Ci sono due caratteri predominanti in New Super Mario Bros. Innanzitutto un profondo senso della tradizione: giocare a New Super Mario Bros significa giocare con la storia Nintendo. O dei platform. Che poi è la stessa cosa. Scomposta, ricomposta, rovesciata, interpretata da altri punti di vista. Non solo. Giocare a New Super Mario Bros vuol dire sentirsi subito a casa. Anche se la natura portatile della console attorno alla quale è concepito dovrebbe, in teoria, promuoverne l’utilizzo a zonzo. In tram, in treno, in autobus. Dovunque. La casa di New Super Mario Bros non è però un luogo fisico. É il posto dove i giocatori giocano felici. Spensierati. Il posto dove sono i videogiochi ad adattarsi al loro giocare, a comprendere le loro esigenze, e non viceversa. Perciò, volendo, New Super Mario Bros è complesso, ma non complicato. Così come, sempre volendo, l’ultima opera Nintendo si lascia sfogliare distrattamente, al pari di una piacevole lettura estiva. Qualsiasi siano i propri gusti, New Super Mario Bros è pronto ad accontentarli. Piacevolmente.
Anche l’estetica gioca un ruolo importante in questo nuovo episodio delle avventure a grandi balzi dell’idraulico italiano più famoso. Come per l’impalcatura ludica, è anch’essa un sovrapporsi senza soluzione di continuità di passato e presente. Il passato delle bitmap, dei pixel granulosi, degli sfondi disegnati e il presente dei poligoni, della fisica spettacolarizzata, degli effetti speciali. Nonostante New Super Mario Bros sia esplicitamente un gioco a piattaforme della vecchia scuola, tutto scrolling e paesaggio in due dimensioni, non rinnega qua e là strizzatine d’occhio ai tempi che corrono. Minuzie, finezze. Niente di pesante o che comunque possa urtare l’equilibrio pop di una composizione grafica “fatta a mano”. È chiaro che Shigeru Miyamoto, il papà di Super Mario qui solo in veste di supervisore, per il ritorno del suo pargoletto al platform 2D dopo una lunghissima pausa di riflessione (quindici anni se si prende come estremo il mitico Super Mario World del 1991; undici se si considera anche il capitolo 2, Yoshi’s Island, classe 1995), abbia suggerito ai responsabili di non calcare la mano.
Le modifiche alla struttura originale del videogame ci sono, ma non si rivelano sostanziali. Un paio di bonus croccanti e qualche mossa in più sono in grado di riqualificare l’esperienza, già praticamente perfetta, dei più illustri antesignani di New Super Mario Bros? Probabilmente no. Ma New Super Mario Bros non vuole sconvolgere nessuno. Solleticargli il palato, quello sì. Fin dalle prime battute, che come da copione vedono la Principessa Peach fatta prigioniera da Bowser, il giocatore smaliziato viene coccolato da una caccia al tesoro piena di citazioni. Ora del primo Super Mario Bros, ora di Super Mario World, Super Mario Bros 3, Yoshi’s Island, addirittura Super Mario 64. A volte i rimandi sono palesi, come le bandierine a chiudere i livelli recuperate da Super Mario Bros; altre si tratta semplicemente di impressioni, di cose nell’aria densa del mondo digitale che fanno ricordare certe trovate, un certo gusto.
Dietro alla tappezzeria di funghetti e stelline ce n’è tanto da considerare il nuovo Mario un trattato interattivo sulle piattaforme e oltre, allegro e solare come conviene, redatto però col rigore accademico e la consapevolezza che basta un nulla per sporcare la purezza geometrica di un gioco costruito sugli incastri, le distanze, le proporzioni. Proprio su queste ultime si diverte a divagare New Super Mario Bros, che introduce un mini Mario, per esplorare territori altrimenti inaccessibili sulla falsariga di Link in The Legend of Zelda: The Minish Cap, e il suo alter ego godzilliano, grosso quanto uno schermo intero e con cui sfogarsi liberamente in preda all’euforia di deliri demolitori. Insieme a un rotolante guscio koopa da indossare a mo’ di zaino e la super sederata, sono un po’ gli inediti dell’episodio. Per il resto, nella sua progressione piuttosto lineare di paesi delle meraviglie e stage, tra segreti e qualche scorciatoia, saltello dopo saltello New Super Mario Bros stimola le sinapsi con un lauto banchetto di déjà vu e accompagna tutti gli altri, passo passo, nel paradigma del genere platform.
La capacità di prendere per mano il giocatore e portarlo a scoprire gradualmente quanto il videogame ha da offrire, intrattenendosi con lui gradevolmente a ogni fase del discorso, è la straordinarietà di New Super Mario Bros. Questo non avviene per chissà quale artificio, ma perché il cuore del gioco è una raffinata architettura dei livelli, su cui saltare il proprio inno alla gioia. Ci si aspetta sempre tantissimo da un nuovo Mario, che storicamente si affaccia quando Nintendo vuole consacrare una nuova console. Di solito ci si aspetta una piccola grande rivoluzione. Che sia la vastità da oreficeria di Super Mario World o lo sconvolgimento spaziale di Super Mario 64. Stavolta il messaggio è più sottile. Che per divertirsi non servono tutti gli espedienti, il fumo negli occhi, le fantastorie e la grafica da culturista della next generation. Basta poco, il giusto, i fondamentali. Che, be’, per metterceli bisogna conoscerli bene e lavorarci sopra a lungo. New Super Mario Bros non sarà pertanto la nuova frontiera dell’intrattenimento. É quella nota, vissuta da piccini, rivissuta da grandi, ma ancora incredibilmente divertente. Console accesa, in fondo è ciò che conta. Davvero.
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