Cinque casi da risolvere nel quarto videogame di Csi, il primo in 3D, che per la serie di avventure investigative pubblicate da Ubisoft segna anche il passaggio di consegne da 369 Interactive a TellTale Games. Piccola società californiana nata nel 2004 dalle ceneri del team LucasArts incaricato di sviluppare Sam & Max Freelance Police, seguito del mitico Sam & Max Hit the Road e cancellato prima che potesse vedere la luce, TellTale Games in questi anni si è specializzata in punta e clicca. Due titoli ispirati a Bone, fumetto di Jeff Smith, e il sogno di resuscitare Sam & Max che, dopo l’acquisizione dei diritti, dovrebbe finalmente concretizzarsi in autunno. In mezzo il contratto con Ubisoft che ha portato a una stesura molto diligente delle avventure della squadra scientifica più famosa della tv. Il videogame si chiama Csi: Omicidio in 3 dimensioni tanto per mettere in risalto subito quella che è la principale novità per chi avesse giocato, in precedenza, Csi: Crime Scene Investigation, Csi: Miami e Csi: Dark Motives, ossia l’abbandono delle schermate prerenderizzate in favore di una grafica tridimensionale. Anche in quest’ultimo caso, comunque, la telecamera non è propriamente libera e si muove negli ambienti seguendo determinati binari, però fluidamente, senza scatti. Vi sono inoltre in genere differenze marcate tra la resa delle scenografie - buone - e la realizzazione dei personaggi – spesso più claudicanti.
Nel videogame si vestono i panni di un nuovo talento della scientifica a cui Grissom e soci (chi più chi meno, ci sono tutti: Catherine Willows, Warrick Brown, Nick Strokes, Sara Sidle, Greg Sanders, Jim Brass, il dottor Robbins) affidano la risoluzione di cinque casi di omicidio apparentemente slegati fra loro. Ogni caso è costruito come un episodio del telefilm e l’obbiettivo del giocatore è raccogliere gli elementi necessari a completare la trinità delle prove, che descrive i legami fondamentali tra i tre elementi di un crimine: il sospetto, la scena del crimine e la vittima. Per fare ciò bisogna destreggiarsi tra ispezioni del luogo del delitto, interrogatori e, nell’eventualità si siano messi insieme abbastanza indizi per ottenere un mandato, perquisizioni a casa dei presunti colpevoli. Una specificità sulla quale hanno insistito gli sceneggiatori di Omicidio in 3 dimensioni è il continuo ribaltamento delle convinzioni. A seconda dei propri preconcetti, delle proprie simpatie e antipatie, è facile farsi fuorviare e cambiare idea sull’assassino più di una volta durante l’indagine, anche tornando sui propri passi. In definitiva, nel videogame contano e bisogna registrare solo i fatti, ma anche così ci si trova spesso a dei bivi. Più che altro un po’ di pepe sparso dagli autori, dato che il titolo TellTale è prettamente lineare, a parte l’ordine col quale il giocatore può scegliere di collezionare le prove.
Dopo essere state raccolte per mezzo degli arnesi conosciuti in tv (dal luminol per evidenziare tracce di sangue al mikrosil per i calchi, dal nastro adesivo per campioni al ninhydrin per le impronte digitali), vanno analizzate in laboratorio con gli strumenti del caso (dal microscopio comparativo all’analizzatore chimico e di dna), al pari del cadavere, che passa nelle mani del medico legale. Alla fine, in Csi: Omicidio in 3 dimensioni si tratta di fare il lavoro della formichina, a caccia di tutti i punti sensibili nascosti nelle ambientazioni e di tutti gli incastri prova/apparecchi/utensili possibili, cercando di non chiedere aiuto ai colleghi e ottenere i punteggi investigativi più alti. Raggiunti gli snodi della vicenda si viene ricompensati con inserti in computer grafica, ad esempio sulle lesioni interne causate dall’arma del delitto, in perfetto stile televisivo. Sebbene non aggiunga nulla di fondamentale al genere, e anzi si fermi a ripetere la lezioncina già ascoltata ripetutamente in passato, Omicidio in 3 dimensioni è il miglior Csi. E non solo perché nel frattempo è cresciuto il livello produttivo. L’atmosfera è ricreata bene e non mancano dettagli che, oltre ai fan del telefilm, strizzano l’occhio ai videogiocatori, come nell’episodio First Person Shooter, pieno di ironia e riferimenti alla storia pregressa di TellTale e di Sam & Max Freelance Police.
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