forse... forse...
Ashitaka: Anch'io penserò a te. Sarai sempre nei miei pensieri, Kaya,
sempre. Bella differenza, eh?...
Forse era davvero scandaloso far vedere che Ashitaka, avendo già una ragazza a cui pensare, potesse innamorarsi di San... di UN'ALTRA!!! Concubino! :))
E ora il fattaccio... Ricordo che Jiko-Bou era il vecchio buddista, l'emissario dell'Imperatore. A voi i dialoghi della scena finale.
San: Lo Shishigami è morto.
Ashitaka: Lo Shishigami non morirà mai.
Ashitaka: Egli è la vita e la morte insieme.
Ashitaka: Egli mi ha detto che devo continuare a vivere.
San: Ashitaka, io ti amo, ma non posso perdonare gli umani.
Ashitaka: Va benissimo. Tu vivrai nella foresta, e io vivrò a Tataraba.
Ashitaka: Verrò a vederti di tanto in tanto, cavalcando Yakkuru.
[stacco]
Eboshi: Mi vergogno così tanto.
Eboshi: Salvata sulla groppa di un cane di montagna.
Eboshi: Voglio ringraziarlo.
Eboshi: Qualcuno vada a chiamare Ashitaka.
Eboshi: Voi tutti, ricominciamo da capo!
Eboshi: Faremo di questo un buon villaggio!
Jiko-Bou: Oh cielo, non posso vincere contro gli stupidi.
No, dico... "Voi tutti, ricominciamo da capo!", e poi, "Faremo di questo un buon villaggio!"
MIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!! Ricominciano! Tutto daccapo! Non è servito a niente il disastro provocato e "ricominciano"!!! Se ne fregano altamente! Altro che lieto fine! ;))) Non per essere di parte... ma c'è una bella differenza, o no? Miyazaki non fa inutili romanticismi. Non cerca l'approvazione e l'appagamento del pubblico.
Fa come gli pare. Perché è Autore quasi al 100% indipendente.
Ed in molti dello staff, nel corso della produzione gli suggerivano chi far morire, se quello piuttosto che quell'altro, tanto che Miyazaki si è impuntato è ha deciso di non far morire nessuno (per approfondimenti, guardare KappaMagazine n. 96, Star Comics, con questa e moltre altre
indiscrezioni).
Quanto all'uso di CG... beh, non direi proprio che è stata "minima". Una semplice ricerca vi rivelerà sorprendentemente che invece è stata sfruttata in abbondanza, solo che - MAGIA! - non si vede! Ed è lì la bravura... eh eh eh... :)))
Saluti,
Andrea Iovinelli
Grazie, abbiamo trovato questo tuo apporto molto interessante. Sono d'accordo con te che il finale di Mononoke non possa essere considerato un lieto fine, se non per il fatto che, in qualche modo, la crisi viene superata. Tuttavia personalmente la vedo in modo un po' diverso da te: dal tuo punto di vista il fatto che Eboshi voglia ricominciare è il segno che tutto ciò che è successo non è servito a nulla e che il disastro è ineluttabile. Dal mio punto di vista Eboshi non è affatto vista come il male assoluto, cosa che non esiste mai nell'opera di Miyazaki. Il villaggio di Eboshi ha molti aspetti positivi; come Indastria in Conan, Eboshi non è "cattiva", ha solo commesso degli errori. Il finale non è né lieto né triste, è solo un passaggio a un nuovo stato di equilibrio.
A proposito di Morniel Mathawey
Ciao Vittorio,
Mi riferisco al racconto di William Tenn, La scoperta di Morniel Mathaway: quando lo lessi (e non fu molto tempo fa) fui mossa a subitanea e profonda empatia nei confronti del povero, disgraziatissimo studioso d'arte del futuro, così ricordavo piuttosto bene la trama (come il fatto che mi ero molto divertita nel leggerlo). Quale sorpresa quindi nel vedere che il finale riportato da te non combaciava assolutamente col mio! Sono andata a cercare Le meraviglie del possibile ed effettivamente i conti non tornano (...)
Ciao, Babi.
Babi
Signor Catani,
ho letto con piacere il suo articolo sui paradossi temporali dal titolo Paradossi: sì e no e vorrei complimentarmi per il modo esauriente, se non enciclopedico, con cui ha trattato l'argomento.
Forse mi sbaglio, ma credo si sia lasciato sfuggire un'unica inesattezza. Se non ricordo male il Morniel Mathaway, nel racconto di William Tenn, ruba al visitatore dal futuro non il catalogo delle opere, ma la macchina del tempo, ed è lui che se ne va nel futuro (...)
Alessandro
Vero! Il mio è stato un errore, giocatomi da un falso ricordo. Devo anche dire che sono stato fuorviato da un articolo letto su Le Scienze (n. 309, maggio 1994, intitolato La fisica quantistica del viaggio nel tempo), e che cito nel mio articolo su Delos. In esso si ipotizza che accada un evento praticamente identico a quello descritto da Tenn, (senza però che Tenn venga mai citato), evento che diverge appunto nel finale, dove torna nel futuro non il critico d'arte ma il pittore. Un po' meccanicamente ho preso per buono questo finale, confondendolo con l'altro narrato da Tenn. Me ne scuso, e grazie per la segnalazione. (Vittorio Catani)
Da parte degli Extropiani
Leggo ora il tuo scritto - che mi pare assai pregevole - a proposito della cybercultura (Mitologie di fine Millennio) in Delos 46. Ogni tanto partecipo alle discussioni degli extropians, sulla loro list: www.lucifer.com/exi-lists/extropians/subject.html, www.lucifer.com/cgi-bin/exi-lists.
Potrà divertirti il sapere che tra gli extropians c'è stato un piccolo dibattito sul tuo scritto ed anche su uno scritto parallelo di Formenti.
Ovviamente ho dovuto fare un po' da traduttore. Gli extropians (movimento apartitico ma decisamente libertario, oltre che ... futur-scientista?) sono abbastanza soddisfatti per il fatto che in Italia qualcuno si sia finalmente accorto di loro. Sono invece alquanto sconcertati per il fatto di esser stati considerati una setta, o comunque un movimento un po' "esaltato".
Intendiamoci: un po' di esaltazione, o di estremismo, c'è ed è anche sacrosanto. Ma qualcuno ha anche apertamente accusato Tripler, il famoso fisico statunitense, di danneggiare il movimento con le sue elucubrazioni. Ripeto: gli extropians sono molto meglio di quanto in genere li si dipinge, e sono tutt'altro che monolitici! Io peraltro credo di appartenere al ristrettissimo numero dei *conservatori*, e quindi sono (forse) tollerato in quanto sono (forse) l'unico italiano. Se dovessi caratterizzare con un unico termine gli extropians direi che essi sono appunto, soprattutto, dotati di *humour*, o almeno aspirano ad esserlo.
Cordialmente,
Serafino Cerulli-Irelli
Accetto senz'altro queste precisazioni, di cui prendo atto, e anzi aggiungo che quel mio articolo fu scritto un anno e mezzo fa e in particolare il brano riguardante gli Extropians era, come dichiaravo, basato su una velina dell'Ansa (sappiamo come a volte le notizie stravolgano i fatti...) Comunque sugli Extropians nel frattempo mi sono fatto un'idea un po' più precisa e meno folkloristica, quindi se scrivessi ora l'articolo imposterei certamente in altro modo la faccenda.
Per mia natura, tuttavia, pur interessandomi moltissimo a questioni quali quelle di cui trattavo, non riuscirei mai a coinvolgermi nella mentalità extropiana, o anche tipleriana, etc. Rimango - sarà un mio limite - estremamente scettico su tutto ciò che abbia odore di misticismo, religiosità, e così via. Anche se, ripeto, ne resto incuriosito, e rispetto coloro che ritengono di dedicarvisi. Diciamo piuttosto che non condivido affatto quella fede nel progresso ("We embrace the future") che gli E. (o almeno - preciso - una loro ala) manifestano, in quanto mi sembra un po' eccessiva. Non tanto perché mi faccia orrore il downloading della mia mente o la mia ciborghizzazione (tutt'altro!), ma perché temo che il loro programma, (come scrive Carlo Formenti in Incantati dalla rete) "mira a eliminare ogni vincolo alla sperimentazione scientifica e si integra con le tesi più radicali in favore del liberismo economico, identificando nel mercato un potente alleato nella battaglia per tacitare le profezie di sventura dei tecnofobi di ogni risma". Ma forse questa è solo una delle tante interpretazioni, e tu potresti benissimo non essere d'accordo. Quanto all' humour... questa è un'ottima "arma" per affrontare la vita, senz'altro! Un grazie, e un saluto cordiale, Vittorio Catani
Audience
Ecco la classifica delle pagine del numero 57 di Delos più lette online e la classifica assoluta dal numero 19 in poi.
Numero 57 Classifica generale 1 Fantasex 836 1 Intervista con Monica Bellucci (32) 26.893 2 David Duchovny 684 2 Sex-Files! (20) 10.5460 3 "Hard" Science Fiction 484 3 Salma Hayek: intervista con la vampira (28) 10.362 4 Recensioni libri 451 4 Intervista con Stefania Rocca (31) 9.408 5 Recensioni film 400 5 Star Wars The Phantom Menace il trailer del trailer (41) 7.924 6 Jeff Hawke 339 6 Intervista con Lisa Marie (25) 7.367 7 Update Libreria 326 7 Lorella Cuccarini: un'italiana fra le stelle (27) 6.833 8 Roger Christian 321 8 Colonne sonore fantastiche (38) 5.903 9 Feedback 317 9 Stargate (50) 5.553 10 Intervista con Sergio Fanucci 306 10 2001: Odissea nello spazio (22) 5.506 Totale pagine servite: 16.300 Totale pagine servite in giugno: 135.153
A questi numeri si sommano i download dei numeri di Delos scaricati per la lettura offline:
num.HTMLTEXTPDFTotale Delos 52218944913533991 Delos 4827297173446 Delos 4525505023052 Delos 4724155782993 Delos 5417503308662946 Delos 4923784822860 Delos 5022844552739 Delos 5115303338192682 Delos 4220096442653 Delos 5315032967442543 Delos 577171344121263
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