Inutile negarlo: i viaggi nel tempo costituiscono sempre un tema affascinante dai tempi di H.G. Wells in poi. L'argomento è stato esplorato in lungo e in largo dalla letteratura, dal cinema e dalla fiction televisiva, sono state messe in campo un numero enorme di variazioni sul tema soprattutto per quanto riguarda il viaggio nel passato che evidentemente ha un impatto maggiore visti i paradossi che presenta, primo fra tutti quello classico della "nonna": se io torno indietro nel tempo e uccido mia nonna impedisco la mia nascita, ma se non sono mai nato come faccio a tornare indietro a uccidere mia nonna? La conseguenza di tutto ciò è che, probabilmente, non c'era una necessità così impellente di un ulteriore punto di vista sull'argomento.

Alla NBC però non devono pensarla così, visto che hanno deciso di commissionare un nuovo serial televisivo che ha come spunto, guardacaso, proprio i viaggi nel passato. L'incarico è stato affidato a Kevin Falls, esperto sceneggiatore già vincitore di un Emmy Award per lo script del pluripremiato The West Wing, serial ambientato alla Casa Bianca. Il progetto non ha ancora un nome definitivo, ma si sa che racconterà delle vicende di un uomo che sfrutterà la possibilità di tornare indietro nel tempo per correggere gli errori (propri o altrui? Probabilmente entrambi), e che a quanto pare la storia avrà un taglio decisamente romantico... Dietro il progetto non si cela ma bensì si mostra in piena luce la 20 Century Fox, per la quale Falls ha lavorato in diverse produzioni come, ad esempio, la fiction Shark interpretata da James Woods, anch'essa premiata.

L'idea di per sé non risulta particolarmente originale, per usare un eufemismo. Ricorda molto altri progetti, tanto per fare un nome Seven days, serial di qualche anno fa su un agente speciale mandato indietro di sette giorni per risolvere casi e sventare pericoli (andato in onda sulle reti RAI). Ovviamente bisognerà vedere almeno il pilot per capire se il trattamento presenterà qualche elemento di interesse, ma una riflessione di carattere generale la si può comunque fare: H.G Wells nel suo romanzo parlava di viaggi nel futuro, mentre quasi tutte le produzioni degli ultimi decenni raccontano di viaggi nel passato. C'è molta più fantascienza in un libro come La macchina del tempo che in un film come, per esempio, Timecop del vituperato Van Damme.

Esiste un motivo per cui si tende a guardare indietro anziché avanti, come dovrebbe essere naturale per la fantascienza? Al di là delle questioni pratiche (un set di un'epoca passata costa meno di uno futuribile perché c'è un sacco di roba che si può riciclare), forse c'è il fatto che la storia dei nostri tempi ha preso una piega tale che a volte si ha l'impressione di ripassare dallo stesso punto, come un corridore sull'anello di una pista di atletica ripassa più volte dal via. Qualche curiosa coincidenza: 1982, l'Italia vince i mondiali e manda i soldati in Libano; 2006, l'Italia vince i mondiali e manda i soldati in Libano... E si potrebbero fare altri esempi. Qualcuno parlarebbe di cicli, ma si potrebbe anche dire che la Storia ha intrapreso un percorso chiuso, un loop che porta a tornare su soluzioni collaudate anziché sperimentarne di nuove. Se è così il problema di viaggiare nel passato è risolto, basta continuare ad andare avanti... Prima o poi ritroverò mia nonna e potrò ucciderla, certo che non modificherò il mio destino ma semplicemente darò l'avvio a un altro giro, al termine del quale mi ritroverò davanti un'altra nonna... La fantascienza si limita a fare da specchio dei tempi, anziché proporre le idee per spezzare il loop e ridare alla Storia un senso di scorrimento lineare.

Divagazioni di fine estate, non fateci troppo caso...