Ray Bradbury, oltre che penna storica della fantascienza e maestro indiscusso del fantastico, è un'autentica leggenda vivente, un autore sulla breccia da oltre mezzo secolo che non ha mai smesso di fare da guida al lettore attraverso i territori visionari e sconfinati dell'immaginario contemporaneo. Le sue opere, da Cronache Marziane a Fahrenheit 451 passando per L'uomo illustrato, sono capisaldi della letteratura del Novecento, i suoi personaggi, tutte figure di uomini sull'orlo di terribili rivelazioni, sono la rappresentazione allegorica dell'uomo contemporaneo, continuamente in bilico tra la magia di un passato (o di un ricordo) fantastico e le insidie di un futuro distopico. La sua creatività ha attraversato l'intera storia moderna del genere, lasciando un segno indelebile su almeno tre generazioni di lettori e di autori di fantascienza.
Il 22 agosto scorso, Bradbury ha compiuto 86 anni, ma non ha ancora smesso di scrutare nelle profondità del cielo notturno e dell'animo umano. Attività nella quale ripone tutta la sua fiducia, come noi suoi lettori riponiamo la nostra fede in quell'aspetto della fantascienza, che lui stesso ha definito "nostalgia del futuro", di cui Bradbury incarna fin dal suo esordio lo spirito più vitale e spontaneo. Una sensibilità, questa, che lo ha portato a confessare all'Associated Press la sua convinzione che l'uomo tornerà presto sulla Luna, per poi spingersi fino a Marte e approdare infine su altri mondi, tra le stelle. Le sue proiezioni future, persino le più cupe, nascondono spesso qualche elemento di speranza per il genere umano, una nota di ottimismo che, per quanto resti velata da quel sottofondo di malinconia che è un po' il marchio di fabbrica di Bradbury, riesce a ravvivare la speranza del lettore proprio in virtù della lucidità critica che si può riconoscere alle sue pagine. Così non si può restare indifferenti di fronte alle sue parole, quando dichiara che "ci attende un futuro meraviglioso", letteralmente, ai microfoni di una radio californiana (la KPCC di Pasadena). E questo nonostante i giorni cupi che ci troviamo ad attraversare.
Il mondo della fantascienza si è tinto di lutto diverse volte, di recente, le ultime che ci vengono in mente in occasione delle dipartite di Stanislaw Lem, di Robert Sheckley e di Douglas Adams. Per questo, constatare come un maestro della vecchia guardia sia ancora all'opera e in buona salute non può che riempirci di fiducia per l'avvenire. Nella fattispecie, Bradbury è attualmente al lavoro sulla sceneggiatura per una nuova trasposizione cinematografica delle Cronache Marziane, il suo classico letto addirittura dai ragazzini delle scuole, che già era stato portato sul piccolo schermo nel 1980 con una serie interpretata da Rock Hudson. Bradbury ha rivelato che sarebbe un bel regalo se la nuova versione riuscisse ad essere completata nel giro di un paio d'anni. Intanto, fra 18 mesi sarebbe stato programmato l'inizio delle riprese di Fahrenheit 451, già portato sul grande schermo da François Truffaut nel 1966 e i cui diritti sono ormai da diversi anni nelle mani di Mel Gibson. La nuova versione sarà diretta da Frank Darabont (Il Miglio Verde), con il quale Bradbury ha lavorato al copione.
Insomma, per il Nostro la pensione sembra ancora lontana, ringraziando il cielo. In attesa di seguire tutti gli sviluppi delle sue iniziative in corso, allora, non ci resta altro da fare che augurargli un buon compleanno e, magari, altri cento di questi giorni, per lui e per noi. Parafrasando un altro grande ancora sulla breccia, Dio la benedica, Signor Bradbury!
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