Vernor Vinge, nato nel Wisconsis nel 1944, è un professore di matematica e ha insegnato per lunghi anni alla San Diego University per, poi, passare a tempo pieno alla narrativa. Oggi è uno dei più interessanti autori di fantascienza, in grado di coniugare il sense of wonder tipico di questo genere con la scienza più avanzata.

Vernor Vinge
Vernor Vinge
La Delos Books nella collana Odissea ha recentemente pubblicato un suo romanzo breve dal titolo I simulacri (The Cookie Monster) vincitore del Premio Hugo del 2004. Mentre la Nord ha pubblicato un primo volume di racconti dal titolo Tutti i Racconti/1 che contiene undici sue opere brevi.

Lo abbiamo intervistato proprio sul rapporto tra scienza, fantascienza e società (presente e futura).

Ciao Vernor grazie per averci concesso questa intervista. Vorrei iniziare da un saggio che hai scritto, The technological singularity. Già tredici anni fa parlavi del progresso tecnologico come di un rischio (www-rohan.sdsu.edu/faculty/vinge/misc/singularity.html). La pensi ancora così?

Ahimè, il progresso tecnologico è un rischio. Tuttavia tale progresso ha salvato milioni di vite e abbandonarlo è senza dubbio una delle cose più tremende che potremmo fare a noi stessi.

La fantascienza, oggi, sembra dare molta importanza al seguente punto di vista: l'umanità va troppo lontano – basta pensare alla clonazione, per esempio, ma anche all’inquinamento dell'ambiente e così via - fino a che non raggiunge un punto critico. Tu credi che la sf, al giorno d'oggi, abbia più a che fare con il timore del futuro che con la speranza per il futuro?

No, benché questo sia stato un secolo molto denso di pericoli. Basta leggere il libro Our Final Hour di Martin Rees. In quanto razza, siamo imprigionati in un piccolo pianeta. Date le nostre capacità distruttive, è una situazione terrificante.

La fantascienza hard è poco pubblicata in Italia, dove abbiamo tradizionalmente una cultura umanista. Penso ai tuoi lavori, ma anche ai romanzi di Greg Egan che sono fondati sull’idea che nuovo vigore, nuova forza possa venire dagli autori che hanno un background scientifico profondo. Concordi con tale affermazione?

Della buona fantascienza può essere scritta anche senza avere necessariamente un background scientifico. D'altra parte, tale retroterra può aiutare a scrivere storie molto importanti ed interessanti.

Che cosa pensi della sf classica, particolarmente della space opera e di quella che narra di civilizzazioni aliene? È come se i lettori di fantascienza non gradiscano più questo genere di storie.

Non sono in grado di tracciare una storia della sf mondiale; tuttavia, negli USA la space opera è stata ragionevolmente popolare durante gli ultimi 15 anni. In un certo senso, c’è stata una rinascita di questo genere letterario. Credo in parte che ciò sia stato a causa dei progressi nelle conoscenze astrofisiche - ed anche a causa di ciò che sta accadendo con la tecnologia sul nostro pianeta. Credo che ci possa essere uno scontro (o forse una sintesi) di questi due temi nell'immediato futuro.

Parliamo del tuo romanzo breve The Cookie Monster (che è stato tradotto in italiano come I Simulacri nella collezione Odissea della DelosBooks) sembri sostenere la possibilità teorica che un essere umano possa caricare su di se personalità differenti e ciò potrebbe rappresentare una sorta di schiavitù tecnologica: è proprio così?

Una tale invenzione potrebbe significare la schiavitù; tuttavia, dovrei dire che la forma e

l’arco di tempo relativo a un futuro molto vicino del mio racconto mi sembrano improbabili. Mi piace molto The Cookie Monster, ma è molto più fantastico e stravagante della maggior parte dei miei libri (inclusi i romanzi di space opera). Basta leggere il romanzo di David Brin Kiln People per uno sguardo più approfondito agli aspetti positivi e negativi degli upload normali. Ampliando il discorso, ci sono cose sconvolgenti che possono dirsi circa le simulazioni.

L’Intelligenza artificiale ed i relativi rapporti con l’intelligenza umana: tutto questo parlare di “performance”, dove lo scopo finale è la migliore prestazione in assoluto, per tutti, computer e uomini: non pensi che la schiavitù di cui parlavamo poco fa è già in atto nel mondo?

Non so. Ritengo che il futuro sia così strano che molti dei nostri timori non possono essere attuali, reali. In teoria le cose potrebbero essere molto più piacevoli di quanto possiamo immaginare (ed in un modo che è anch’esso spaventoso!).

Che cosa pensi del software libero, gratuito, da contrapporre al monopolio delle grandi industrie?

Non sono contro il fare soldi o contro le imprese commerciali (vedi la mia storia The Ungoverned). Tuttavia, credo che il movimento per il software libero sia uno degli elementi più ottimisti della nostra epoca. Può essere il primo passo verso il potenziamento della creatività umana. Wikipedia è un'altra realtà intelligente e felice. Le persone hanno sempre avuto paura di altri popoli, solo perché numericamente più grandi. In realtà, è quando tali popolazioni sono affamate e povere che bisogna incominciare ad avere paura. Ma miliardi di persone felici e creative – che liberamente comunicano tra loro e attraverso computer e database - sono la risorsa fisica più importante nella storia umana.

A cosa stai lavorando in questo momento?

Finalmente, spero di scrivere un seguito al mio romanzo Rainbows End (che è stato appena pubblicato in America per i tipi della Tor). Tuttavia, prevedo che il mio prossimo romanzo sia un ritorno al passato, si tratta di Tines, un seguito di Universo incostante.