La fantascienza inglese ha dato origine a un buon numero di opere che trattavano il tema delle grandi catastrofi naturali.
Tra gli autori di punta di questo filone catastrofico possiamo ricordare John Wyndham e James Ballard, ma anche altri scrittori si sono cimentati in questo campo, John Cristopher è uno di questi, Morte dell'erba, il romanzo proposto da Urania Collezione, è sicuramente la sua opera più conosciuta.
Il romanzo ha un inizio lento, con un prologo che si svolge durante l'infanzia del protagonista, a Blind Gill, una valle da favola dove il nonno materno possiede una fattoria.
John Custance è un uomo comune, che venticinque anni dopo troviamo a Londra, con moglie, figli e una buona carriera come ingegnere civile, mentre il fratello maggiore David, innamorato della valle e dalla vita che vi si svolge, gestisce la fattoria ereditata dal nonno.
Piccole increspature iniziano ad apparire nella tranquilla vita di Custance quando un virus, denominato Chung Li, inizia a devastare le coltivazioni cinesi e del sud est asiatico.
In uno sforzo collettivo la comunità internazionale cerca di trovare un rimedio per impedire il collasso di tutte le nazioni che basano la loro agricoltura sulla coltivazione del riso, ma quando il rimedio sembra a portata di mano si rivela essere peggiore del male.
Una variante sino ad allora nascosta del Chung Li si rivela, e questa volta a essere colpite sono tutte le graminacee, grano, avena, orzo, segale, mais, miglio, canna da zucchero e perfino l'erba, per la bellezza di 585 generi e innumerevoli specie.
Nonostante gli sforzi del governo la situazione si va sempre più degradando, e a un certo punto Custance, avvertito da un amico, viene a sapere che è stata presa la decisione di sacrificare le città, in modo da riuscire a conservare l'ordine e riuscire a nutrire i sopravvissuti.
L'unica possibilità di salvezza è la fuga verso Blind Gill, che David ha provveduto a fortificare e dove si trovano scorte di cibo, dato che il fratello di John ha coltivato patate, incurante dell'ostentato ottimismo governativo.
Si tratta di un viaggio breve, in tempi normali, ma lo scenario post apocalittico in cui piomba l'Inghilterra devastata dal Chung Li non conosce la normalità, la marcia verso la salvezza diventa in breve un'ordalia che metterà duramente alla prova i fuggitivi.
Riletto a cinquanta anni dalla prima pubblicazione questo romanzo si dimostra ancora di un'attualità quasi sconcertante, gli avvenimenti potrebbero essere ambientati in un prossimo futuro limitandosi a cambiare qualche data.
I personaggi sono persone comuni, che la catastrofe costringe a cambiare, per sopravvivere devono sacrificare la loro morale e ridursi a un brutale "O loro o noi", compiendo atti di una crudeltà inconcepibile solo pochi giorni prima del crollo, da persone civilizzate, che criticano la mancanza di aiuti alle popolazioni asiatiche, i protagonisti si trasformano in spietati assassini con naturalezza, come se questo fosse ineluttabile, i loro sensi di colpa non fanno altro che sottolineare l'enormità del cambiamento.
La trasformazione è narrata da Christopher in modo magistrale, egli si dimostra profondo conoscitore dell'animo umano, senza ricorrere a scene splatter, solo dipingendo un mondo "un po' più sincero".
Parlando del volume in sé questa edizione ha il pregio di avere una copertina azzeccata, molto suggestiva, e una traduzione ampiamente riveduta, da dimenticare invece il risvolto di copertina, che anticipa pesantemente un punto chiave del romanzo, non leggetelo, anzi siete autorizzati a strapparlo a morsi.
In definitiva, per usare le autorevoli parole di vittorio Catani: "John Christopher e' uno di quegli autori dimenticati, dei quali occorrerebbe."
riscoprire qualcosa. "Morte dell'erba" in primis.
John Christopher è uno dei numerosi pseudonimi usati da Christopher Samuel Youd, un prolifico ed eclettico autore inglese, con una lunga carriera e decine di romanzi di tutti i generi all'attivo.
Nato nel 1922 nel Lancashire, appassionato divoratore di romanzi e racconti di fantascienza, John Christopher iniziò a pubblicare le sue opere nel 1949, continuando a scrivere per oltre cinquanta anni.
Tra i romanzi possiamo ricordare Inverno senza fine (The world in winter, 1962) e la trilogia dei Tripods, alla quale nel 1988 venne aggiunto un prequel, che negli anni ottanta dette origine a una serie televisiva inglese.
Da Morte dell'erba venne invece tratto nel 1970 un film, diretto da Cornel Wide, dal titolo 2000: La fine dell'uomo (No blame of grass).
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