Visivamente spettacolare, ma decisamente meno divertente e riuscito sotto il profilo della sceneggiatura rispetto agli altri film Pixar, Cars segna il ritorno di John Lasseter alla regia dopo Toy Story 2. Peccato che l’occasione non sia delle migliori. Il mondo delle automobili raccontato in Cars è decisamente meno evocativo ed originale, nonché tutt’altro che fascinoso rispetto a quello dei Mostri & Co, di Nemo e de Gli incredibili. Anzi. C’è qualcosa di vagamente irritante in questo universo metallico in cui idrocarburi e ottani dominano una narrazione impregnata di tematiche certamente abusate nel cinema sportivo americano come ‘velocità’ e ‘essere il numero uno’.
La storia è, poi, abbastanza lontana dal nostro immaginario essendo ambientata nell’ambito delle corse Nascar in un contesto spettacolare, pieno, però di in jokes, non sempre divertenti e – talora – perfino ridondanti.
E allora? Cars dal punto di vista strettamente della narrazione, della qualità degli scripts e delle idee targate Piar è un film che paragonato agli altri è molto modesto e – in assoluto – nonostante alcuni sprazzi di genio è abbastanza mediocre e scontato. In questo senso è una grande e (questa sì) imprevedibile delusione dopo i capolavori in fila infilati dallo Studio d’animazione in 3D recentemente acquisito dalla Disney.
La storia racconta le avventure di Saetta McQueen, una macchina da corsa alle prime armi ma con un futuro promettente scopre che nella vita l'importante è partecipare e non tagliare il traguardo, quando si ritrova improvvisamente deviata nella sonnolenta città di Radiator Springs sulla Route 66.
Mentre sta attraversando il paese per raggiungere il grande campionato Piston Cup in California ed affrontare due professionisti affermati, McQueen fa la conoscenza dei personaggi un po' "alternativi" della città, fra cui Sally (una raffinata Porsche del 20029 il Dottor Hudson (una Hudson Hornet del 1951 con un misterioso passato, doppiata in orignale da Paul Newman) e Carl Attrezzi (un carro attrezzi un po' arrugginito ma ancora affidabile) - che lo aiutano a comprendere che ci sono cose più importanti nella vita dei trofei, del successo e degli sponsor.
Soprattutto se visto in digitale, la ricchezza visiva di Cars colpisce moltissimo lo spettatore. Peccato che, purtroppo, a tanta genialità visiva non ci sia stato un controbilanciamento narrativo altrettanto interessante sotto il profilo qualitativo.
Banale e non interessante, il film è un divertissment con qualche colpo di genio sparso in un lungo, lunghissimo (Cars dura due ore…) elenco di situazioni già viste in tantissimi altre pellicole ambientate nel mondo dell’automobilismo cui questo film vuole, in qualche maniera, rendere un maldestro omaggio: piacevole, ma non esilarante. Interessante, ma non intenso e mai davvero coinvolgente.
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