uno sguardo alla sf del futuro da Emiliano Gokuraku Farinella

Detto, per la sua innata diplomazia e la sua abitudine di pesare le parole e di non avventurarsi mai in un'opinione in qualche modo sgradita a qualcuno, "Attila".

Cieli sintetici

Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

Autore Giampaolo Proni

Titolo La dea digitale

Edizione 2000, Fazi Editore

Pagine 272

Prezzo L. 25.000

Giampaolo Proni è autore de La dea Digitale, un romanzo di fantascienza di recente uscita che affronta temi forti e dispiega grandi idee con una prosa leggera e ricca di tratti ironici.

Un breve profilo dell'autore: "Giampaolo Proni, dottore di ricerca in semiotica, svolge attività di consulenza in comunicazioni di massa. Professore a contratto al Politecnico di Milano, all'Università di Bologna e all'ISIA di Firenze.

Pubblicista, collaboratore del quindicinale Chiamami Città di Rimini www.chiamamicitta.it

Ha pubblicato Introduzione a Peirce (Milano: Bompiani 1990), sul filosofo americano fondatore della semiotica, e Il caffè, l'amico di Voltaire, Lupetti, Milano 1994 (un'analisi della comunicazione della Lavazza), articoli e saggi.

E' autore dei romanzi Il caso del computer Asia, Torino: Bollati-Boringhieri 1989 (un giallo di computer); L'indagine di Maria H., Milano: Signorelli, 1993 (un giallo per ragazzi) e di diversi racconti di fantascienza. Tra questi La corsa di Jimmy Boot, in Cyberpunk, Millelire Stampa Alternativa, 1995 e L'isola del miele, edizioni Shake, a cura di Daniele Brolli (in corso di pubblicazione). E' uscito in febbraio La dea digitale, Fazi editore, Roma

Delos: Che cosa sai della fantascienza italiana?

Giampaolo Proni: Assieme all'amico e collega Massimo Bonfantini, che insegna semiotica al Politecnico di Milano, nel 1994 abbiamo pubblicato con la ESI di Napoli La repubblica dei laghi. La fantascienza da Frankenstein a Jurassic Park. Fa parte di una serie di tre libretti sui maggiori generi popolari: il giallo, il romanzo-verità e la fantascienza, visti con occhio semiotico. C'è un racconto e un dialogo sulla SF. Nel preparare il libro abbiamo riscoperto il bellissimo Onirofilm di Aldani, del 1964, che sviluppa trent'anni prima il tema di Matrix, e il racconto "Trattamento di quiescenza" di Primo Levi, di argomento simile. Ma certamente conosco meno la SF italiana attuale: i pochi tentativi di lettura mi hanno sempre respinto. Ma so bene che la SF richiede dedizione e una rete di conoscenze: il lettore di SF è sempre un critico, cioè legge e giudica, in genere scartando la maggior parte di ciò che legge, discute con gli altri appassionati, non sempre trovandosi d'accordo. Insomma, a volte più che un divertimento sembra una missione. Per questo è affascinante.

Delos: La Dea Digitaleè un romanzo di fantascienza?

Giampaolo Proni: La dea digitale non lavora su scenari molto futuri o distanti, ma sul presente. Quindi, a essere rigorosi, è anticipazione, come Jurassic Park, o The Truman Show. Queste storie prendono un elemento della scienza e della tecnica e lo usano per fare un discorso sociale, filosofico. Però anche Ventimila leghe sotto i mari è ambientato nel presente, sia pure con meno impegno, anche se il capitano Nemo è pur sempre una vittima ribelle dell'imperialismo. Davvero non saprei dire: noto (con molto piacere) che i confini della fantascienza in questi anni sono labili.

Delos: E' solo una coincidenza l'uso dell'I Ching o c'è anche qualche legame con l'uso che ne faceva Dick in The Man in the High Castle (La svastica sul sole)?

Giampaolo Proni: Conoscevo e usavo l'I Ching prima di leggere La svastica sul sole. E' una specie di cult generazionale, ma lo trovo uno straordinario computer cartaceo per scegliere quando ogni ragionamento è stato fatto e nessuna scelta prevale sulle altre. O quando non comprendi una situazione. Forse il senso della risposta dell'I Ching è solo nella tua testa, ma se è così, meglio ancora.

Delos: Ne "La Dea Digitale" hai avuto problemi di linguaggio?

Giampaolo Proni: No. Nel primo romanzo ho fatto più fatica. Credo che la lingua italiana debba imitare l'inglese non nel lessico ma nella semplicità della costruzione della frase e nell'asciuttezza dei dialoghi. Non pensiamo che l'inglese sia così 'per natura' (che non vuol dire niente, trattandosi di linguaggio): l'inglese ha dovuto attraversare molti cambiamenti per diventare semplice come in Hammett. Jane Austen non scriveva frasi brevi, e neppure Dickens. L'italiano è ancora un po' antiquato, ma si sta rinnovando rapidamente.

Delos: Per quale pubblico hai pensato il libro? Perché i primi capitoli sono pieni di pesante infodump? E' necessario fornire tutte queste informazioni sull'informatica?

Giampaolo Proni: La quantità di infodump dipende dal lettore modello. Ho cercato di rendere il testo comprensibile a un numero ampio di persone. In Italia sono ancora pochi gli utenti di PC.

Delos: E ' vero che ti ha contattato un hacker? Che cosa aveva da dire?

Giampaolo Proni: Ci siamo scambiati due chiacchiere. Siamo d'accordo sulla libertà dei dati.

Delos: Strana questa coincidenza della tartaruga nel logo dell'impresa di Labscher...: -))

Giampaolo Proni: Veramente. Questo proprio sì.

Delos: Labscher e Giovanni rappresentano due esiti possibili della protesta degli anni 60-70: l'integrazione (perché solo così si può arrivare ad esercitare un potere) e la coerenza che pero' porta ad agire solo a livello del microambiente. Ce ne sono altri?

Giampaolo Proni: Labscher cerca ancora di cambiare le cose, ma crede in una scelta di vita totale, nel vivere il destino, mentre Giovanni è un minimalista. Diciamo che Labscher è un induista e Giovanni un buddista zen.

Delos: Il tema dell'Intelligenza Artificiale è importante nella "La Dea Digitale". Perché hai scelto di parlare di IA?

Giampaolo Proni: Era il tema del primo romanzo. Nel 1986 mi sembrava che si facesse un gran rumore sull'AI più che altro per vendere computer. Come adesso su Internet. Ci sono riviste sulla rete con le donne nude in copertina. E' ridicolo. Però è come buttare il bambino in acqua: ci sarà chi affoga, chi torna sulla spiaggia e chi impara a nuotare.

Delos: Tre domande sul presente e il futuro dell'Intelligenza Artificiale:

1. Ci siamo già riusciti?

Giampaolo Proni: Di solito quando cominciamo a parlare con una macchina è perché non funziona. Nessuno vuole veramente costruire un programma intelligente, perché è inutile, se non come gioco. Infatti penso che i primi veri robot saranno giocattoli. L'oggetto artificiale che l'uomo tratta in modo più simile a un essere vivente è il tamagochi o il Furby. Oggi si potrebbe costruire un super-Furby, ma a un certo punto - per apparire intelligente - dovrebbe iniziare a disobbedire. E questi prodotti non si potrebbero vendere. Vi immaginate un'auto che ogni tanto -in modo casuale- si rifiuta di partire e vi dice "Senti, oggi non ho voglia di andare a lavorare."?

Delos: 2. Cosa esattamente stiamo cercando di fare?

Giampaolo Proni

Giampaolo Proni: La situazione è piuttosto complessa. Siamo molto lontani dagli anni '80, nei quali i fondi per la ricerca sull'AI erano spesso investimenti in marketing (pensate a Minsky). In seguito si è proseguito su progetti con obiettivi più pratici: risponditori vocali, sistemi esperti, reti neurali per il riconoscimento di dati analogici, circuiti fuzzy, algoritmi genetici. L'AI si sta spezzettando in piccoli nuclei di intelligenza. Non credo che questi elementi verranno messi insieme con l'obiettivo degli anni '80, in cui si fingeva di voler costruire un cervello umano.

Delos: 3. Che succede se ci riusciamo?

Giampaolo Proni: Che con qualche milione potremmo comprare un robot che si comporta come il mio gatto, cioè fa solo quello che gli pare, ma che in più potrebbe parlare, imitando ciò che diciamo e esprimendo i suoi bisogni. Potrebbero sostituire gli animali da compagnia. Per quanto riguarda le macchine utili (aerei, catene di montaggio ecc) sono già molto avanzate ma nessuno si sogna di dotarle di libera iniziativa.

Delos: La fantascienza si presta bene al duplice obiettivo di intrattenere e preparare l'avvenire?

Giampaolo Proni: Dipende. Nelle mani giuste è il genere più serio e più importante. Credo che molti ragazzi leggendo 1984 si siano fatti un'idea di cos'è la società totalitaria e questo prepara a capire la storia. Altrimenti può essere un divertimento e basta, e va bene lo stesso, anche se a me piace di meno.

Delos: Nell'"era dell'informazione" sembra debbano esserci risposte semplici a ogni cosa. Invece dobbiamo dire "non so" o faticare molto. Si diffonde un'aria di sfiducia verso la scienza e di complotto. Da dove nasce la sfiducia? Cosa cerca chi non si fida più del mondo scientifico, e a cosa va incontro?

Giampaolo Proni: Ho passato molti anni a studiare Charles Peirce, il fondatore della semiotica e il più importante filosofo americano. Peirce diceva che la scienza si può ridurre a un solo principio, scritto a lettere d'oro sulle sue porte: Do Not Block the Way of Inquiry, Non bloccare la via della ricerca. Ma se la ricerca è sempre aperta, ciò significa che non conosciamo mai tutto, e nulla perfettamente. Perciò bisogna diffidare di ogni sapere che dichiara risolti tutti i problemi di conoscenza. Come la filosofia di Hegel, che aveva spiegato tutto. La scienza è l'unico metodo valido perché è l'unico che dichiara la propria fallibilità. Quindi chiunque dichiara di non voler bloccare la ricerca segue un metodo scientifico. Purtroppo, molti concorrenti della scienza si dichiarano infallibili, e attirano così gli insicuri. E allora, per contrasto, una certa propaganda scientifica propone la scienza come infallibile, privandola della sua grandezza. La scienza non sa cosa c'è al centro della Terra, non sa curare la psoriasi e far ricrescere i capelli ai calvi. Sa come funziona il sole e come è fatto il DNA. Sappiamo quello che riusciamo a sapere, e spesso in modo parziale. Ma per è questo essere uomini.

Delos: Adesso puntiamo l'obiettivo sul cinema. Il cinema in generale e quello di fantascienza in particolare come si evolveranno nel futuro?

Fazi Editore:

www.fazieditore.it/

I primi dieci capitoli de La Dea Digitale:

www.fazieditore.it/pdf/88-8112-130-1.pdf

Home page Proni

www.infotel.it/fabula/n-gpr.htm

Forum sugli Hacker con Proni:

www.lastampa.it/Mail/iHacker.stm

La pagina di Proni sul sito di Fazi:

www.fazieditore.it/proni.html

Giampaolo Proni: Oggi non esiste più il cinema. Esistono dei contenuti che vengono immessi su canali diversi con forme diverse: games, film, serial TV, fumetti, ecc. Lucas incassa 5000 miliardi solo per mettere i personaggi di Star Wars sulle lattine di Pepsi. La SF è uno dei tipi di contenuto dominanti, e occupa uno spazio enorme nei fumetti e nel videogames. Nei film secondo me il suo spazio crescerà col passare del tempo. Ma non necessariamente sarà fantascienza di alto livello.

Delos: Nasceranno prodotti realmente polisenso?

Giampaolo Proni: Io credo che le fasce di consumo culturale si amplieranno di numero e anche le più specifiche assumeranno valore economico. Internet sarà sicuramente uno dei canali privilegiati di diffusione dei contenuti, questo significa che -per esempio- su quasi tutti i settori, anche molto specifici, si formeranno comunità mondiali. Per ora la barriera principale è linguistica, ma le imprese di traduzione stanno diventanto sempre più grandi e efficienti, e la diffusione della lingua inglese aumenta. Perciò anche prodotti di consumo molto 'di nicchia' (cercare più sensi in un testo è qualcosa che richiede attenzione e curiosità) avranno grossi budget. Matrix secondo me è un indizio interessante.

Delos: Quale sarà la forma fondamentale per trasmettere contenuti?

Giampaolo Proni: Se fosse già disponibile la banda larga (almeno una ISDN effettiva) nell'ultimo miglio in tutti i paesi OCSE direi Internet, che comunque prevarrà sicuramente nel medio termine. E' interessante anche il DVD. Tuttavia il problema è la produzione di contenuti. A fronte di uno sviluppo travolgente dei canali abbiamo una notevole ristrettezza nella produzione dei contenuti. Il problema sono i costi, e il sistema di recupero della spesa, basato sul diritto d'autore tradizionale. Io credo che la soluzione stia in un salto organizzativo e culturale nella produzione dei contenuti: dobbiamo produrre contenuti come produciamo Linux, cioè con collaborazioni a basso costo e diffusione a basso prezzo. Quando fare un film costerà come scrivere un libro (scriverlo, non stamparlo e distribuirlo!) ci sarà veramente competizione e ci sarà spazio sia per chi facendo film vive decentemente (come un programmatore che ogni tanto scrive una buona routine) sia per chi è il Linus Thovald della situazione. Pensiamo ai libri: un libro può guadagnare qualche milione, abbastanza per pagare le ore di lavoro, oppure può guadagnare miliardi. Ma le ore di lavoro sono molto simili.

Delos: Cosa ne pensi dei film di Equizzi?

Giampaolo Proni: Credo che Equizzi e il suo team stiano andando nella direzione giusta. Syrena è un ottimo lavoro (non sono riuscito ancora a vedere tutto Agentz), ma soprattutto le immagini sono trattate benissimo rispetto ai mezzi, che presumo non fossero immensi. In questo momento e in questo settore credo nella quantità e nella selezione: tra breve ci saranno migliaia di operette digitali nella rete, man mano che diventa più veloce, e qualcuno creerà un cult, e poi qualche pesce grosso se ne accorgerà e lo comprerà per metterci dentro della pubblicità. Bisogna accettare, mettere la pubblicità dentro questi lavori (metterla con intelligenza) per guadagnare, investire, e farli girare in tutta la rete. In seguito, quando conosceremo gli autori, potremo acquistare il download, ma prima il pubblico si deve fidare. Fra un po' quelli che spendono miliardi per regalare i portali si accorgeranno che devono offrire contenuti, e i film digitali saranno ricercati.

Intervista a cura di Anna Dal Dan e Emiliano Farinella

Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione in tutto o in parte del testo e delle fotografie senza la previa autorizzazione della direzione di Delos Science Fiction e degli aventi diritto.