Neil Marshall, inglese di nascita e formazione, si è messo in luce nel 2002 con la regia dell’originale Dog Soldiers e si è poi riconfermato lo scorso anno dirigendo il riuscito horror The Descent, che ha riscosso buon successo di pubblico e critica in giro per il mondo. Tra i suoi nuovi progetti, una volta terminato un nuovo horror questa volta con toni più vicini alla commedia dal titolo Outpost, c’è l’ingresso deciso nel campo della fantascienza con un titolo che sembra promettere bene.
Doomsday, questo è il nome del progetto in cantiere e programmato per l’uscita verso la fine del 2007, viene definito come un thriller futuristico d’azione con sfumature politiche, e verrà girato nel nord dell’Inghilterra e in Scozia. Finora non sono emersi molti dettagli sulla trama, visto il riserbo che si mantiene sulla stessa. Alcune ammissioni arrivano da Andrew Rona, produttore della pellicola, il quale ha dichiarato che il film si muoverà nel solco del genere lanciato dalla serie di Mad Max, l’antieroe del medioevo prossimo venturo incarnato dalla maschera espressiva e dalla fisicità di Mel Gibson. Secondo Rona, anche Doomsday ("il giorno del giudizio") sarà ambientato in un futuro abbastanza vicino alla nostra epoca, in cui il mondo è diventato un luogo difficile in cui vivere. In questo contesto un disastro biologico sta per scatenarsi e distruggere l’umanità, e una squadra di persone si incarica di arrestare il fenomeno.
Altrove, lo stesso Marshall ha dichiarato che la fonte di ispirazione per il lavoro sul nuovo progetto è costituita, oltre che dal già citato Mad Max, anche da un altro film di culto della fantascienza d’azione, quel 1997 Fuga da New York che ha un po’ ridefinito i contorni di una corrente del cinema fantascientifico, quella che mescola gli action movie alla fantapolitica in senso generale. Se le premesse verranno mantenute, Doomsday dovrebbe essere in grado di rinverdire i fasti di quel tipo di pellicole, che avevano come obiettivo implicito quello di mostrarci dove sarebbe potuto arrivare il degrado della nostra società; un grido d’allarme che spesso la fantascienza ha lanciato, com’è nella sua migliore tradizione.
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