Ispirato alla vera storia della modella diventata cacciatrice di taglie Domino Harvey, Domino è l'ultima fatica del regista Tony Scott che - da qualche anno - sembra avere sviluppato uno stile visivo del tutto personale e originale. Lo stesso approccio visivo estremo utilizzato per Man on fire e per il cortometraggio per la Bmw Beat the Devil viene qui replicato e portato alle sue massime conseguenze in un insolito impasto di musica e immagini, che rendono questa pellicola piacevolmente non convenzionale.
Domino non è tanto un biopic della figlia dell'attore di The Manchurian Candidate Laurence Harvey, quanto piuttosto l'occasione per una 'cavalcata visiva estrema e ridondante' da celebrare in un film sospeso tra azione e noir, tra thriller e commedia.
Tutto, come spesso capita al cinema, inizia dalla fine: quando la giovane donna è trattenuta dall'FBI per tracciare il corso degli eventi che hanno dato vita ad una vera e propria carneficina in un casinò di Las Vegas. Andando a ritroso nel tempo scopriamo come una bambina qualsiasi si sia trasformata in una ragazza disadattata: più incline ad usare le armi da taglio che il rossetto e più a suo agio con un giubbotto antiproiettile che sulle passerelle. Entrata a fare parte di una squadra di cacciatori di taglie californiani, la ragazza è diventata una donna pronta a tutto pur di divertirsi e affrontare la propria esistenza senza avere paura di morire.
Basato parzialmente sulla vita della vera Domino Harvey che ha collaborato alla sceneggiatura, ha avuto un piccolo cameo, ma non ha mai visto il film montato essendo morta a 36 anni nella vasca da bagno di casa sua il 27 giugno 2005, Domino è una pellicola singolare e volutamente eccessiva.
Lungo circa due ore, il film montato in maniera velocissima, pian piano inizia a perdere i pezzi quando l'elemento biografico sembra inspiegabilmente lasciare troppo spazio un po' a tutti i cliches del genere d'azione diventando se non noioso, certamente ridondante e vagamente nebuloso.
Scritto dall'autore di Donnie Darko, Richard Kelly, Domino si concentra, forse, troppo sulla missione più pericolosa della squadra di cacciatori di taglie ispirata all'idea del 'bidone per bidone'. Se fino a metà della pellicola, nonostante una Keira Knightley non del tutto credibile nei panni della ragazza 'tosta', la storia sembra riuscire a 'tenere', le cose, però, finiscono per guastarsi. Quando lo stile inizia ad andare progressivamente in ricerca del contenuto, lo spettatore sembra inevitabilmente perdere interesse verso questo divertente videoclip, ben fatto e curato in ogni dettaglio, ma - alla fine - eccessivamente sterile, strangolato, purtroppo, sul finale da un atteggiamento buonista al limite dell'irritante. Un'occasione 'sprecata' per dare vita a qualcosa di nuovo per un film che dopo un inizio sfolgorante sembra sfuggire di mano sia al regista che allo sceneggiatore.
Esilarante, invece, il cameo di Tom Waits nella parte di un misterioso predicatore che si presenta come deus ex machina, mentre la colonna sonora propone una delle sue canzoni più note: Jesus Gonna Be Here...
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